Aldo Bianchini
VALLO di DIANO – Da qualche giorno, meglio sarebbe dire da alcune ore, circola sui social la vignetta che vedete pubblicata a lato; vignetta che sta ottenendo un clamoroso successo di “mi piace” soprattutto tra i navigatori del web del Vallo di Diano; quasi come a significare che la stragrande maggioranza della popolazione valdianese è indignata contro la classe politica e dirigente locale per lo stato di perenne abbandono in cui versa lo storico “Fiume Tanagro” che seppure modesto in lunghezza, larghezza e portata d’acqua è ritenuto uno dei corsi d’acqua a maggior rischio per l’incolumità delle persone e delle cose.
Difatti un anno sì e l’altro pure il Tanagro, alle prime piogge torrenziali dell’autunno, si gonfia e rompe gli argini causando gravissimi danni a persone e, soprattutto, agli immobili ed ai raccolti che sorgono e crescono sulle sue due sponde.
E’ vero che molte civili costruzioni sono state edificate al di sotto del letto del fiume, ma è anche vero che la classe politica del passato ha sempre chiuso non due ma quattro occhi per fare clientela elettorale; e la stessa classe politica non si è mai seriamente impegnata per la realizzazione di un progetto generale di salvaguardia e costante manutenzione dell’alveo del fiume e delle sue sponde.
Ognuno ha fatto qualcosina per il suo territorio di competenza, ma mai è stato programmato un progetto organico e valido per tutto il corso valdianese del fiume che continua a seminare panico e danni incalcolabili.
E giù, da sempre, il ridicolo e fastidioso scarica barile: i Comuni chiamano in causa il Consorzio di Bonifica, il Consorzio dice che è colpa della Comunità Montana, quest’ultima dichiara che la responsabilità è degli Enti superiori, il Prefetto si muove solo per tamponare qua e là le falle in casi di estrema necessità, la Provincia si chiude in un doveroso ma insano “io non c’entro” ed ho pochi soldi, la Regione finanzia a strappi ma soltanto chi sul piano politico è fedele; e quasi sempre si annunciano finanziamenti favolosi che, poi, a conti fatti sono ridottissimi o svaniscono nel nulla. Però tutti questi personaggi sono sempre pronti a fare discorsi, sopralluoghi e tante false promesse.
Questo il quadro generale in cui si muovono due identità specifiche: la classe politica e gli elettori.
L’intera classe politica locale dimostra tutta la sua insipienza attraverso l’incapacità di rivoltare, se non violentemente almeno decisamente, i tavoli del Consorzio, della Comunità Montana, del Prefetto, della Provincia e della Regione, ma anche di tutti i Comuni.
Gli elettori per parte loro si lamentano e sbraitano per cinque anni, si divertono a mettere “mi piace” sotto la vignetta di cui prima, ma alla fine vanno nella cabina elettorale e votano sempre gli stessi personaggi: insipienza anche la loro ?
Qualcosa davvero non va; “gli è tutto sbagliato, l’è tutto da rifare” diceva il grande ciclista Gino Bartali. Il problema è che questo giorno non arriva mai; e la gente del Vallo si mette disciplinatamente in fila per salire sui traghetti (come da vignetta) che collegheranno, quanto prima, le varie località territoriali.