Tangentopoli: il ritorno di Presutto … a Fuorni !!

 

Aldo Bianchini

Dr. Elio Presutto - ex manager USL/53 di Salerno ed ex sindaco di Eboli

SALERNO – E’ l’alba livida e fredda del 1° marzo 1993 quando gli uomini della Polizia di Stato irrompono in casa di Elio Presutto ad Eboli per stringergli ancora una volta, la seconda, i polsi con le manette.

L’accusa questa volta è ancora più incredibile della prima; i PM ipotizzano una storia di appalti in favore di un mega holding familiare: coinvolti moglie, figlie, genero e fratello; da giorni i giornali sparano a zero contro il manager socialista della sanità pubblica; solo “Il Giornale di Napoli”  difende a spada tratta l’operato di Presutto che, sempre secondo l’accusa, avrebbe truccato un appalto da 400milioni di vecchie lire a tutto vantaggio della Ecochimica.

L’accusatore è il medico battipagliese C. M. che, dopo aver provocato il primo ma brevissimo arresto di Presutto, arriva a sostenere che lo stesso Presutto avrebbe dettato addirittura il verbale alla commissione di aggiudicazione della gara; riunione tenutasi in casa dello stesso C.M. anziché nella sede naturale ospedaliera.

Questa volta Presutto rimane in carcere per qualche mese; si scatena anche la Corte dei Conti che fa le pulci sia a lui che ai singoli commissari per complessivi 100milioni di lire per parcelle non spettanti.

Alla fine, dopo anni, tutto finisce in una bolla di sapone; Elio Presutto non ha parlato e non ha minimamente coinvolto il ministro Carmelo Conte come speravano i magistrati; ma in quel periodo non si scherza ed a Presutto questo atteggiamento di resistenza costa il terzo mandato di arresto notificatogli quando lui è ancora in carcere per la vicenda della Ecochimica.

Nei giorni immediatamente prima del 1° marzo 1993 accade un fatto che mi fece riflettere a lungo. Una sera mi chiama al telefono Elio Presutto per inc9ontrarmi con urgenza; ci vediamo intorno alle 19.00 nel Bar Canasta in Piazza della Concordia. Sta in evidente stato confusionale, si sente stretto in una battaglia politica-giudiziaria-mediatica; mi chiede di accompagnarlo nello studio legale dei professori avv.ti Nino Dalia e Marzia Ferraioli (difensori sia di Presutto che di diversi altri socialisti inquisiti).

Siamo in quattro, io – lui e i due noti professionisti, sul lungo tavolo rettangolare sono depositati numerosi faldoni giudiziari; Elio espone le sue inquietudini, è allarmato e impaurito. Dalia e la Ferraioli lo lasciano sfogare; poi il professore Dalia gli pone una domanda secca e precisa: “So che domani il Giornale di Napoli titolerà con violenza contro la Procura, Lei può fare qualcosa per fermare il giornale e poi mi dica in che rapporti è, ora, con il ministro Conte ?”.

Passano interminabili i secondi, il silenzio è totale, alla fine Presutto dice di non poter fare niente per il giornale che lui non ha mai governato ma ha solo contribuito a finanziare.

Per quanto riguarda il ministro la risposta è ancor più emblematica: “Non sento Carmelo da un paio di mesi, non so neppure se posso e dove chiamarlo”.

Resto turbato anche io, scruto gli occhi di Presutto e il viso ieratico del prof. Dalia; percepisco il senso giusto della domanda del prof, la risposta ha smascherato la situazione di solitudine in cui era stato lasciato l’ormai ex manager della sanità pubblica salernitana.

Capisco anche che il Partito Socialista è allo sbando; la mattina dopo l’edizione del Giornale di Napoli, diretto da Gigi Casciello, esce con il titolo a tutta prima pagina:

“Complotto politico, Elio Presutto nella bufera”

Non posso fare altro che rimanere in attesa; dopo un paio di giorni arriva puntuale l’arresto di Elio Presutto; e la tangentopoli salernitana entra nella sua fase più cruenta.

 

 

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