Aldo Bianchini
VALLO di DIANO – In queste settimane, nel Vallo di Diano, si parla molto del cosiddetto “Traforo della Maddalena” e subito la stampa locale si è divertita (si fa per dire !!) a mettere in risalto le posizioni diversificate dei due sindaci maggiormente interessati all’opera, Montesano sulla Marcellana e Padula; posizioni che possono facilmente essere riassunte dal titolo che più di tutti ha capeggiato sulle testate giornalistiche locali: “Il «traforo della Maddalena» crea divisioni nel Vallo di Diano. Il «No» di Montesano, Padula prende contatti con il comune di Viggiano, promotore dell’opera”.
Posso anche sbagliarmi ma i titoli, ed anche i contenuti degli articoli, hanno messo in evidenza questa apparente discrasia in maniera quasi penalizzante per Michela Cimino (sindaca di Padula) rea, addirittura, di ver contattato il sindaco di Viggiano, Amedeo Cicala, soltanto per saperne di più; e questo ai più è apparso (secondo il mio punto di vista dopo la lettura della notizia) quasi come un sacrilegio contro l’inviolabilità della catena montuosa della Maddalena, soltanto perché un ormai non più credibile scienziato come il compianto prof. sen. Franco Ortolani (cattedra ordinaria di archeologia presso l Federico II di Napoli e membro del Consiglio Nazionale Superiore delle grandi opere) parlò di “Santuario dell’acqua dei Monti della Maddalena”; un Ortolani per il quale quando siedeva nel Consiglio Nazionale tutto era possibile e quando ne uscì niente era più praticabile.
In tutta sincerità non mi è piaciuta la posizione assolutamente negativa e di chiusura rispetto all’opera (che dovrebbe partire dalla Val d’Agri, bucare i Monti della Maddalena e sfociare in agro di Montesano per poi collegarsi al golfo di Policastro) da parte del sindaco di Montesano Giuseppe Rinaldi; troppo conservatrice la sua posizione e per certi versi anche antistorica. Cerca probabilmente visibilità dopo le brutte notizie che comunque sono nell’aria per la questione della Terna che lentamente, attraverso l’Unisa, cerca di non perdere gli investimenti fatti a Montesano e destinando quella centrale a ricettore di un terminale del progetto nazionale che partendo dalla Sardegna e dalla Sicilia ha investito in pieno la provincia di Salerno con l’università impegnata a concorrere alla realizzazione del mega progetto Tyrrhenian Lab, il grande elettrodotto sottomarino di mille chilometri che in provincia di Salerno avrà ben tre terminali.
Mi è piaciuta, invece, molto di più la posizione assunta (almeno per il momento) dalla sindaca di Padula Michela Cimino che non ha assolutamente dichiarato di essere favorevole al traforo, ma più semplicemente di voler capire per poter esprimere un giudizio più completo ed accurato anche sotto il profilo tecnico. In effetti, a mio parere, la Cimino ha fatto soltanto ciò che ogni diligente amministratore locale dovrebbe fare prima di sparare a zero contro un’opera che, semmai venisse realizzata, potrebbe essere davvero la panacea di tutti i mali di decrescita socio-culturale-economica sia del Vallo di Diano che della Val d’Agri (già molto avanti per le oculate scelte del petrolio) così come del Golo di Policastro. Eppure la Cimino è, comunque, di ispirazione di sinistra e che, quindi, avrebbe potuto facilmente rifugiarsi dietro il falso ambientalismo che alligna in quell’area politica. Invece la Cimino ha avuto il coraggio di metterci la faccia e di sfoderare tutta la grinta necessaria per spiegare a tutti che prima di dire un “NO” è giusto e necessario capire le ragioni alla base di un progetto.