da Nicola Femminella
(docente – scrittore – storico)
SALA CONSILINA – La giornalista Tonia Cartolano ritorna a casa, a Sala Consilina, dove riceve il caloroso abbraccio e l’affezione meritata che sempre i suoi conterranei le riservano. L’occhio bisognoso di cura mi ha impedito, sabato 28 scorso, di partecipare alla presentazione del libro Leaders scritto dalla brava giornalista, vicecaporedattrice di Sky. Una gran folla nell’Auditorium di Sala Consilina le ha fatto corona, perché sempre più dimostra il suo talento, dopo un 2022 ricco di risultati prestigiosi, dovuti ad una professionalità sempre più ribadita sul campo. Infatti, oltre a presentare ogni giorno l’impegnativo programma di approfondimento “Buongiorno”, ha preso parte a numerosi talk show serali, mettendo a confronto con i maggiori giornalisti del nostro Paese le idee e le asserzioni con le quali manifesta opinioni e considerazioni, sempre espresse con assoluta e garbata moderazione. Le comunica pacatamente e in nessun caso eleva i toni della sua voce o prevarica quella altrui, verso cui giammai manca di rispetto, come avviene di solito nel ginepraio di accuse e invettive che tutte le reti ci propinano. L’intelligenza evidente, le capacità molteplici della sua attitudine, le doti che possiede, il peso della competenza acquisita, sono le qualità che evidenzia ed è palese la simpatia e la stima che riceve dagli interlocutori con i quali di volta in volta interagisce. La seguo spesso e con attenzione, nonostante io non sia patito della TV. Nella conduzione dei programmi e nei dibattiti a cui partecipa sa trovare la solidità del punto di vista più razionale possibile, l’affermazione dettata dai fatti divisi dalle opinioni, la coerenza verso i valori universali. Preferisce evitare parole superflue e vacue ed enuncia concetti sempre derivanti dalla ricerca e dallo studio approfondito. Secondo il mio modesto parere, sono i principi assoluti per chi vuole professare un giornalismo di servizio verso lettori e utenti. Tali parametri Tonia finora li ha cavalcati con rettitudine e umiltà. Da qui il suo successo, acquisito superando muri coperti da cocci di vetro, fidando solo sulla passione per la professione scelta, l’impegno mai respinto e la sua determinazione. Resta in onda dalle sei fino alle nove nel suo programma “Buongiorno” dal lunedì al venerdì. Né si è mai tirata indietro come giornalista inviata di guerra in terreni complicati come quelli dell’Afghanista, Iraq e Libano.
Ebbi la fortuna di incontrarla, appena laureata, in procinto di partecipare al concorso indetto da Sky. A lei che si mostrava incerta e timorosa per la difficile prova che l’aspettava, rivolsi parole incoraggianti e affettuose. Erano in me convinte e fondate, più che una speranza. L’avevo già ammirata, giovanissima, mentre lavorava in una TV locale (Italia 2 TV). L’avevo osservata con attenzione, quando appariva in video. Mi stupiva il piglio che mostrava, mentre comunicava le notizie e realizzava i suoi servizi giornalistici. Era quello che da sempre intravedo nella cifra comunicativa che di sera ostenta Lilli Gruber. La stessa luce negli occhi, il modulare della voce, i gesti, la gestione degli enunciati. Ci lasciammo e io le regalai il libro Sotto la notizia niente di Claudio Fracassi Spero di aver ricordato bene l’episodio. Da allora ho il piacere di telefonarle un paio di volte all’anno, mentre la seguo di continuo, perché vederla comparire nel silenzio del mattino sul video mi procura profonda emozione. Mi capita anche quando seguo i servizi di Daniela Ferolla, conduttrice televisiva di Vallo della Lucania o le prestazioni di Ylenia Cimino flautista di Teggiano e del soprano Maria Giovanna Agresta. Così come il successo di Giusy Sansone, campionessa del mondo a Praga qualche mese fa, in tre categorie diverse di Natural Body Building. Analoghi sentimenti provo per molti miei alunni, quando raggiungono risultati radiosi nei mestieri e nelle professioni. E se raggiungono posizioni di rilievo nel loro campo di azione, gioisco insieme a loro. È la sindrome dell’insegnante avanti negli anni. Sono convinto che il futuro è nei giovani, se la società costituita saprà indirizzarli verso le giuste direzioni, se riesce a renderli protagonisti attenti e attivi, garantendo ogni legittima collocazione a quelli capaci e talentuosi. Tanto più quando diventano modelli per i ragazzi e contrastano quelli negativi che talvolta imperversano nelle movide, compiendo azioni deplorevoli o comparendo nella cronaca quotidiana per vicende negative. Non ho parlato del libro di Tonia, perché ancora non l’ho letto. Lo farò appena mi sarà consegnato. Una mia amica scrittrice lo ha fatto e mi ha riferito che è tra quelli più belli che raccontano “storie di donne”. Per intuirne il contenuto vale la pena riportare qui le parole di Tonia al termine dell’incontro “Noi donne siamo l’unica maggioranza al mondo trattata come una minoranza. Siamo capaci di partorire il futuro, eppure il futuro ci viene consegnato tra le mani pochissime volte. L’angolo nel quale siamo state relegate è frutto della nostra cultura, ma mi auguro che alla fine di questo decennio avremo smesso di parlare di leadership femminile perché vorrà dire che non ci sarà più la necessità di risolvere questo problema. Questa è una partita che si gioca con i maschi, non contro i maschi. È una partita culturale che va affrontata per prima cosa in famiglia e a scuola“.