da Angelo Giubileo
(avvocato – scrittore)
La sensazione è che il mondo intero non si sia più fermato in attesa dei risultati delle elezioni di mid term statunitensi. E che stavolta altre notizie e fatti di cronaca abbiano anche preso il sopravvento. Non parliamo soltanto di ciò che è accaduto in Italia, e in particolare con la questione migranti, la più recente scadenza del piano di finanziamento del PNRR da parte dell’Ue e la nota di aggiornamento al Def.
In tutta Europa, le stesse questioni migratoria ed economica hanno nel frattempo, come si suol dire, tenuto banco. Ma la questione che ha pesato e pesa più di tutte, quasi ovunque e a partire dagli Usa, ora in aperta competizione con la Cina, è stata ed è la questione economica. Questione che negli USA ha portato al voto una percentuale complessivamente alta di elettori, così come non si vedeva da tempo.
“It is the economy, stupid!”. Tradotto: alla fine è l’economia che conta! Fu questo lo slogan diventato famoso con cui l’allora quasi sconosciuto governatore dello stato dell’Arkansas, Bill Clinton, conquistò nel 1992 la carica di presidente degli USA.
A distanza di trent’anni esatti, negli USA e in gran parte del mondo sembra allora che un ciclo, di natura prevalentemente economico, volga al termine. Così che tocchi alla politica fare di necessità virtù.