P.S.I.: la caduta di Enzo e il ritorno di Carmelo ?

 

Aldo Bianchini

SALERNO – Lui di sicuro smentirà, anzi non risponderà, comunque farà finta di niente; ma la voce corre, ed anche con una certa insistenza, tra i tanti redivivi ad ispirazione socialista che per anni sono stati nascosti nelle loro tane a nutrirsi dei raccolti precedenti e che ora, da grandi opportunisti quali sono sempre stati, sembrano disposti e disponibili a riprendere la scena per riappropriarsi dei posti chiave e delle occasioni per affari sotto banco di un partito che “ancora” non c’è.

La solita storia politica, dirà qualcuno; si, c’è anche il fatto che la storia si ripete quasi sempre, ma nella fattispecie potrebbe trattarsi di una delle storie più perfide e spocchiose mai viste.

Fortunatamente all’apice dei tanti approfittatori c’è l’immagine e la concretezza di un uomo, forse l’unico, che ha fatto la storia del socialismo salernitano come l’ex ministro Carmelo Conte che, se vorrà ritornare, dovrà ben selezionare le persone ed i contatti per poter far riavviare la macchina, pesantemente arrugginita, di quello che fu il grande “laboratorio politico laico e di sinistra” che portò il PSI di Salerno a quel fantastico 33% del 1990.

Adesso o mai più, sembra essere questa la parola d’ordine che circola nei circoli (scusate il bisticcio) socialisti più accreditati di Salerno e provincia; però, ripeto, chiunque si assumerà il ruolo e l’impegno per la ricostruzione dovrà farlo con grande oculatezza per lasciare, finalmente, fuori dai gangli del potere tutte quelle anime traditrici ed al tempo stesso ammalianti.

Ho usato il termine “ricostruzione” che non è casuale e neppure inappropriato, in quanto dopo le ultime mosse di “una strategia politica di insuccesso” portata avanti dal giovane avvocato Enzo Maraio (tuttora ancora segretario nazionale, ma contestato ormai anche in consiglio nazionale del partito, e sebbene abbia nelle ultime ore tentato un colpo di mano sovvertendo l’ordine interno delle cariche nazionali dopo le dimissioni del tesoriere Pastorelli c’è già qualcuno che tenta di sfiduciarlo. Anche se il probabile nuova padrone del PSI salernitano, Andrea Volpe, si è schierato in sua difesa dicendo “Quando c’è una meta anche il deserto è una strada”) non si intravede una luce sicura che possa accompagnare l’eventuale rinascita di un partito che non può e non deve scomparire.

Bisognerà, probabilmente, ripartire da zero, e questo potrebbe farlo soltanto un uomo di grande esperienza e saggezza qual è Carmelo Conte che, nonostante i suoi catastrofici errori del passato remoto (apertura a 360° anche alla feccia) e del recente passato (a partire dal marzo 2016), sembra essere la vera soluzione del problema anche perché ottimamente sorretto dalla posizione oramai intransigente del figlio ed ex deputato Federico Conte nei confronti del deluchismo.

Sicuramente non bisognerà ricostruire una opposizione credibile per sostituire, tout court, il deluchismo con l’ex contismo; sarà invece necessario far ripartire la grande ideologia socialista e riformista stando bene attenti a non ripetere gli errori del passato, quando sull’onda della grande inclusione le porte del socialismo vennero aperte a tutti senza le necessarie chiusure per chi, già allora, si presentava in una veste non del tutto credibile e che anche oggi ritentato la scalata all’ombra dell’incuto Conte.

Il 17 marzo del 2016 il noto settimanale cilentano “UNICO” a tutta prima pagina titolò in maniera lugubre “I cavalli di ritorno” alludendo alle probabili ricandidature di Carmelo Conte, Paolo Del Mese e Gaetano Fasolino che stavano per riprendersi la politica. Una scalata finita male, anche per Del Mese che era stato eletto.

Nel 2016 accadde, come in fotocopia, quello che era già stato registrato nel 2001 quando Gennaro Mucciolo soffiò su filo di lana a Conte la candidatura alla Camera (famosa la risposta di Federico Conte all’offerta di candidatura pervenutagli dal partito centrale: “In questa famiglia fa politica solo mio padre”); e quello che accadde nel 2006 quando Carmelo Conte, in un ultimo disperato tentativo di ritornare a galla si candidò come capolista del “Nuovo PSI” di Stefano Caldoro che appoggiava la destra berluskoniana.

Caduta di Enzo o ritorno di Carmelo ? la storia continua.

 

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