Aldo Bianchini
SALERNO – Come era prevedibilissimo anche Carlo Nordio (neo ministro della giustizia), dopo gli iniziali strombazzamenti, sembra d’improvviso essersi appantanato nel portare avanti una riforma della giustizia reale e non soltanto enunciata come aveva fatto il suo predecessore ministra Marta Cartabia.
E si è impantanato proprio sui paletti fondamentali per contenere in termini accettabili una magistratura aggressiva e politicizzata alla quale la sciagurata politica degli ultimi ha consegnato tre armi micidiali: scambio elettorale politico mafioso – voto di scambio e abuso d’ufficio.
Tre tipologie di reato che la magistratura ha tirato fuori dal cassetto, agli inizi degli anni ’90, per colpire mortalmente la politica nazionale e locale che appare sempre di più indifesa contro lo strapotere dei magistrati d’attacco ancorchè spudoratamente politicizzati.
Reti che molto spesso vengono interamente costruiti dalla fantasia degli inquirenti indisponibili a capire che non tutta la politica utilizza il suo potere per intrecci mafiosi e scambi di favori e prebende, con l’obiettivo di mantenere e far cresce il proprio pacchetto di consensi elettorali.
Ma il problema più grosso, oltre alla devastazione psico-fisica e familiare che simili accuse producono nel soggetto indagato, resta quello che, dopo anni di inchieste e di processi, alla fine fioccano le assoluzioni con il rituale “perché il fatto non sussiste” che squarcia i veli di una giustizi ingiusta ma non sana e non restituisce mai ciò che è stato scippato all’indagato.
E, purtroppo, a questo teatrino non sfugge il caso eclatante della sindaca di Lagonegro, dott.ssa Maria Di Lascio, che da qualche mese è agli arresti domiciliari sulla scorta di una inverosimile ed accurata, ma fantasiosa, ricostruzione di possibili reati commessi che hanno trovato sedimentazione in ben 375 pagine di un’ordinanza applicativa delle misure cautelari personali.
Un’ordinanza talmente complessa da non consentire un’agevole lettura e neppure un ricostruzione reale dei fatti concreti che sembrano coinvolgere ben 39 indagati in una commistione affaristica e delinquenziale tale da poter essere paragonata ad una banda molto simile a quella dei “bassotti” che nelle migliaia di avventure di Paperino (nella città di Paperopoli) cercava di scardinare l’impero economico di Zio Paperone.
Io non so se Lagonegro è “l’ombelico del mondo” della politica affaristica e malavitosa, qualcosa mi dice che non lo è assolutamente; ma tutto il resto apre scenari abbastanza simili a quello di Lagonegro. Basta pensare ad inchieste perfettamente simili, a cominciare dallo stesso Franco Alfieri (neo presidente della Provincia di Salerno) che è stato assolto da una vecchia inchiesta “perché il fatto non sussiste il reato di scambio elettorale politico mafioso” per capire come molto probabilmente andrà a finire anche per la sindaca Maria Di Lascio che invito a non dichiarare mai “ho fiducia nella giustizia” (come h fatto Alfieri) perché nonostante la giustizia sia sempre giustizia anche se viene fatta in ritardo e solo per sbaglio.
. Sulla scena, adesso, è arrivata anche la premier Meloni che ha promesso di voler modificare almeno l’abuso d’ufficio. Finirà come la Cartabia e Nordio ?, spero di no, ma le premesse per un clamoroso insuccesso ci sono tutte.
Carissimo Direttore Aldo Bianchini ,condivido quanto da tempo sostiene l’ANCI,l’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani, a proposito delle responsabilità dei Sindaci Italiani. Occorre urgentemente e necessariamente rivedere diverse norme per evitare che i Sindaci possano essere ritenuti responsabili di qualsiasi cosa accada all’interno dei loro Comuni. Le “responsabilità dei Sindaci”,dipendono anche da norme non chiare e anche contraddittorie e di una giurisprudenza non sempre univoca. Ritengo ,pertanto ,che occorre una netta separazione tra indirizzo politico e atti di gestione, delimitando il confine tra la responsabilità politica del Sindaco e la responsabilità in capo ai dirigenti dell’attività amministrativa. Ci sono più norme che interessano la responsabilità dei Sindaci ,il tema è circoscrivere le responsabilità penali e civili, l’abuso d’ufficio e la legge Severino,nella patria del diritto ,il sindaco è l’unica figura istituzionale che viene sospesa per 18 mesi, nel caso di condanna in primo grado, anche per un abuso d’ufficio che nel 97% circa dei casi non arriva a sentenza definitiva. È un tema che riguarda tutte le Istituzioni perché il Sindaco è una figura sempre più centrale ed essenziale nel funzionamento del sistema democratico, eletto direttamente dal popolo, è, nei fatti, l’architrave della comunità che rappresenta. I compiti dei Sindaci negli ultimi anni sono cresciuti in modo esponenziale in un contesto di riduzione di risorse umane e finanziarie e in un quadro di regole molto spesso confuso.