LA MUSICA, una forma di “utopia concreta”

 

da Giuseppe Amorelli

(avvocato – scrittore)

Ernest Bloch

Sostiene Ernst Bloch , scrittore e filosofo tedesco  teorico del “principio speranza”  che:” La natura utopica della musica è capace di risvegliare nei giovani la loro dimensione piu profonda non mera astrazione vuota.” E’ stato il fenomeno della “canzone d’autore”  che si è manifestato consapevolmente in Italia dopo la metà degli anni 60, quando la “parola”  assume un ruolo di rottura  rispetto alla tradizione non solo nell’ambito del costume e dell’immaginario nazionale, ma anche  della canzone. In quel preciso momento storico caratterizzato dalla tensione sociale e dell’emergenza terrorismo,  sopraggiunta subito agli inizi degli anni 70, “gli anni di piombo” l’italia aveva bisogno di rinnovare la sua educazione sentimentale e la canzone poteva essere pura e semplice affermazione di un sentimento, ma occorreva portare una ventata di rinnovamento nel chiuso panorama musicale, ancora attardato alle rime cuore-amore.  La musica allora diventa un canale, uno strumento di espressione di una intera generazione che si avvicina al sociale mettendo al bando la musica melodica come prodotto di largo consumo. La musica diventa da pacifista, a politica, innovatrice di nuove forme di espressione;  i testi interpretano il senso di inquietudine, di protesta  , la musica come vento di libertà , la musica per riflettere, per sognare , una musica insomma capace di muovere le passioni. . Con l’avvento dei cantautori quindi la musica veniva “abitata” da tensione ideale e da un retroterra letterario. Furono proprio lo slancio ideale ed il ribellismo degli anni 70 a dare forma e sostanza al cantautorato italiano. Un esempio su tutti : Rino Gaetano, che con le sue “narrazioni musicali”,   fu uno dei primi assertori e protagonisti. Un suo ultimo messaggio nel brano :”Ed io ci sto”…mi dicono alla radio statti calmo fatti uomo non esser scalmanato, stai tranquillo e fatti uomo ma io con la mia guerra voglio andare sempre avanti, e costi quel che costi la vincerò non ci son santi.” Il brano rappresenta una vera e propria dichiarazione di impegno civile  e la guerra da vincere era quella dei diritti civili perchè solo quella conquista avrebbe potuto regalare quella “….bandiera diversa senza sangue e sempre tersa.”

La musica d’autore dei nostri giorni invece non presenta  piu le caratteristiche dell’idealismo ideologico e del ribellismo tipici degli anni 70. La “dimensione” che attraversano i testi degli odierni cantautori, trova la sua ragione nel “senso di solitudine” della “caducità del vivere” il  “senso di vuoto” che pervade il mondo giovanile. Nel brano “Che sarà “ il suo autore ,Achille Lauro,  così si esprime: ““…che sarà, che sarà, che sarà siamo soli ma che sarà mi stringo a me come, come se fossi te e non finisse mai, è così, è così è così stare al mondo e no non è qui non è mai stato qui non è questo il posto per noi”… noi quelli là che a vent’anni da soli nelle mani di chi noi che moriamo soltanto perché se no che vita è la mia noi che nasciamo quaggiù e non sappiamo cosa la vita sia”. Questo mondo, oscuro e pieno di dubbi  in cui siamo, per l’artista non è il posto giusto per le anime sensibili e pure. La solitudine che ci avvolge  potrebbe scomparire solo con un abbraccio dato al momento giusto e creare  un’oasi luminosa e ricca di serenità . Noi non sappiamo d’altronde  fino in fondo, che cosa sia la vita e ci  sentiamo  fuori tempo e fuori posto. Per sfuggire alla solitudine, al vuoto incolmabile , ci dice Achille lauro ,occorre stringere una persona che lo comprenda  :” come se fossi te e non finisse mai.” Trovare posto nel mondo e nella dolcezza di una anima simile a lui. Lauro ci invita ad amare oltre i corpi e oltre la materia , ci invita a superare le convenzioni sociali e approdare in uno “spazio” o meglio “dimensione” dove non ci sono mode , pregiudizi, etichette perche soli li troveremo il vero l”Amore”. Una spiritualità quella di Achille Lauro che ritroviamo nel grande filosofo Aldo Masullo, quando sostiene che:” :” Non tutti sanno che quando si parla di “Amore Platonico” non si parla affatto di amore senza corpo, ma di amore  che attraverso il corpo riesce a guardare un pò più lontano di ciò che comunemente riusciamo a vedere. Quindi l’amore diventa un cammino di sapienza che coinvolge l’essere umano nella sua interezza, mente, corpo, tutti insieme, passioni ed intelligenza.”

Anche la cantautrice romana  Parisse nel suo ultimo brano musicale: “Vischio” racconta, con sincerità il senso di tristezza e di malinconia che ci assale nel periodo natalizio  dietro a pranzi con i parenti, scambi di regali e baci scambiati sotto il vischio, “

“Ma ti sei accorto del freddo che fa / Mentre aspetti che arrivi l’amore che fa sempre tardi / Tu sorridi lo stesso tra gli altri.”… Siamo sempre i soliti  calmi a volte ironici  alla fine tiriamo le bombe…Ma non mi importa del freddo che fa se stanotte si è fermato pure il disco baci a vuoto sotto il vischio   suona ancora la canzone..”  La cantautrice mette i risalto la apparente atmosfera di festa  dove sei costretto ad indossare una maschera di serenità  e allegria ma che in realtà ti fa sentire solo in mezzo a tanta gente sotto l’albero di Natale . Il brano ci induce a  riflettere  sul fatto che   basterebbe poco per  regalare un sorriso. Basterebbero pochi gesti che ti farebbero avvicinare al prossimo in maniera semplice. Basterebbe un Ti voglio bene o una carezza  e aborrire tutti i regali sotto l’albero. Il senso di tenerezza, il senso dell’autenticità, il senso di una ritrovata umanità .

La potenza della Musica cosi Bloch spiega la sua vera natura: In Principio Speranza la potenzialità utopica della musica viene spiegata attraverso un celebre mito narrato nelle Metamorfosi di Ovidio: Pan è innamorato della ninfa Syrinx, la quale rifiuta il suo amore. Un giorno Syrinx, in fuga da Pan, si imbatte in un fiume e prega alle onde di trasformarla e Pan, nel tentativo di afferrarla, si ritrova in mano soltanto delle canne di fiume. Pan spezza le canne in pezzi lunghi e corti, le gradua e le mette insieme con la cera, fino a creare il flauto pastorale. Il suono prodotto dallo strumento consente di far rivivere Syrinx ed esprimere l’amore per lei: secondo Bloch questo significa realizzare un’utopia. Attraverso la musica possiamo attingere a un mondo dal linguaggio misterioso, completamente diverso da quello umano. Allo stesso tempo è lo stesso essere umano il creatore di tale linguaggio, capace di rievocarlo a piacere attraverso il suono di uno strumento

 

 

 

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