Aldo Bianchini
SALERNO – Dopo ben quarantuno anni arriva, in questi giorni, la conferma inattaccabile della grande statura politica e morale di un personaggio come Enrico Berlinguer che fu capace di creare dl nulla la mitologica convinzione che la morale albergasse soltanto a sinistra.
Correva l’anno 1981 quando, in uno storico discorso del 31 luglio, Berlinguer rivendicò la superiorità morale del Pci (e in effetti della sinistra sulla destra) che solo per trascinamento è arrivata fino ai nostri giorni sulle spalle della sinistra italiana ormai sopraffatta da democratici cristiani, liberali, socialdemocratici, repubblicani e socialisti; la cui presenza ha senza ombra di dubbio inquinato un “assioma” che nella regola filosofica non ha neppure bisogno di essere dimostrato tanto è l’inequivocabilità dell’assunto e che il grande segretario del PCI inventò di sana pianta mettendo a segno uno dei colpi politici più importanti della storia della sinistra italiana.
Tanto è vero che da quel momento tutti cominciarono a recitare la favola, nella quale io non ho mai creduto, che la sinistra stesse alla legalità come la superiorità morale stesse al PCI/Sinistra. La storia, letteralmente inventata e fasulla, è stata, per trascinamento, ereditata anche da tutti quei personaggi che con quell’assioma non avevano niente a che fare.
E pensare che con quella grande invenzione politica della “superiorità morale” Enrico Berlinguer riuscì a portare il “suo PCI” a percentuali di consenso altissimo e molto vicine alla maggioranza elettorale nel Paese che nel 1986 pensò davvero di poter essere guidato dallo stesso segretario del PCI.
Quella presunta superiorità morale oggi, purtroppo per la sinistra, appare pesantemente sbiadita se non del tutto svanita e non soltanto sotto i colpi dell’impenitente magistrato belga Michel Claise che avrebbe afferrato dai i lunghi capelli la bella greca Eva/Ifigenia per trascinarla verso il sacrificio sull’altare di una destra che mano a mano che cresce mette a nudo le pecche morali della sinistra.
Al di là della conclusione dell’inchiesta giudiziaria sulla corruzione che avrebbe permeato il Parlamento Europeo, bisogna prendere coscienza che è in atto una rivoluzione politico-culturale che metterebbe sullo stesso piano morale la sinistra con la destra nell’ottica di quella ineluttabile e inevitabile corruzione che è insita in tutte le democrazie e che i giuristi greci e romani avevano denunciato fin dal ‘500 a.C..
E’ vero che gli studiosi dell’epoca lo dicevano per convincere i popoli a buttare a mare le repubbliche per favorire le dittature imperiali; ma è altrettanto vero che il nervo scoperto delle democrazie è proprio la possibilità di cullare la corruzione che oggi, alla luce dei provvedimenti di liberalizzazione dalle pastoie burocratiche dei lavori pubblici, appare sempre più rischiosa per la sopravvivenza stessa della democrazia.
Dietrologia politica ? Non sono in grado né di confermare e né di smentire; bisogna aspettare. E se le prossime mosse del super magistrato dipietrino Claise andranno verso lo smantellamento delle ONG vorrà dire che il progetto di rivoluzione politico-culturale è già in avanzato stato di realizzazione.
Il giornalista-scrittore Bruno Vespa nel suo editoriale (Il Mattino del 17 dicembre) ha scritto: “Da allora questo assunto è stato sempre scritto nelle tavole della legge della Sinistra italiana, comunque si fosse chiamata. Assunto sopravvissuto anche a vicende di Tangentopoli sulle quali talvolta non si è fatta chiarezza fino in fondo. Panzeri, Giorgi e forse più di qualcun altro l’hanno cancellata d’un colpo. Qui non si tratta di un mariuolo che ha preso una tangente”.
Nel frattempo cresce e si alimenta la pista brasiliana delle tangenti per il Qatargate.