Aldo Bianchini
SALERNO – Diciamocelo in tutta franchezza, in piena libertà e fuori dagli schemi ormai decrepiti dell’appartenenza politica.
C’è qualcosa che non va nell’organizzazione capillare dello Stato, alludo al nostro Stato ed al nostro Paese <<una Nazione in cui nessuno si assume le proprie responsabilità e tutti sono pronti a rovesciarle sugli altri: dalla magistratura alla politica, all’imprenditoria così come all’industria e lo sport, passando obbligatoriamente per Sanremo che ormai è la cartina di tornasole di tutto>>.
Cominciamo da Sanremo che dovrebbe essere la sublimazione della canzone italiana e del mondo dello spettacolo e che, purtroppo, è diventato la migliore vetrina per sparare cazzate politiche (soltanto contro il centro destra ?) in assoluta libertà; una vetrina dietro la quale sono tutti pronti (Amadeus in testa) a nascondersi dietro “il rischio della diretta” per evitare guai.
Conosco benissimo i rischi della diretta, ma conosco anche benissimo l’arma letale che ogni conduttore ha in mano come un poderoso antidoto: la pubblicità. Ovvero quando un ospite comincia a sballare ci vorrebbe un conduttore capace (ed Amadeus ha dimostrato di non esserlo almeno in tre occasioni) per chiamare la pubblicità e cambiare registro. Ma l’arma letale Amadeus sembra non conoscerla, difatti non è stato capace nemmeno di interrompere quel vecchio professionista della musica, ormai ex cantante, che ha sparato a zero contro la moglie di Little Tony (entrambi già morti da molti anni). Ma per essere critici fino in fondo voglio anche dire che se per il cantante vecchio (Paoli) e quello giovane (Blanco) non ti aspetti quello che hanno detto e fatto, per Fedez non ci sono scuse, si sa già in partenza quello che fa e dice. E se lo chiami lo fai scientificamente, sperando che ciò che potrebbe accadere accada davvero.
E poi c’è la magistratura che non ha più freni inibitori e scaraventa ogni giorno di più natemi e inchieste giudiziarie sul centro destra a dir poco ridicole solo per lo sfizio di esercitare un immenso potere (leggasi anche per la vicenda del Tar Campania che blocca le nomine dei commissari per il Parco del Cilento e quello del Vesuvio; piuttosto che del processo al “Sistema Salerno”) nell’ottica dell’esasperazione di un concetto. Senza nemmeno sfiorare la vicenda del “Ruby-ter” nell’ambito della trentennale battaglia politico-giudiziaria contro Berlusconi che è stato assolto “perché il fatto non sussiste”; ci sarebbe molto da ridere se non ci fosse da piangere; anche perché io non sono tanto sicuro che la persecuzione finisca qui. Intanto l’ex magistrato Ilda Boccassini e il prode giornalista Marco Travaglio sicuramente sono a lutto. Il piatto di Vespa … docet !!
E della politica ? Per carità meglio non parlarne; pur distinguendo tra politici di sinistra e di destra (molto più perseguitati dei primi) va chiarito un concetto di fondo legato al fatto che nessuno degli schieramenti in campo riesce a riformare non la giustizia in sè (che è messa alquanto bene) ma l’ufficio del PM (che è messo malissimo); basterebbe soltanto questa modifica per ripianificare e meglio distribuire il potere tra i vari rami dello Stato. La sinistra sta perdendo dappertutto, purtroppo, e non si rende conto che sarebbe sufficiente riavvicinare i propri obiettivi alla gente per riprendere la scalata verso il Governo. Insomma la politica in generale e, soprattutto, quella di sinistra è scesa a livelli davvero infimi, almeno fino a quando qualcuno non riesca a zittire la Serracchiani (ed altre !!) che, come Fedez e tanti altri.
Ma se esiste per davvero “il grande vecchio” come da decenni sostengono in tanti, a lui (soprattutto se di sinistra) consiglierei un paio di cose: 1) far capire ai magistrati di essere meno accaniti contro i conservatori, anche perché la scuola delle Frattocchie non esiste più, almeno non esiste più quella che era infarcita di farneticanti cognizioni sessantottine oramai surclassate dai nuovi principi globalizzanti; 2) indurre gli artisti auto qualificatisi di sinistra che i messaggi forti devono essere passati come momenti culturali e non come ingiuriose offese (ricordo la “vacca” che quel docente universitario affibbiò alla Meloni).
E c’è un’altra cosa, forse la più importante: l’intero apparato di sinistra deve capire che quando i giudici attaccano e quando gli artisti dicono cazzate c’è un intero popolo di elettori che si sposta verso destra.
Non servono i discorsi politico-filosofici; le ultime elezioni regionali ne sono la prova provata e quella che tutti hanno definito “la cazzata di Berlusconi su Zelens’kyj” (bisognerà poi vedere se è stata davvero una cazzata !!) non ha minimamente intaccato la netta vittoria del centro destra sia nel Lazio che in Lombardia.
E lo sprofondo rosso è stato, purtroppo per la sinistra, confermato.