da Alberto De Marco
Da uno stralcio del libro “Il Sistema” Potere, Politica, Affari: Storia Segreta della Magistratura Italiana, pubblicato nel 2021 dalla Casa Editrice Rizzoli, scritto dal giornalista, Alessandro Sallusti, Direttore de “Il Giornale”, ad una delle domande dell’intervista al Dott. Luca Palamara, che è stato Segretario generale e poi il Presidente più giovane dell’Associazione Nazionale Magistrati e successivamente è stato eletto membro togato del Consiglio Superiore della Magistratura, ma in seguito alla proficua indagine della Procura di Perugia, è stato prima espulso dall’ANM e nell’ottobre 2020 per la decisione del CSM, è stato radiato dalla Magistratura, il provvedimento è stato confermato definitivamente il 4 agosto 2021 dalle Sezioni unite della Suprema Corte di Cassazione; il giornalista in considerazione delle precedenti dichiarazioni, rilasciate dal Dott. Palamara gli fa notare:”… Lei sta disegnando un quadro che assomiglia più a una guerra tra bande che al luogo dove si amministra la giustizia. Per questo, fare un po’ di pulizia ogni tanto potrebbe essere cosa buona”. L’ex Magistrato risponde:“…Se parliamo della cupola del «Sistema», che non è e non rappresenta tutto il sistema giudiziario, la risposta è sì; come tutte le cupole, vive e si muove in un perenne stato di guerra, e in guerra non si va per il sottile. Lo dico oggi che non ho più il cappello di magistrato, con il quale dicevo che è tutto regolare. È’ un meccanismo che travolge, io ne sono stato parte ma alla fine ha travolto anche me”. Dalla lettura esaustiva del libro, il Dott. Palamara giustifica il suo “modus operandi”, riconoscendone anche “le magagne” dell’autorità Giudiziaria, condizionata dalla classe politica, dai “poteri forti”, dagli Organi Istituzionali e dall’interesse spasmodico “di fare Carriera”, non certamente per meritocrazia, attribuendo quindi ogni responsabilità “al Sistema della Magistratura”. Partendo da queste premesse, desideriamo porre alcune domande al Dott. Luigi de Ficchy, un autorevole Magistrato, ora in pensione, che ha sempre dimostrato nel suo lavoro, un grande impegno nel contrastare la corruzione, le mafie ed i sistemi criminali. Negli anni 80 ha curato importanti indagini relative: alla “Banda della Magliana”; al “terrorismo rosso”; al sequestro e all’omicidio dell’Onorevole Aldo Moro. Ha fatto parte per 16 anni della “Direzione Nazionale Antimafia”, successivamente è stato Procuratore della Repubblica di Perugia. Per le minacce di morte ricevute dalla mafia, consequenziali al suo eroico operato, è stato tutelato da una scorta della Polizia per 40 anni.
D) L’art.3 della Costituzione stabilisce che: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.” Questo principio importante che dovrebbe garantire la sostanziale eguaglianza del cittadino, che appare a “caratteri cubitali” nelle Aule dei Tribunali con le parole “La Legge è uguale per tutti”, è utopia o realtà?
R) Ritengo che non bisogna lasciarsi suggestionare da visioni catastrofiche sul funzionamento della Giustizia che i mass media hanno interesse a evidenziare perché spinti da interessi e fazioni politiche. Se parliamo del processo penale il problema più grande è dato dalla lentezza dei procedimenti. Questa non deriva dalla poca operosità dei Magistrati, che organismi indipendenti hanno riconosciuto come tra le più alte in Europa, ma da norme di un processo penale che si voleva accusatorio, ma che ha mantenuto la struttura del processo inquisitorio con tre gradi di giudizio, che a volte in relazione ai procedimenti più complessi possono diventare 5 o 6. Questa situazione danneggia tutti i cittadini indistintamente e soprattutto le vittime dei reati e chi da innocente si veda accusare di un reato che non ha commesso. Non è pertanto in discussione il principio di uguaglianza dato che il cattivo funzionamento della giustizia colpisce tutti i cittadini. Quando si parla del ”Sistema” si fa riferimento al funzionamento del Consiglio Superiore della Magistratura e alla sua lottizzazione da parte delle correnti, situazione che incide sulle carriere dei Magistrati e indirettamente sul giusto funzionamento della Giustizia.
D) Se è utopia come potrebbe diventare realtà?
R) Ritengo che la riforma più importante sia quella di fare le elezioni del CSM attraverso un sorteggio temperato:prima un sorteggio tra tutti i Magistrati con una certa anzianità da cui estrarre i 100 Magistrati da sottoporre a elezione.
D) Il Dott. Gennaro Francione, già Magistrato e Consigliere di Cassazione, autore del libro “La Tavola delle Prove Legali”, della NEU (Nuova Editrice Universitaria), impreziosito dalla presentazione del Dott. Daniele Colucci, Magistrato della Corte di Appello di Napoli e dalla collaborazione di altri autorevoli personaggi: il biologo forense Eugenio D’Orio; l’esperto informatico, il Soprintendente della Guardia di Finanza, Antonio Broi; etc…; dedicato alla memoria del Presidente Emerito della Corte Suprema di Cassazione, il Dott. Ferdinando Imposimato, che è stato l’unico Magistrato a sostenere il Dott. Francione, quando svolgeva la professione di Magistrato, nella battaglia contro il processo indiziario, nonché a stimolarlo nel costruire una tavola delle prove legali per limitare il potere decisionale dei Giudici.Tra i diversi suggerimenti menzionati nel libro, finalizzati a rendere più funzionale l’organo della Magistratura, attraverso una sana strategia di giustizia, propone la figura del Giudice di Quartiere, annessa alla figura del Difensore Civico di Quartiere. L’agire di questo Magistrato locale nel cercare la soluzione di un conflitto: “….prima che lo stesso insorga o mentre si sta sviluppando. Una Giustizia sociale a bassissimo costo, unito alla rapidità e all’efficienza per prevenire la devianza da qualunque parte provenga, soprattutto dolorosamente presente tra le mura domestiche, i condomini ed i luoghi di presunta civile convivenza. Il Giudice di Quartiere opera con un’equipe di psicologi, assistenti sociali, investigatori. In parallelo si potrebbe utilizzare la figura di un Giudice Web per un’attività di prevenzione dei crimini commessi attraverso la rete, che sono in continua crescita esponenziale”. La Magistratura si palesa a volte come una macchina burocratica, costosa ed inefficiente, che attribuisce troppo valore agli indizi e non alla certezza delle prove, con le consequenziali assoluzioni nei gradi successivi ed il risarcimento dei danni, un onere che alla fine grava sul cittadino, non potrebbe attraverso queste proposte aprire uno squarcio nelle maglie della giustizia per una migliore funzionalità?
R) Sono assolutamente contrario a questa ipotesi. In un paese come il nostro dove vi è un pesante condizionamento da parte delle mafie e dei sistemi criminali significa mettere a repentaglio la serenità con cui il Giudice deve operare.
Alla sinistra della foto, il Dott. Ferdinando Imposimato, Presidente Emerito della Suprema Corte di Cassazione, al quale il Dott. Gennaro Francione ha dedicato il libro “La Tavola delle Prove Legali”, che riceve a Roma nella Biblioteca della Camera dei Deputati, in una delle Edizioni del Concorso Internazionale Antonio de Curtis, Totò, dal Presidente della Sezione Bontà, lo scrittore ed eroe disabile, Duilio Paoluzzi, la medaglia d’argento della Presidenza della Repubblica
D) La Suprema Corte di Cassazione con sentenza N. 45061 del 2022, in riferimento ai sequestri di sostanze stupefacenti, fissa i limiti per riconoscere la fattispecie di lieve entità, entro quali limiti massimi si può riconoscere la fattispecie attenuata in assenza di ulteriori elementi, che possono influire su tale valutazione: 150 gr. per la cocaina; 107,71 gr. per l’eroina; 246 gr. per la marijana; 386,93 gr. per l’hashish. Considerare reato lieve attribuibile alle persone,alle quali sono sequestrati tali quantitativi di stupefacenti che detengono, certamente imputabili allo spaccio della droga e non all’uso personale, tali sentenze possono demotivare ed esautorare l’operato delle forze dell’Ordine, che già da tempo è sotto organico ed è sottoposto a turni di lavoro “massacranti”, anche di dodici ore al giorno, perché ai pensionamenti non seguono adeguate reintegrazioni, salvo eccezioni per la Guardia di Finanza, come si evince dal recente Concorso di prossima scadenza, a causa delle scelte politiche ed economiche degli organi istituzionali, che ci governano sull’utilizzazione dei soldi pubblici e tali sentenze possono altresì contrastare o favorire la criminalità?
R) A mio parere si tratta di quantitativi eccessivi che non dovrebbero potersi riferire all’uso personale e che rischiano di ostacolare il lavoro delle forze dell’ordine e di chi deve giudicare se si tratta di modiche quantità.