d Michele D’Alessio (giornalista)
SALA C. – Questa mattina 18 novembre, alle ore 10,30, presso il plesso dell’Istituto Domenico De Petrinis, che ospita l’indirizzo IPSASR Agrario, si è discusso, nell’incontro culturale-scientifico, dal titolo “…Pane Vino Olio “Tradizione,Fede, Superstizione – Le Pratiche dei contadini di un tempo”. Ad aprire il seminario tecnico agrario, magistralmente moderato dal prof. Paolo Giglio, docente di Scienze Agraria dell’Istituto Cicerone, i saluti della dirigente scolastica Antonella Vairo, che ha annunciato anche le tante altre future attività dell’Istituto Agrario, davanti a un pubblico speciale formato da tantissimi studente e di tanti ospiti, come il segretario dei giornalisti Amici del Vallo di Diano dott. Cusati Pierino, il dottor Pasquale Gerardo Lotierzo studioso del Territorio e rappresentante del Circolo PD di Sala Consilina e ai numerosi Seminaristi. A seguire le relazioni dei vari esperti come quella della Prof. Franca Moscarella che ha parlato di Rappresentazione della Natura nelle Scritture, con grande accuratezza la Docente di Religione ha voluto sottolineare “ …la Bibbia offre uno sguardo sulla terra, nella bibbia si parla della creazione della Terra, per mano di Dio, che la donò all’uomo per dominarla e non per essere padrone… Per essere feconda, la terra ha bisogno dell’azione di Dio e del lavoro dell’uomo…”. Nel suo intervento Don Pasquale Gaito ha parlato, invece della Fede nella Civiltà Contadina, aprendo il dialogo con gli studenti presenti con aneddoti e storielle religiose “… il mondo contadino è depositario di una cultura millenaria da non disperdere, mentre avanza, dirompente, una società sempre più materialista e asservita alla tecnologia. Non sapevamo che cosa ci aspetta, nel terzo millennio, con la dipendenza, asfissiante, crescente e diabolica, dalla rivoluzione digitale. In passato i culti religiosi erano molti legati alla natura, alla terra, ai contadini…. Nella religione trovavano un ampio spazio anche pratiche legate alla superstitio oppure le offerte alla divinità potevano essere incruente (offerta di libagioni, prodotti della terra) o cruente ( sacrificio di animali) La lustratio era una specie di “pre-rito”, una purifcazione (ci si lavava o si lavava un campo o un altare con dell’acqua o con dell’acqua spruzzata mediante rami di lauro o ulivo, o con del fumo) per non contaminare il rito vero e proprio: invocazioni, cerimonie o sacrifici di animali. Si rendeva subito omaggio ai Lares e ai Penates, i cui simulacra si tenevano in casa, in una piccola aedicula (l’omaggio ai Penates e ai Lares domestici era spesso quotidiano, oltre che effettuato in occasione del rito sacrificale)…”. Sulla stessa traccia è l’intervento dello scrittore e storico sassanese Prof. Vincenzo Ciorciari che con la sua unicità di ironia e simpatia ha proferito ed approfondito le Tradizioni Popolari nel Vallo di Diano, “…la tradizione locale e il folklore, come si è precedentemente detto, accomunano una infinità di riti, usi, festività ed è proprio la festa a diventare in questa fase oggetto di interesse. Numerosi sono i rituali per ogni paese legate alle feste comandate (Natale, Pasqua, Santo Patrone ecc..) oppure al matrimonio o all’amore in genere … poi ci sono le tradizione legate alla cucina riferito al mondo contadino come ad esempio la Cuccija, Piatto tipicamente contadino. Era consuetudine preparare questo pasto i primi di Maggio, nonostante sembrerebbe una zuppa per lo più invernale. Proprio nel pieno della Primavera lo si usava consumare a sera, nel Vallo di diano…” A chiusura del seminario gli interventi tecnici di Nicola Di Novella, che con un veloce excursus sulla Flora Spontanea come Scoperta del Passato e Risrosa del Futuro, ha illustrato l’evoluzione della vita sulla terra con il suo cambiamento climatico e il futuro della Terra nei prossimi anni. A seguire il Prof. Antonio Fornino, docente di scienze agrarie dell’Istituto Cicerone, ha aggiunto che, per le Pratiche contadine nel Vallo di Diano, quelle legate agli agricoltori e alla pastorizia, che preservavano e tutelavano il territorio sono, ormai quasi scomparse, sono solo un vago ricordo del patrimonio culturale contadino. Infine, il Dott. Rosario La Manna, nella relazione prodotta sulla Fede e Superstizione nell’agricoltura moderna, sostenendo che l’agricoltura attuale ha subito una forte innovazione resa possibile dall’avanzamento teorico dovuto alla nascita della genetica classica nel primo decennio del secolo. Le nuove tecniche utilizzate nella riproduzione delle piante trovarono il loro fondamento nell’individuazione della struttura chimica di base del materiale ereditario, la doppia elica del DNA, avvenuta nel 1953. Fu necessario un altro mezzo secolo perché tale potenziale avesse una ricaduta pratica nella produzione di nuove piante e varietà. Attualmente, l’introduzione di alimenti geneticamente modificati incontra una forte resistenza.
Complimenti agli organizzatori e ai relatori per l’interessante convegno di alto profilo culturale ,didattico e scientifico. Un meritato elogio agli studenti per aver dedicato l’assemblea studentesca all’ottimo convegno.Bravi tutti ! Bravissimo al Prof. Paolo Giglio ,un valido esempio della Scuola virtuosa nel nostro Vallo di Diano .