da Dr. Alberto Di Muria
Padula- La chemioterapia è una parte ancora fondamentale della cura del cancro. La chemioterapia può salvare la vita perché utilizza farmaci capaci di distruggere le cellule che proliferano attivamente, come quelle tumorali, bloccando così la progressione e la diffusione della malattia.
Però alcune cellule del nostro corpo condividono con le cellule tumorali la caratteristica di crescere molto rapidamente. Per questo i farmaci chemioterapici, che agiscono sulla capacità delle cellule di moltiplicarsi, possono distruggere anche alcune cellule sane che si riproducono con altrettanta rapidità. Tra queste ci sono le cellule del sangue, quelle dei follicoli piliferi, le cellule che rivestono la bocca, lo stomaco e l’intestino, e quelle degli organi riproduttivi. Così tra gli effetti collaterali della chemioterapia vi sono la perdita di capelli, l’anemia, la stanchezza, la nausea, il vomito, la diarrea, le infezioni, la formazione di lividi o piccole emorragie e anche problemi di tipo cognitivo, la cosiddetta “chemo brain”. Comunque, i tessuti normali hanno la capacità di rimediare a questi effetti negativi una volta che la terapia è terminata, e per questo la probabilità di effetti collaterali a lungo termine è relativamente contenuta.
A oggi esistono più di 100 farmaci chemioterapici antitumorali. La scelta del farmaco dipende dal tipo di tumore, da quanto è esteso al momento della diagnosi e dalle caratteristiche del paziente. I chemioterapici, contrastano il tumore in diversi modi: eliminano le cellule cancerose, rallentano la crescita della malattia, evitano la sua diffusione in altri tessuti, la metastasi, e alleviano il dolore causato dalla massa tumorale.
Spesso si utilizza una chemioterapia combinata basata sull’uso di più antitumorali, in modo da contrastare le resistenze del tumore a singoli farmaci. Inoltre sempre più di frequente la chemioterapia è associata a terapie “intelligenti”, come quelle che puntano a uno specifico bersaglio molecolare, oppure a terapia ormonale o immunoterapia. I ricercatori continuano a studiare e proporre nuove associazioni di farmaci e nuovi schemi di somministrazione per rendere la chemioterapia più efficace contro il tumore e meno dannosa per il resto dell’organismo.
Molti studi stanno cercando di mettere a punto test predittivi per prevedere un po’ più precisamente quali pazienti potranno trarre beneficio dalla chemioterapia e quali no, risparmiando inutili effetti collaterali a chi non ne avrebbe alcun vantaggio. Un’altra novità riguarda la cosiddetta cronoterapia ovvero l’effetto del momento di somministrazione sulle terapie. Un articolo pubblicato nel 2017 su International Journal of Molecular Sciences spiega per esempio che somministrare i farmaci chemioterapici in tempi precisi della giornata ha già aiutato a migliorare la tollerabilità del trattamento e la sua efficacia contro la malattia.