L’avvocatura in sciopero dal 19 al 21 aprile 2023,astensione contro quella che i penalisti italiani definiscono “l’inerzia del governo sulle riforme della giustizia”.

da Pietro Cusati (Giurista-giornalista)

 

 

 

 

 

 

 

Rallentamento della riforma costituzionale della separazione delle carriere, congelamento delle riforme dell’ordinamento giudiziario,le  riforme processuali urgenti  della giustizia  richieste dalla avvocatura sino  ignorate dal governo?  I penalisti italiani lanciano nel paese la mobilitazione per il rispetto degli impegni elettorali e parlamentari assunti dalla nuova maggioranza: subito tre giornate di astensione dalle udienze penali, per dare il via ad una nuova stagione di iniziative politiche in difesa del diritto penale e del giusto processo.
La delibera di astensione dell’Unione Camere Penali Italiane.
Secondo i penalisti italiani sono rimasti senza esito i ripetuti impegni pubblici del Ministro della giustizia Carlo Nordio ad avviare, sin dalla metà di gennaio- un tavolo,Camere Penali, A.N.M, università , per individuare gli interventi  urgenti di modifica dei decreti attuativi Cartabia. I penalisti italiani, con il sostegno della più autorevole dottrina processualista italiana, hanno da tempo segnalato al Ministro in modo articolato le più gravi criticità, prima tra tutte le nuove norme sulle impugnazioni, che si traducono nel grave pregiudizio ,già quotidianamente in atto nelle aule di giustizia, per il diritto di appello soprattutto dei soggetti più deboli i quali, assistiti da difensori di ufficio e spesso privi di un domicilio stabile, sono spesso posti nella inaccettabile condizione di non potere accedere ai successivi gradi di giudizio. Si fa abortire sul nascere la riforma costituzionale per la separazione delle carriere in magistratura, pur annunciata in campagna elettorale come il punto centrale della riforma della giustizia italiana ,da attuarsi “nei primi sei mesi”. Si assiste  ad un eclatante quanto paradossale contrasto tra le idee ed i programmi di riforma liberale della giustizia penale che il Ministro Carlo Nordio ha formalmente annunciato in Parlamento, e che egli continua a ribadire e rivendicare ,con sincera e profonda convinzione, in ogni occasione pubblica e di interlocuzione con l’avvocatura, e la quotidiana realtà di una politica giudiziaria, governativa e parlamentare, ispirata al più vieto populismo giustizialista e pronta, ancora più che nei precedenti governi, a dare ascolto e privilegiata priorità alle esigenze corporative e politiche della magistratura, la cui forza di condizionamento della macchina amministrativa ministeriale, tuttora dominata da magistrati ivi distaccati in spregio al principio della separazione dei poteri, lungi dall’essere finalmente ridimensionata come nei dichiarati propositi della nuova maggioranza politica.I penalisti italiani ribadiscono senza riserve il proprio apprezzamento, la propria condivisione ed il proprio sostegno verso le idee riformiste del Ministro Carlo Nordio, ed alla figura di giurista ed intellettuale quale egli certamente è, ma non possono più oltre ignorare come quelle idee e quei propositi riformisti appaiano osteggiati ed interdetti dalla stessa maggioranza che dovrebbe sostenerli, come anche da una burocrazia ministeriale tradizionalmente incline ad assumere l’improprio ruolo di decisore politico che di fedele ed efficiente esecutore delle idee e della volontà politica del Ministro Guardasigilli-

 

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *