da Giuseppe Amorelli
(avvocato – scrittore)
SALERNO – Il giorno 17 dicembre 2022 alla ore 11,00 in Salerno presso la sede del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati sito nel Palazzo di Giustizia in Corso Garibaldi si è tenuta la cerimonia di premiazione degli Avvocati con 50 e 60 anni di professione. Dopo i saluti del Presidente dell’Ordine , avv. Silverio Sica, e l’intervento dell’avv. Antonio Calabrese, che ha ricordato “Le eccellenze” dell’avvocatura salernitana, si è proceduti ad assegnare la targa di riconoscimento agli Avvocati: Giuseppe Albano, Nicola Allegro, Antonio Brancaccio, Gianfranco Cadeddu, Paolo Carbone, Giovanni Clemente, Celestino Consolmagno, Cesare Conti, Carmine Cosentino, Ferdinando Cosma, Carmine D’Aragona, Antonio Esposito, Antonio Fiordelisi, Saverio Fusco, Carmine Giovine, Giuseppe Guglielmotti, Luigi Iannone, Angelo manzo, Alfredo Messina, Ruggiero Musio ,Giuseppe negri, Matteo Pistolese, Giorgio Polverino, Carmine Rago, Guido Romano, Giuseppe Scarpa, Carlo Sica, e Giuseppe Trezza per i loro 50 anni di professione. Gli Avvocati: Andrea De Donato, Vittorio Del Vecchio, Ferdinando Mastursi, Giuseppe Sparano e Francesco Veglia per i loro 60 anni di Professione.
I Colleghi, ai quali sono stati riconosciuti i meritati riconoscimenti, rappresentano l’”Antica” Avvocatura, sempre attuale perché sono Loro il Faro in questo mare procelloso in cui naviga la Giustizia Italiana, Loro il punto di riferimento per la “Giovane Avvocatura”. Sono sempre Loro i “Maestri” depositari dei valori su cui si fonda l’Essere Avvocato”. Perché come sosteneva Piero Calamandrei : “Molte professioni possono farsi col cervello e non col cuore. Ma l’avvocato no. L’avvocato non può essere un puro logico, né un ironico scettico, l’avvocato deve essere prima di tutto un cuore: un altruista, uno che sappia comprendere gli altri uomini e farli vivere in sè, assumere su di sè i loro dolori e sentire come sue le loro ambasce. L’avvocatura è una professione di comprensione, di dedizione e di carità. “Se ci sono ancora innocenti da difendere, ancora soprusi da denunciare, ancora dolori prodotti dalle ingiustizie e leggi dettate per guarirli, allora la giustizia è ancora giovane, ha davanti a sé l’avvenire”. Memorabili gli insegnamenti del Maestro dei Maestri, Alfredo De Marsico: ““In ogni momento del nostro cammino, l’occhio non sia fisso che al vero. La ricerca del vero, la difesa del vero, il culto del vero; questo indica il primo obbligo a cui costringe la nostra toga; essa diventa la divisa di una grande funzione civile: l’attuazione della giustizia attraverso l’accertamento, quasi arduo , del vero.”. Fu De Marsico a sostenne con fermezza un “Principio” che nessun può sopprimere e che ogni potere dello stato abbia sempre vivo e presente e che oggi, più che mai, deve risuonare fortemente in ogni aula di giustizia, da parte di ogni singolo Avvocato : “Tutto potrà tramontare, sarei per dire, perfino la funzione del giudice, ed è la più audace ed inverosimile delle previsioni, ma non potrà tramontare la funzione dell’Avvocato che, interprete del diritto nella legge, custode di tradizioni che crearono ed affinarono il costume e i principi della civile convivenza, strumento vivo, perciò, di una vera etica sociale, potrà prevenire in un mondo moralmente m migliore l’opera del giudice, rendendo possibile la pace degli animi attraverso una giustizia che si sappia attuare senza appello al magistrato.