Aldo Bianchini
SALERNO – Così come in vita era stato lontano dal presenzialismo ostentato e dalla frequentazione ossessiva dei mezzi d’informazione nonostante fosse un noto giornalista-giudiziario e avesse condotto alcuni grandi processi della storia della circoscrizione di Salerno; dalla sua innata modestia si è passati, dopo la sua morte, ad una frenetica esposizione mediatica che, almeno per Salerno, non ha precedenti.
Ho conosciuto da moltissimi anni Paolo (così ho sempre chiamato l’avvocato penalista e giudice supplente della Corte Costituzionale, cavaliere al merito e toga d’oro Paolo Carbone), morto qualche giorno fa ad ottantaquattro anni di età nel policlinico A. Gemelli di Roma.
Per quanto mi riguarda è stato un insostituibile punto di riferimento dell’avvocatura salernitana che ha attraversato due secoli di storia, a cavallo tra il 900 e il 2000, non solo giudiziaria ma anche politica e sociale del nostro tempo.
In questi giorni ho letto di tutto e di più; e condivido tutto. Nessuno, però, si è posto una delle domande più semplici: “E’ stata soltanto opera sua o nella costruzione del suo mito e della sua immagine pubblica ha inciso profondamente l compagna della sua vita, la donna che ha amato da sempre e per sempre ricambiato in pari misura ?”.
Bisognerebbe partire proprio da Lucia (nobildonna) e dal suo appassionato sostegno, senza se e senza ma, del marito Paolo e delle sue enormi potenzialità professionalità, per capire meglio e più a fondo l’uomo e il professionista Paolo Carbone.
Sembrava quasi come se Lucia vivesse all’ombra del marito e sempre un passo indietro, pur vendo essa stessa spiccate propensioni artistiche ed organizzative che spesso, fortunatamente, è riuscita anche ad esprimere pubblicamente. Vivevano in perfetta simbiosi Paolo e Lucia, da fare quasi invidia a moltissimi; avevano trovato la strada maestra che era quella dell’amore e Paolo spesso diceva “ho amato solo una donna nella mia vita, Lucia”. E Lei ha avuto la grande capacità di esserci sempre anche senza esserci.
Ho incontrato per l’ultima volta Paolo la sera del 28 ottobre 2022 in occasione della presentazione, nel salone del gonfalone, del libro dell’ex magistrato Carlo Correra “Ai danni del popolo italiano”, ma quello che ricorderò per sempre fu il viaggio tra Salerno e Padula.
Nel pomeriggio del 9 agosto 2018, io e Rocco Risolia (presidente dell’Associazione Lucani, fondata molti anni fa da Paolo) andammo in macchina sotto casa di Paolo e Lucia per recarci tutti e quattro a Padula dove doveva essere inaugurata una piazzetta dedicata al compianto magistrato Giuseppe Rotunno che Paolo aveva conosciuto e stimato per molti anni, e non solo per motivi professionali. Fu un pomeriggio splendido e nelle ore che stemmo insieme non perdemmo l’occasione per raccontarci, vicendevolmente, le ultime storie della nostra vita; non escludendo dagli stessi racconti la brillante carriera giornalistica di Vira. Ed a cena Paolo fu semplicemente splendido.
Ho letto tante definizioni per spiegare il personaggio di Paolo: leone, riferimento, storia, virtuoso, maestro, marito e padre esemplare, ecc.
A mio avviso ogni appellativo per definire la storia dell’uomo e del professionista Paolo Carbone è fortemente riduttivo.