GENTILE ASSESSORA AL BILANCIO: CI SPIACE, MA NON SIAMO ORGOGLIOSI DEI SUOI DEBITI

da Alfonso Malangone

(Ali per la Città)

 

SALERNO – Il Comune ha postato, sulla pagina web, la notizia dell’avvenuta approvazione da parte del Governo del piano di rientro dal Deficit di € 169,9milioni. E’ definito “Patto per Salerno”, anche se i sacrifici imposti fino al 2044 non sembrano definibili ‘per’ ma, forse, ‘contro’. Sull’argomento è pure intervenuta l’Assessora al Bilancio (fonte: ilMattino), che ha dapprima dichiarato di essere “soddisfatta e orgogliosa del traguardo raggiunto, niente affatto scontato” e, poi, che: “l’accordo è giunto dalla Presidenza del Consiglio dopo mesi di proficua interlocuzione tra il Comune e il Ministero dell’Economia e delle Finanze e il Ministero dell’Interno, nonché di approfondite analisi dei dati di Bilancio”. Bene. Adesso sappiamo che sono stati ufficialmente riconosciuti sia il disavanzo multi-milionario che i debiti commerciali e finanziari di oltre MezzoMiliardo (fonte: Bilancio 2021), e, poi, che dovremo pagare rate di rientro per vent’anni e anche assistere alla svendita di ‘tutti’ i nostri Beni Comuni. Chissà perché, non ci sembra un risultato di cui essere soddisfatti e orgogliosi, né riteniamo di poter esprimere compiacimento in quanto “niente affatto scontato”. Cioè: “dobbiamo rallegrarci perché poteva andare peggio”? E, perché? Un dubbio: “sono forse emersi valori più preoccupanti di quelli dichiarati in partenza”? In verità, nel nome della ‘trasparenza’ dei vetri del Palazzo, si doveva dire qualcosa sull’esito della “proficua interlocuzione”. E, invece, quei vetri appaiono appannati, come più volte è avvenuto in passato quando sono stati diffusi numeri e commenti rassicuranti nonostante le criticità finanziarie denunciate da una struttura inequivocabilmente tesa.

Fu il Disavanzo del 2020, di € 201,9milioni, a suonare il vero campanello di ‘allarme’. Purtroppo, venne silenziato con l’invito a votare a favore perché il Bilancio era “in ordine” e in grado di “assicurare servizi di eccellenza” (fonte: Irno 24). E, i Consiglieri di Maggioranza approvarono. Nella realtà, sulla base di quei numeri, la Città si posizionò al primo posto, in Italia, per Disavanzo pro-capite, e, sempre al primo posto, pure per Debiti (fonte: Sole24Ore). Anche il Consuntivo 2021, chiuso con un Disavanzo minore, di € 169,9milioni, grazie ad un errore contabile di circa € 78milioni che, risalendo al 2020, rendeva inaffidabile quel disastrato Bilancio, venne presentato favorevolmente in Consiglio. E, approvato. In quella sede, la stessa Assessora responsabile dichiarò che: “non siamo né in dissesto né in pre-dissesto e non siamo costretti ad aderire a questo decreto (cioè: decreto Aiuti), ma sarà una scelta meditata…se ci saranno elementi di convenienza” (fonte: laCittà). Aggiunse anche che: “l’approvazione del Consuntivo ci mette in condizione di decidere se aderire o meno al decreto” (cit.). Precisazione davvero difficile da comprendere, visto che non poteva certo essere l’approvazione del documento a poter indurre “a decidere”. Mah. Comunque, mentre questo avveniva il 31/05/2022, appena il giorno dopo, la stessa Assessora, non altra, osservò che: “il ripiano del disavanzo, è questa la nostra principale preoccupazione”, e che: “doveva essere ripianato nel miglior modo possibile” con una valutazione nell’“l’interesse della Città” (fonte: ilMattino). A distanza di 15 giorni, con la delibera n. 196 del 16/06/2022, la Giunta dispose l’adesione al decreto Aiuti che la stessa Assessora, non altra, definì come una “opportunità” in grado di realizzare il riequilibrio (nota: di uno squilibrio sempre negato) senza incidere sui servizi (fonte: ilMattino). Alla fine, con delibera del 29/12/2022, i Consiglieri di Maggioranza, non altri, approvarono la struttura delle rate del piano di rientro, appena definito con il Governo.

Ora, dopo tutte queste acrobazie, ci viene detto che dovremmo essere orgogliosi di avere un disavanzo di € 169,9milioni, da ripianare fino al 2044, riconoscenti, perché il risultato non era scontato, e anche felici, giacché potevamo uscirne con le ‘ossa ancora più rotte’. In verità, con una presunta “opportunità” divenuta un concreto svantaggio, è davvero difficile aderire alla richiesta e, purtroppo per l’Assessora, ai cittadini non si possono applicare le regole di comportamento che valgono per i Consigli Comunali. Chi vede mettere le mani nelle sue tasche per pagare debiti multi-milionari di cui, guardandosi intorno, non comprende bene l’origine, può anche non essere d’accordo e dire che la buona fede dei cittadini, pure inesperti della materia, non meritava di essere ‘fuorviata’ offrendo una immagine di stabilità quando si stava ‘ballando’ sul ciglio di un burrone. Una condizione che doveva essere certamente nota a chi, per scienza, coscienza ed esperienza, ne controllava l’evoluzione. Sull’argomento sarebbe opportuno un commento anche da parte dei Consiglieri di Maggioranza per capire, in particolare, se si ritengano soddisfatti e orgogliosi di aver deliberato tutto e il contrario di tutto.

Un signore che era Presidente degli Stati Uniti, mica uno ‘pizza e fichi’, disse semplicemente: “mi rifiuto di lasciare i nostri figli con un debito che non potranno pagare”. Qui, li dovranno ripagare anche i nostri nipoti.

Per questo, gentile Assessora, ci spiace: “non possiamo dichiararci felici di pagare i Suoi debiti, quelli di cui Lei non ha voluto ammettere la pericolosità e per i quali ha adesso concordato un rientro ‘lacrime e sangue’ sostenendo di essere pure “soddisfatta e orgogliosa”. Non siamo d’accordo e non riteniamo di poter considerare quei debiti al pari di una medaglia da appuntare, a maggior gloria, al Gonfalone della Città.

 

Alfonso Malangone – Ali per la Città – 15/04/2023

P.S.: la ricostruzione è avvenuta sulla base di dai acquisiti da fonti diverse. Si fa salvo ogni errore.

 

 

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