RIO FUSANDOLA: esiste realmente il pericolo di esondazione ?

 

Aldo Bianchini

SALERNO – Da circa quindici anni scrivo sui rischi di esondazione del Rio Fusandola dopo i lavori di deviazione del suo corso naturale per consentire di guadagnare un’area vasta sui cui costruire il Crescent e Piazza della Libertà.

L’unico dato estremamente certo e sicuro è vincolato al drammatico ricordo dell’alluvione del 1954 (69 anni fa) che causò molti morti e danni seri alle strutture edilizie, e non solo, della città. E allora l’acqua del Fusandola scorreva normalmente nel suo letto naturale che non era stato curato d molti anni prime di quella serata sciagurata.

Oggi il Rio Fusandola è in gran parte intubato fin sopra Via Monti, con l’aggiunta della deviazione finale con una probabile evidente strozzatura che, secondo alcuni, potrebbe aggravare la situazione in caso di maltempo continuato, fono a provocare una pecie di botto della bomba ecologica che si verrebbe a creare nelle viscere della terra.

Ricordo a tutti che a Salerno esiste un’altra bomba ecologica simile a quella del Fusandola; si tratta del Rio Mercatello che fu deviato per consentire la costruzione della caserma dei Carabinieri; ma di questo nessuno si interessa.

Una decina di giorni fa (tra il 18 e il 19 gennaio) l’on. Giuseppe Bicchielli di Noi Moderati e il consigliere comunale Roberto Celano di Forza Italia hanno sferrato un duro attacco contro l’amministrazione comunale e i suoi tecnici progettisti, tutti a processo, chiedendo in pratica ai giudici una severa condanna per lo scempio ambientale compiuto per dare modo a speculazioni private di edificare la piazza e lo stabile a mezza luna.

Uno di quei tecnici, tuttora sotto giudizio della magistratura, mi ha scritto: “”…  Qualcuno si agita sul Fusandola dicendo menzogne sapendo di dirle. Sono disgustato da questa gente  che cerca di rifarsi una verginità a spese del prossimo. Uno ha fatto una interrogazione asserendo che non ci sono i pareri quando ha documenti ufficiali che dicono il contrario, asserisce che i lavori sono in demanio fluviale quando più volte il Genio Civile ha scritto che è demanio marittimo e quindi non è soggetto alle limitazioni dei fiumi o torrenti. Dove abbiamo operato è opera di foce, cioè semplice diffusore a mare e ciò che è stato fatto è pienamente coperto dal doppio dei pareri necessari e da tutti i controlli. Per non parlare della completa assenza di pericolo come attestato dal CUGRI, massima autorità pubblica in materia, e tu lo sai perché hai letto relazione agli atti del processo. Sono torturato da circa 20 anni per aver fatto onestamente il bene di questa città, mi pare che sia ora di lasciarmi in pace …””.

Faccio il giornalista, non sono tuttologo e, soprattutto non sono né un architetto e neppure un ingegnere; leggo atti, raccolgo carteggi e progetti, ricevo pareri ed alla fine cerco di commentare non senza avere riflettuto a lungo. Non mi fido delle veline.

In merito, subito dopo la pubblicazione dei comunicati diffusi sia da Bicchielli che da Celano, mi ha scritto l’Ammiraglio Arch. Gaetano Perillo, professionista molto preparato in materia: “”…  Ben vengano questi interventi di esponenti politici intesi a sollecitare ulteriori accertamenti per capire quale reale “pericolosità per la pubblica incolumità” rappresenti l’avvenuta deviazione del tratto terminale del Rio Fusandola. Al riguardo, i tanti dibattiti riguardanti aspetti tecnici, normativi, giudiziari e di compatibilità ambientale, che hanno caratterizzato negli anni lo svolgersi della vicenda, ancora non hanno portato alla parola fine di questa controversa querelle.
Nè si può, oggettivamente e con cognizione di causa, sostenere che è più valida la posizione di chi esclude che quell’intervento sia avvenuto con l’inosservanza di ogni regolamentazione tecnica e normativa, piuttosto che quella di coloro che sostengono il contrario ed esigono di porre in campo “provvedimenti per tutelare l’integrità della vita e dell’ambiente dai pericoli derivanti” da quell’abuso
””.

Adesso, alla luce di quanto scritto da uno dei tecnici progettisti sarebbe molto interessante un nuovo commento dell’Amm. Arch. Perillo.

 

 

 

One thought on “RIO FUSANDOLA: esiste realmente il pericolo di esondazione ?

  1. Egr. Direttore,
    l’articolo ripropone nel titolo il temuto e spesso evocato pericolo di esondazione del Fusandola, in conseguenza dell’avvenuta deviazione del tratto finale del suo alveo. In chiusura poi, l’articolo stesso riporta lo stralcio dello scritto di uno dei tecnici progettisti e su di esso mi viene chiesto di esprimere una mia opinione.

    Col mio commento inviato il 31.12.23 ho precisato quale fosse la mia posizione in proposito, ribadendo quanto già detto anche in precedenti occasioni.

    Entrando nuovamente nel merito, io noto che lo scritto del tecnico sopra citato – che sintetizza il contenuto di una serie di documenti e di atti legislativi e regolamentari – rappresenta un chiaro riferimento soprattutto agli aspetti processuali e alla validità o meno dei progetti presentati e quindi alla regolarità e alla pertinenza delle autorizzazioni richieste e/o concesse.
    Si presume cioè che sia materia analoga a quella utilizzata dai ricorrenti per ritenere non valide, insufficienti o illegali le fasi procedurali del procedimento e quindi per denunciare l’abuso edilizio in essere e per avanzare la richiesta di interventi a salvaguardia della pubblica incolumità.
    Al riguardo, ritengo che solo un diretto accesso alle fonti, ove possibile, consentirebbe ad un osservatore esterno di esprimere una propria opinione sulla base di una analisi più completa degli atti, fermo restando che la contrapposizione fra le parti, assurta ormai a materia penale, non potrà essere risolta se non nelle sedi dedicate.
    Riterrei pertanto un mio eventuale commento sopra le righe e non esaustivo.

    Diverso invece è stato il mio approccio sulla problematica della sovente conclamata possibilità/evenienza di rovinose esondazioni (tanto da evocare la tragedia del 1954) per effetto della deviazione eseguita sul tratto terminale del Rio Fusandola.
    Ne sto trattando in varie occasioni esponendo in proposito valutazioni basate su conoscenze tecnico-professionali e soprattutto perché convinto che al riguardo sarebbe necessaria una disanima a 360°, prima di ingenerare dubbi/sospetti su potenziali future calamità per effetto di un … deprecato intervento sull’alveo di un rio cittadino.
    Mi sembra infatti che si continui a puntare la mira contro un bersaglio errato (così definito anche da autorevoli perizie tecniche), trascurando/ignorando altri obiettivi, realmente responsabili potenziali delle paventate sciagure, e quindi tali da dover essere eliminati con la massima tempestività.

    Sarebbe anche un modo per fornire all’opinione pubblica un quadro di situazione che tenga conto dei fattori in gioco e della reale incidenza di ciascuno di essi.
    Si darebbe evidenza a quanto può/deve essere addebitato alle responsabilità della pubblica Amministrazione e quanto invece al groviglio burocratico delle leggi condizionanti i processi decisionali.

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