SALERNO: COMUNE – COOPERATIVE – MAGISTRATURA … anche qui il “tengo famiglia ?”

 

Aldo Bianchini

Il quadro riepilogativo del "Sistema Salerno" pubblicato da Il Mattino in data 7.11.21

SALERNO – Un amico mi ha sollecitato a vedere l’intervista di fine anno 2022 rilasciata dal sindaco di Salerno Vincenzo Napoli a molte redazioni televisive e giornalistiche della città, e non solo.

Incuriosito ho ricercato l’intervista (meglio sarebbe dire lunga dichiarazione di circa 7 minuti) e ho visto quella pubblicata da salernonotizie.it ed ho dovuto ammettere, con me stesso, che l’amico aveva perfettamente ragione quando mi ha consigliato di vederla.

In effetti il video è più una conferenza stampa che altro; nel corso della quale, però, il sindaco Napoli, forse in maniera distratta, parlando del rilancio economico-strutturale della città (dal palazzetto dello sport ai servizi di prima necessità pubblica) si è lasciato sfuggire la considerazione che, a causa del blocco imposto dalla magistratura al lavoro delle cooperative sociali, tutti noi abbiamo dovuto subire una fermata di molti mesi del programma eccellente che la nuova amministrazione si era dato subito dopo la vittoria nelle elezioni del 4 ottobre 2021 e con la giunta ancora da nominare (il blitz della Procura è dall’11 ottobre 21 con arresti ed avvisi di garanzia); ammesso che quel lavoro sia ripreso è giusto fare alcune considerazioni.

Innanzitutto quella dichiarazione è gaffe imperdonabile che non mi sarei minimamente aspettata da un sindaco di navigata esperienza come Enzo Napoli, almeno per tre ordini di motivi:

  • Che la magistratura non ha bloccato un bel niente ma ha soltanto indagato un folto gruppo di persone con l’ordine di arresto solo per due di esse; e tra gli indagati il sindaco ha dimenticato che c’è anche lui e, addirittura, il governatore;
  • Che la magistratura non ha ordinato la sospensione di alcuna convenzione e che la revoca delle concessioni alle Cooperative è stata attuata dalla sua giunta in maniera frettolosa ed anche eccessivamente timorosa, forse per evitare che si scoprissero altri altarini;
  • Che nessuno degli indagati, anche quelli arrestati, risulta ad oggi condannato e che, quindi, non c’è ancora nessun colpevole.

Tanto induce a pensare che la frase sibillina (a metà strada tra l’accusa alla Procura per l’ingiustificata incalzante inchiesta e il timore che possa essere scoperto troppo ancora oggi) è stata pronunciata dal sindaco a mò di sbarramento ulteriore nel momento in cui la Procura appare più debole rispetto all’ottobre del 2021.

Sullo sfondo però rimane la descrizione della inesplorata “cena con delitto” (articolo dell’ex pm Michelangelo Russo su leCronache.it del 13.10.21) della quale non si è parlato più, ed almeno di altre due cene (una addirittura a Palinuro) emerse dalle registrazioni delle telefonate in possesso della Procura che metterebbero in serio imbarazzo almeno un paio di magistrati per rapporti poco chiari avuti con il “sistema di potere politico salernitano” che dopo aver bloccato l’irruenza degli investigatori (il Questore e il Capo della Mobile) starebbe producendo un vistoso rallentamento del processo a carico di Nino Savastano e Vittorio Zoccola; processo che già batte la fiacca tra l’indifferenza generale.

Se questo è il problema, allora siamo messi davvero male.

E guarda caso i due investigatori del “sistema Salerno” sono già andati via:  il questore Maurizio Ficarra in pensione dal 1° luglio 22 e il capo della squadra mobile Marcello Castello promosso e trasferito a Portici Ercolano.

Su tutto e su tutti sembra, insomma, che il concetto del “tengo famiglia” si sia radicato, ben oltre i limiti di tolleranza, all’interno del Comune, delle Cooperative e della Magistratura.

Trasposizione in chiave salernitana dal discorso di Pericle agli ateniesi (Tucidide – 341 a. C.): “Le leggi qui assicurano una giustizia eguale per tutti …Qui “a Salerno” noi facciamo così”.

 

 

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