SALERNO – MAI PIU’ PRIMI

 

 

da Alfonso Malangone

(Ali per la Città)

 

SALERNO – L’episodio dell’albero tagliato sul Corso, in pieno centro e sotto gli occhi della gente, dimostra che non abbiamo ancora raggiunto il fondo del baratro civile e morale. Tuttavia, è un fatto che non sorprende. Sappiamo tutti che la distruzione delle piante è un’attività diffusa in Città e che molte rimozioni sono state effettuate, magari di notte, solo perché potevano ‘dare fastidio’ a nuove edificazioni, all’esposizione di merci, ai tavolini di un bar o addirittura al parcheggio delle auto sui marciapiedi nelle strade strette. Basta fare un giro per vedere decine di ‘stalli’ vuoti e, in qualche caso, cementati o asfaltati. L’unica differenza, oggi, è che l’omicidio è avvenuto alla luce del sole da parte di presunti sconosciuti, pure fotografati, forse scambiati per operai comunali intenti a fare una ‘potatura radicale’ per potenziali pericoli, come è d’abitudine. Adesso, si è capito che quella pianta si trovava al posto sbagliato e che qualcuno ha deciso di toglierle la vita.

Così, l’anarchia che, all’opposto degli alberi, cresce rigogliosa, sta alimentando livelli inimmaginabili di disinteresse, menefreghismo e disprezzo per tutto ciò che ci circonda. Alla fine, nel mondo liquido nel quale viviamo, tutto diviene possibile, anche tenere comportamenti privi di qualsiasi rispetto nei confronti dei riferimenti del vivere comune. Però, se a questo ci si può pure rassegnare, è davvero difficile accettare le dichiarazioni di coloro che quei riferimenti dovrebbero divulgare e, soprattutto, difendere.

Si è letto, in questi giorni, che l’Amministrazione Comunale si è dichiarata “attenta alla tutela del patrimonio arboreo cittadino” (fonte: laCittà) e che “contesterà agli autori i reati commessi, avanzerà richiesta di risarcimento e obbligherà il responsabile alla ripiantumazione di un’altra alberatura simile” (fonte: cit.). Oltre a questo, è stato anche detto che “c’è un impegno costante nel lavorare perché i cittadini sentano che questa è una città governata, non lasciata a sé stessa dove chiunque può fare ciò che crede restando impunito. Dobbiamo essere rigorosi ed equilibrati, autorevoli e non autoritari (!) ma dobbiamo essere fermi nel far rispettare le regole” (fonte: cit.). Bene. Ma, se l’Amministrazione è “sempre attenta”, sarebbe giusto spiegare come mai il patrimonio arboreo sia in condizioni che, anche al più ‘barbaro’, possono apparire incivili. Il ‘Corso da Re’ è un sicuro esempio. Alberi seccati, rinsecchiti, piegati, soffocati, sono la dimostrazione del basso livello del decoro urbano, neppure giustificabile dicendo che il Corso è da rifare. Anche perché, se osserviamo la parte ‘nuova’, è anche peggio. Come biglietto da visita offerto a chi viene con il treno, essa esprime una immagine vergognosa del ‘sentimento verde’ di una Comunità smarrita, se non persa. Altrove, poi, a iniziare dal Lungomare, la mancata potatura costituisce motivo di preoccupazione per possibili disastri con le piogge e le bufere imminenti. Del resto, già oggi, c’è una caduta continua di rami (fonte: l’Ora). Chi individuerà i responsabili da assicurare alla giustizia? Chi pagherà? Dei parchi, è meglio non parlare.

In verità, non è facile condividere frasi che appaiono poco coerenti e ampiamente smentite dai fatti. Così, delle due, l’una: o sono frutto di personali visioni della realtà o sono pronunciate nella convinzione di una insufficiente presenza di buonsenso nelle menti dei cittadini. Ovviamene, lasciando da parte quelli che ancora sono convinti di vivere a Montecarlo.

In tutto questo, negli ultimi giorni sono state diffuse due statistiche ‘fulminanti’. Per qualità della vita, siamo all’86° posto. Per tutela ambientale, cioè acque, aria, rifiuti, energia etc., siamo al 99° su 105 in Italia e all’ultimo in Regione. Non sono fonti qualsiasi. Sono Italia Oggi, con l’Università la Sapienza di Roma, e Legambiente. In ogni caso, non c’è classifica che non ci veda al fondo. Ne potremo parlare, in futuro.

Anche su questo, l’Amministrazione si dichiara attenta e propone di risalire puntando su nuove costruzioni, sulle luminarie di Natale e sulla copertura dello Stadio Arechi. In verità, non sembra possano essere queste le soluzioni, a meno che non si voglia realizzare un progetto di sviluppo ispirato al più noto ‘feste, farina e forca’ per arrivare a offrire ai giovani lavori da ‘spicciafaccende’ in pizzerie o friggitorie, uniche attività in crescita. Nessuno sembra avvertire la necessità di dare risposte incentrate su innovazione e cultura per contrastare, da subito, la fuga dei cittadini e la decrescita demografica che sta consumando la Città come “il grasso sopra ai carboni’. Al 31/08, siamo scesi a 127.362 abitanti. Meno 72 su Luglio, meno 743 da inizio anno e meno 7.899 dal 2016 (fonte: Istat). Con queste premesse, non è facile trattenere chi va via alla ricerca di un lavoro vero e, soprattutto, di una qualità della vita fatta di sicurezza, assistenza, cure, cultura, mobilità, sport, verde e tempo libero. E, dignità. Non c’è cittadino, si può ben dire, che non abbia un figlio, un nipote o un parente ‘stretto o largo’ che non sia fuori, a Milano, a Torino, a Bologna o all’estero.

Bisogna avere fiducia, ci dicono, anche se mancano i soldi. Si potranno fare, senza dubbio, tassando, recuperando e alienando fino all’ultimo pezzo dei beni comuni, dopo aver venduto già l’anima. E, anche con l’aumento dei pasti dei bimbi delle scuole primarie, costringendo i genitori a pagare o a ritirarli all’ora di mensa con l’effetto di inoculare nelle loro fragili menti il convincimento di essere ‘figlie/figli di famiglie minori’ (fonte: ilMattino). Del resto, l’equilibrio sociale non sembra sia un obiettivo. Così come equità e giustizia.

Dovevamo essere ‘non più ultimi’. Oggi, siamo ridotti nella condizione di non poter essere ‘mai più primi’. Anche se essere primi non è un obiettivo. Ci potremmo pure accontentare della metà classifica. Quello che non sarebbe possibile accettare, è di scendere tra i ‘dilettanti’. Forse, per mancanza di ‘professionisti’. Con salvezza della buona fede di tutti.

Alfonso Malangone – Ali per la Città – 09/11/2022

 

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