da Dr. Alberto Di Muria
Padula-Non soltanto alcol e cibi grassi: tra i nemici del fegato vi sono anche i farmaci, che possono essere una delle cause all’origine di un’intossicazione epatica.
I farmaci che ingeriamo generalmente vengono tutti metabolizzati dal fegato. Questo comporta che, in casi di sovradosaggi o interazione con altre molecole o condizioni individuali particolari, si possono verificare dei fenomeni di intossicazione. Uno dei più comuni casi di sovradosaggio è quello da paracetamolo, la Tachipirina, solitamente usato come farmaco di prima automedicazione per abbassare la febbre. Sono noti da decenni gli effetti tossici del paracetamolo, che è un potente farmaco ossidante e consuma le scorte del nostro più importante antiossidante: il glutatione. Quando questa molecola scarseggia, il paracetamolo svolge la sua potente azione epatotossica. La tossicità epatica può essere però legata anche ad altri principi attivi metabolizzati dal fegato, come gli antibiotici rifampicina e isoniazide, usati nella terapia antitubercolare.
Un altro problema è poi costituito dalle reazioni non prevedibili dovute alla sensibilità individuale, cioè al fatto che ciascuno di noi ha una diversa capacità di metabolizzare i medicinali. Si tratta di reazioni che possono colpire con qualunque farmaco: abbastanza note sono le epatiti da nimesulide, l’Aulin, oppure quelle dovute all’assunzione dell’antibiotico amoxicillina con acido clavulanico, uno dei più comuni antibiotici utilizzati sia dai medici che dai dentisti.
Gli effetti tossici del farmaco possono manifestarsi anche a distanza di settimane o mesi dall’assunzione del medicinale, che oltre a un danno iniziale provoca una reazione che riguarda il sistema immunitario e si sviluppa con il tempo. Un altro fattore che rende difficile riconoscere i sintomi di una epatopatia è che il fegato ha una buona capacità di recupero, per cui spesso i sintomi o sono lievi o sono molto comuni, come stanchezza, nausea, febbre e reazioni cutanee. Questi sintomi sono comunque i primi segnali che il corpo ci fornisce per comunicarci che qualcosa non va.
Per questo è importante non assumere medicinali senza consultarsi con il medico o il farmacista, usarli solo se necessari e controllare una volta all’anno i valori degli enzimi epatici principali. Inoltre può essere utile ricorrere ad un nuovo integratore depurativo e digestivo, che vanta proprietà epatoprotettive, coleretiche, cioè di stimolo alla produzione di bile, antiossidanti e digestive, grazie all’efficacia dei diversi e molto conosciuti principi attivi che contiene: Boldo, Carciofo, Picrorhiza e Cardo mariano.
Completano la formulazione gli Enzimi digestivi, la cui presenza riduce il carico di lavoro enzimatico posto su fegato, pancreas ed intestino, e l’Oxicyan, un potente fitocomplesso antiossidante.