Aldo Bianchini
SALERNO – La faccia tosta, connessa ad una inconfessabile declaratoria delle responsabilità degli altri, della politica nazionale, regionale e locale è cosa sotto gli occhi di tutti; impossibile trovare un politico che si faccia carico di una qualsiasi responsabilità e lo scarica barile diventa anche convincente ed apparentemente rispondente alla realtà. E così si va avanti tra menzogne e rinvii anche delle opere pubbliche più importanti e necessarie alla sicurezza collettiva.
Difatti il Consiglio dei Ministri, il Parlamento, il Senato, i singoli Ministeri, i presidenti – assessori e consiglieri regionali, i presidenti – assessori e consiglieri provinciali, i sindaci – assessori e consiglieri comunali, i presidenti – assessori e consiglieri delle Comunità Montane e di Mare, così come per i Consorzi di bacino, i Consorzi di bonifica, i Consorzi Sociali, i GAL delle colline e quelli delle pianure, e tutte le altre mefistofeliche sigle che nascondono soltanto incarichi – prebende e palese voto di scambio (o peggio ancora scambio elettorale politico-mafioso oppure abuso d’ufficio) mai e poi mai ammetteranno le responsabilità e quando accade qualcosa di disastroso (come accaduto ad Ischia) è sempre colpa dell’altro reo di non aver utilizzato i fondi stanziati; insomma alla fine il colpevole è l’impiegato di turno, ancora con i manicotti salva gomiti, che resiste alla buona volontà della politica rimanendo fermo sulle barricate della burocrazia.
La domanda è: ma i fondi ci sono davvero ?
La mia impressione è che, molto spesso, ci troviamo di fronte a promesse pre-elettorali mai realmente mantenute; basta pensare al Consorzio di Bonifica del Vallo di Diano e Tanagro per capire come le millantate promesse di finanziamenti (svariati milioni di euro) sono svanite nel nulla nonostante il presidente Beniamino Curcio (tecnico molto capace) si sia nel tempo sbracciato nella preparazione di lunghe relazioni tecnico-politiche, finite nei misteriosi cassetti regionali.
La stessa cos per Ischia dove sarebbero addirittura tre i finanziamenti corposi che non hano trovato sedimentazione in progetti esecutivi; come nel cado dell’alveo La Rita che si è poi rivelata come l’area maggiormente interessata alla voragine assassina di una settimana fa. Insomma tre capitoli di spesa che non si sono tradotti in appalti, che non hanno dato vita a interventi concreti, che sembrano far emergere tutte le criticità della nostra pubblica amministrazione: per anni c’è stato un rimpallo di competenze, tra il Comune e il commissario antidissesto, lasciando al palo i tre progetti di bonifica (senza soldi ?).
Ed anche ad Ischia, come nel Vallo di Diano, sono arrivati i sopralluoghi; nella fattispecie da parte degli inquirenti (procuratore aggiunto Simona Di Monte e pm Mario Canale, che conducono le indagini assieme al pubblico ministero Stella Castaldo, sotto il coordinamento della stessa procuratrice Rosa Volpe).
Sopralluogo inutile ? Non spetta a me dirlo; posso soltanto ricordare a tutti che all’indomani dell’alluvione di Atrani (dove morì quella giovane barista) l’allora procuratore aggiunto di Salerno, Erminio Rinaldi (per anni collega di Rosa Volpe), insieme al PM, fece un sopralluogo portandosi a piedi fino al unto in cui era nata la frana alluvionale che come ad Ischia evidenziava varie intubazioni; il dopo sopralluogo finì nel dimenticatoio del tempo.
Ero presente e con lo sguardo accompagnai quel sopralluogo, sicuro che dopo la passerella tutto sarebbe finito in una bolla di sapone.
E il torrente Fusandola di Salerno che contribuì all’alluvione del 1954 ? Il processo per l’errato “tombamento della foce” si allunga nel tempo e si avvia verso l’inevitabile prescrizione; così come è stato per la frana di Casamicciola del 2009 in cui morì la quindicenne Anna De Felice.