da Antonio Cortese (docente)
Il dato del 2022 da’ in aumento l’immigrazione in Italia specie dalla Tunisia. In un precedente contributo ho azzardato il consiglio di lasciar fare ai francesi che in integrazione hanno qualche secolo di esperienza in più. Dopo quell’articolo infatti non a caso la Farnesina ha stretto le maglie della selezione e francesi e inglesi se ne sono accorti dovendosi far ribalzare più di una patata bollente fra le mani. Però é vero anche che nel frattempo tutti questi immigrati nel belpaese continuano a confondere e disabituare gli italiani stessi alle buone maniere fra di loro stessi. La storia statunitense poi insegna che molti emigrati venivano arruolati non solo per mancanza di soldati ma anche per dare effettivamente agli oriundi una bandiera alla quale identificarsi nel modo più veloce e severo, per far capire cosa significasse uno stendardo e quali valori, regole e principi rappresentasse. In tal modo anche l’Italia potrebbe farsi iniziatrice di questo tipo di politica rieducativa, soprattutto perché sono i cittadini italiani in primis, dopo nemmeno duecento anni di unificazione a non sapersi ancora integrarsi l’uno con l’altro, figurarsi con gli immigrati. Uno, due anni di leva ai nuovi cittadini di ogni colore e provenienza darebbe all’Italia quella coscienza di “meltin pot” che Inghilterra, Francia e Spagna non fanno problemi a riconoscere.
Scandalizzarsi ancora per le barriere messicane gestite male da Trump prima e non meglio da Biden poi, non dovrebbe essere nostro affare, che se proprio dobbiamo pensare in grande dobbiamo solamente preoccuparci meglio dei limiti di Schengen con allargamenti all’ eurasia, a mio modesto avviso, affinché i commercianti del middle-east possano trattenersi maggiormente per il commercio e poi si sa: non si guarda nel piatto altrui, anche se sporco di troppe stelle e strisce.