Cardiochirurgia: davvero non c’è futuro senza Iesu e Mastrogiovanni … e con il solo Coscioni ?

 

Aldo Bianchini

SALERNO – Senza drammatizzare gli eventi e senza avventurarsi in battaglie politiche senza senso, o almeno con pochissimo senso, come la il cdx pensando così di sfracellare l’impassibile governatore, proviamo a ragionare rifacendo semplicemente la storia di questi ultimi anni.

La cardiochirurgia apre a Salerno il 1° aprile 1993 con il giovane cardiochirurgo Giuseppe Di Benedetto contro il quale la DC e il PCI scatenarono una battaglia “senza senso” adducendo la tesi che il giovane intraprendente non avesse la stoffa, la grinta e la professionalità occorrenti per un simile incarico. Aveva vinto il concorso superando il più titolato a livello mondiale Gaetano Azzolina ed aveva respinto le avance del super-mega cardiochirurgo Maurizio Cotrufo; si disse che il concorso era stato truccato e Cotrufo si era arreso in cambio di un incarico superiore.

Il tempo ha dimostrato che Di Benedetto si è rivelato un cardiochirurgo di fama mondiale e capace di mettere in piedi un a organizzazione generale ed un modello lavorativo fuori dal comune. E fino a quando c’è stato lui niente e nessuno ha toccato quell’ordine blindato. Addirittura nel corso dei 22 anni del suo primariato riuscì anche sdoppiare la cardiochirurgia per contenere le giuste ambizioni professionali di Severino Iesu facendolo nominare primario di una delle due cardiochirurgie.

E arriviamo al mese di maggio del 2015; Giuseppe Di Benedetto va in pensione per legge e considerato che era stato il miglior prodotto sanitario concepito a Salerno mi sarei aspettato che almeno qualcuno dei suoi cosiddetti 100 fedelissimi avesse tentato di alzare una benchè minima barricata; insomma a nessuno venne in mente di urlare che senza Di Benedetto sarebbe arrivata la fine della cardiochirurgia a Salerno.

Ma in quel momento De Luca non aveva ancora vinto le elezioni regionali e la sanità era nelle mani di altri; e poi quale preoccupazione poteva esserci visto che rimanevano Iesu e Mastrogiovanni; tutti felici e contenti fino al giorno in cui De Luca (a torto o a ragione) tira fuori dal cilindro Enrico Coscioni e copre la casella di “cardiochirurgia di elezione” rimasta vuota dopo l’andata via di Di Benedetto. Battaglie, accuse anche ingiuriose non finire contro Coscioni.

E arriviamo al 2023; nel corso di questo anno, secondo la legge (che io ritengo ingiusta, ma è così) Severino Iesu raggiunge 1° agosto i limiti di età per rimanere in servizio, quindi “deve” andare via come il suo maestro Di Benedetto. Dall’altro lato c’è Generoso Mastrogiovanni (che ringrazio ancora per la interlocuzione scritta che ebbe con me –insieme a Antonio Panza nel genniom2017 sulla continuazione del sogno dibenedettiano) che ha rassegnato le dimissioni dal servizio beneficiando dell’accesso anticipato a pensione in facoltà di cumulo con ultimo giorno di lavoro il 31.7.23.

Entrambi, con una scelta assolutamente legittima, hanno deciso di andare via, sicuri anche del fatto che dl punto di vista pensionistico-previdenziale non perdono neppure un centesimo.

Ma allora di che parliamo, di una tempesta in un bicchier d’acqua, quasi come se tre mesi anticipati per l’andata di due “notissimi cardiochirurghi” potrebbero fare addirittura chiudere la cardiochirurgia salernitana.

Bene hanno fatto invece i tantissimi “sanitari e parasanitari dell’unica sala operatoria” di cardiochirurgia nel seguire nella già famosa “cena delle beffe” organizzata a Campagna e svelata dal quotidiano La Città che ha anche pubblicato la foto dei medici e infermieri che già si sono riconosciuti nella nuova leder-schip di Enrico Coscioni che assicurerà all’AOU almeno altri dieci anni di sicuro e professionale lavoro.

A dimostrazione, semmai ce ne fosse stato bisogno, del fatto consolidato fin dall’antichità che in goni settore della avita sociale “tutti sono necessari ma nessuno è indispensabile”.

NOTA: le foto sono state tratte dal quotidiano “La Città”

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One thought on “Cardiochirurgia: davvero non c’è futuro senza Iesu e Mastrogiovanni … e con il solo Coscioni ?

  1. LA SANITA’ IN CAMPANIA E’ MALATA???
    Perché in Campania i medici vanno via dalle strutture pubbliche ??? Come mai i cardiologi della “Torre cardiologica di Salerno”, un vanto della Scuola Medica Salernitana,sono in partenza ???.
    E’ notorio che il sistema sanitario della regione Campania assorbe l’80% circa del bilancio regionale ed ha medici e personale infermieristico di qualità,intanto circa cinquecentomila cittadini Campani si vanno a curare in altre regioni e in cliniche private, pertanto la Regione Campania paga le strutture pubbliche e private???

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