Aldo Bianchini
SALERNO – L’autonomia e l’indipendenza della magistratura è, senza dubbio alcuno, la migliore risoluzione che una comunità nazionale si dà per difendere il valore supremo della democrazia.
Autonomia e indipendenza come elementi necessari al passaggio nell’immaginario collettivo del messaggio chiaro e irrevocabile che “ci sarà pure un giudice a Berlino”; anche se il problema è sempre lo stesso e cioè che dopo il giudice a Berlino ce ne sarà sempre un altro che la pensa diversamente da quello precedente. E la storia ricomincia e continua all’infinito.
Dunque quella storia dell’autonomia e dell’indipendenza che sembra una diga contro lo strapotere politico, economico, industriale, imprenditoriale e mafioso (o più semplicemente una diga per affaristi di giornata e pecoroni ininfluenti) si capovolge e diventa un’arma micidiale nelle mani di pubblici ministeri che fanno di quella risoluzione democratica un vero e proprio kalashnikov con cui sparare a zero contro tutti per affermare un “potere assoluto” che da decenni ha pienamente sostituito quel “senso istituzionale di servizio” nei confronti dello Stato e della sua comunità.
Ma fortunatamente o sfortunatamente c’è sempre un altro giudice, dopo quello di Berlino, che la penserà in maniera diversa in una spirale senza fine tra Ufficio del Pm, Riesame, Ufficio del Gip, Ufficio del Gup, Collegio Giudicante, Appello, Cassazione, Consiglio di Stato, TAR, Corte dei Conti, Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, ecc.; organismi che spesso non solo si pronunciano in maniera diversa ma spesso arrivano a sentenziare sempre il giorno dopo e quando la decisione non influenza più quella precedente.
Sicuramente non pretendo di descrivere alla perfezione i mali della giustizia, come pure non pretendo di azzardare risoluzioni, il compito molto difficile spetta di diritto agli studiosi ed agli esperti; mi limito, per oggi, a presentare due casi apparsi sulla cronaca locale davvero assurdi e, forse, inaccettabili.
Clan Maiale di Eboli: “Aveva commesso una tentata estorsione al supermercato Al Caporale di Eboli nel maggio del 2018 e per quello, oltre che per altri reati, era stato arrestato. Ieri (15 nov. 2022), per Giovanni Maiale detto «’a minaccia», capoclan dell’omonimo gruppo criminale operativo nella Piana del Sele, è giunta la sorpresa. La Cassazione ha annullato «se stessa» o, meglio una propria sentenza, dopo un ricorso straordinario presentato dagli avvocati Antonio Boffa e Nicola Naponiello. La motivazione, un «errore di fatto», insomma, un vizio di forma grave: con l’accoglimento del ricorso da parte della Cassazione, dunque, la sentenza non è più irrevocabile quindi viene annullato l’ordine di esecuzione per carcerazione definitiva. Gli atti sono ora di nuovo in Cassazione, alla sesta sezione penale, per essere nuovamente ridiscussi”.
Covid – provvedimenti regionali sulla scuola: “Polemica dopo la decisione del Consiglio di Stato di rimuovere le sentenze sulle ordinanze emesse, in piena pandemia, dalla Regione Campania. Protesta l’Associazione Scuole Aperte Campania contro l’inedita anomalia procedurale posta in essere dal CdS che, dopo aver pubblicato e certificato alle parti la sentenza di accoglimento dei ricorso confermando l’illegittimità delle ordinanze ha, dopo solo poche ore, emesso un decreto con il quale è stata congelata la sentenza già pubblicata”.