da Raffaele Accetta
(architetto, consigliere comunale Monte S.G. – già sindaco e presidente Comunità Montana )
VALLO di DIANO – Le ultime vicende, scaturite dall’allerta meteo, che hanno di nuovo creato problemi di allagamenti e straripamento del fiume Tanagro, nonché le inevitabili difficoltà della circolazione stradale dovuta alla chiusura delle strade in prossimità di ponti, a causa di frane e dissesti vari, richiede una seria riflessione da parte di tutti.
Tanti cittadini lamentano che il verificarsi di tali fenomeni non siano da addebitare solo ad eventi naturali, ma anche a chi oggi ha la responsabilità del governo del territorio, (Stato, Regione, Consorzio di Bonifica e comuni interessati).
Non voglio aggiungermi , in questo momento particolare, alla legittima protesta, ma, nella veste di semplice consigliere comunale, ex Sindaco ed ex Presidente della Comunità Montana, osservando quello che è successo con un giorno di pioggia e di neve, voglio anche io esprimere la mia modesta opinione per evidenziare come negli ultimi tempi, nonostante si esalti l’unità del territorio, l’appartenenza allo stesso schieramento politico di quasi tutti i Sindaci, si avverte e si percepisce una sorta di silenzio per non dire ABBANDONO del territorio e anche la mancanza di scelte con azioni concrete che lo stanno progressivamente indebolendo e aggravando quella condizione di marginalità di area interna, pur essendo il Vallo di Diano una delle prime aree pilota individuate qualche anno fa.
Negli ultimi mesi il territorio è stato interessato da centinai di furti in abitazioni private con notevoli danni oltre che economici anche e soprattutto sociali, dopo l’incontro che i Sindaci hanno avuto con il sig. Prefetto di Salerno, non si sono avuti particolari riscontri tesi a riportare un po’ di tranquillità tra la popolazione, anzi i furti sono addirittura aumentati.
Tutti i comuni, pare, si stiano adoperando per sottoscrivere con la Prefettura “Patti per l’Attuazione della Sicurezza Urbana” con progetti finalizzati a chiedere il finanziamento di sistemi di video sorveglianza.
Anche per tale importante iniziativa non si è riscontrato un’azione congiunta ed un eventuale accordo tra tutti gli Enti per poter agire in sinergia ed avere maggiori opportunità con un coordinamento e un sistema di sorveglianza più razionale sulle strade del Vallo.
I problemi della soppressione di servizi, come la eventuale chiusura del punto nascita di Polla e il continuo depotenziamento dell’Ospedale, nonché la imminente discussione che il territorio dovrà fare sull’Alta Velocità, sono solo alcuni dei temi sui quali occorrerebbe riflette insieme al fine di avere una comune strategia di sviluppo per il territorio.
La mancata riapertura del Tribunale di Sala Consilina, con la nomina del nuovo governo di Centro Destra, richiederebbe, per esempio, una nuova mobilitazione fatta da tutti, come qualche anno fa, ma purtroppo persa, anche per le divisioni che in quella occasione vi furono.
Come pure per la crisi energetica, dovuta alla guerra tra Russia e Ucraina, potrebbe far riaccendere i riflettori e l’interesse sul nostro territorio da parte di multinazionali e richiedere di avviare studi per le perforazioni petrolifere.
E …tanto altro…. È solo una mia semplice riflessione che ho sentito di comunicare sperando che queste problematiche si affrontino con la consapevolezza di una concreta unità per la politica comprensoriale che tuteli e rilanci lo sviluppo del Vallo di Diano.
Monte S. Giacomo 25.01.2023 Raffaele ACCETTA
Carissimo Direttore Aldo Bianchini,si manca una visione d’insieme del territorio del Vallo di Diano e del Golfo di Policastro. E’ un fatto gravissimo quello della mancata mobilitazione del Vallo di Diano e del Golfo di Policastro,da parte di tutti , della chiusura del Tribunale di Sala Consilina.La soppressione del Tribunale di Sala Consilina (SA),a settembre del 2013 ,nell’ambito della revisione della geografia giudiziaria ,il decreto legislativo 155/ 2012, costituisce un caso eclatante,un caso unico in Italia, accorpato a quello di Lagonegro in provincia di Potenza, un Tribunale di ben più piccole dimensioni , fuori regione, nella Basilicata. Occorre intervenire e rivedere con urgenza la “stortura” derivata dalla riforma Severino, con un aggravio di costi e gravi disagi per i cittadini . Tale ingiusta aggregazione ha comportato l’eliminazione di una struttura giudiziaria ospitata in una sede idonea e funzionale (qual era il Tribunale di Sala Consilina) per dislocarla nei ristretti spazi, già di per sé insufficienti, del Tribunale di Lagonegro, che si è venuto a trovare, di conseguenza, nella condizione di grave criticità, a limitare la frequentazione delle aule giudiziarie , al dichiarato scopo di “tutelare la sicurezza di tutti”. Il Ministero della Giustizia – a quanto risulta – dovrà ’approfondire la questione dei Tribunali soppressi ai fini dell’accertamento della sopravvenienza delle condizioni che ne inducano la riattivazione, condizioni che, nel caso del soppresso Tribunale di Sala Consilina (Salerno), sono da rinvenire nell’assoluta inadeguatezza dei locali dell’incorporante Tribunale di Lagonegro (Potenza).Tra i Tribunali soppressi quello di Sala Consilina (Salerno) vanta il possesso di tutte le condizioni e di tutti i requisiti occorrenti per la riapertura.