da Nicola Femminella (docente – storico)
Mi piace riportare e commentare i riconoscimenti e i premi che il Cilento ha meritato negli ultimi tempi, assegnati da organismi nazionali e internazionali, che premiano le nostre località per l’eccellenza del vissuto quotidiano che in esse è diffuso e per le dominanze naturalistiche che, disseminate sul territorio, attraggono e incantano coloro che le visitano o le scelgono come meta di una vacanza. Il merito è tutto dei beni che il territorio nell’estremo sud della Campania possiede e tutela, siano essi paesaggistici o caratteristici dell’ambiente, o le giacenze d’arte ereditate dal passato, oppure le luminescenze storiche che affondano nelle lontane epoche della preistoria, il clima piacevole e stili di vita sana, qui garantiti, perché lontani dalla concitazione e dalla pressione urbana. Permangono l’accoglienza gentile e i modi cortesi per chi viene a farci visita, che sempre più dobbiamo praticare. Elementi presenti nei nostri borghi, riconosciuti da giurie rigorose e attente. Questa volta ho letto di una indagine Istat nel corso degli Stati generali del Turismo nelle Terme di Chianciano che ha inserito il Cilento tra i primi tre brand in Italia insieme a quelli del Chianti in Toscana e le Cinque Terre in Liguria. In campo erano località famose, ben più sponsorizzate dai mezzi di informazione e da molti anni posizionate meglio nella scala dei valori. Il risultato ha meravigliato non poco gli studiosi del settore, perché imprevisto e inaspettato dagli addetti ai lavori. Evidentemente i giudici dei concorsi conoscono meglio di noi tutti i nostri territori e le bellezze straordinarie che esso è in grado di esporre nelle proprie cristalliere. Da molti anni ci tocca fare questo esame di coscienza, con la stessa considerazione finale. Coloro che vengono, da noi a trascorrere le vacanze o per altri motivi, confessano il loro entusiasmo ed esprimono un alto gradimento verso i nostri borghi, soffermandosi sulla natura che ci ha elargito beni inestimabili, difficili da ammirare altrove, ammantati da un ambiente incontaminato e suggestivo. E noi a ripetere, sconsolati, la stessa frase: “Dovremmo impegnarci di più per valorizzare l’intero patrimonio avuto in sorte, perché esso meriti le prime pagine e possa essere a buon diritto una risorsa straordinaria per la nostra economia, che non arresta il numero delle famiglie povere e dei giovani con la valigia preparata”. Non mancano i cantori delle nostre terre né gli operatori turistici che mettono in campo tutte le loro energie, spesso impiegando fino all’ultimo le proprie risorse ed energie per raccontarle e proporle nel modo migliore. Tuttavia incontrano ostacoli insormontabili difficili da superare che annullano ogni loro sforzo. A riguardo il presidente del Parco del Cilento Vallo di Diano Alburni, on.Tommaso Pellegrino chiama talvolta in causa la burocrazia che ostacola l’azione degli organismi amministrativi e di coloro che vogliono “fare impresa” che programmano e dispiegano sul territorio, rispettivamente, il proprio ruolo politico e imprenditoriale. Anche l’intervento pubblico sovente non è di alto livello e spesso le risorse finanziarie assegnate ai nostri comprensori hanno assunto l’aspetto della “caduta a pioggia”, senza un piano organico che rendesse fruttuoso l’investimento di capitali pubblici. Le opere, specie quelle riguardanti le infrastrutture, seguono tempi biblici, come la strada di Fondo Valle sugli Alburni o il ripristino sul fiume Tanagro a Sassano per citare solo due casi trattati più volte sulla nostra testata di questi tempi. Di recente la Regione Campania e lo Stato, con importanti documenti di programmazione guidata (uno è il Documento Regionale di Indirizzo Strategico), l’esordio del PNRR con date invalicabili per la rendicontazione finale delle opere in cantiere, i piani per le aree costiere e le zone interne ben avviati ed altri provvedimenti (Piano Sud 2030, Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile, ecc.), sono diventati riferimenti concreti ed efficaci. Infatti, con tali provvedimenti hanno focalizzato obiettivi ben definiti e indicato strategie utili. Fra l’altro, invitano gli enti comprensoriali e i comuni a costituire aggregazioni e politiche comuni per accrescere la capacità progettuale e ancorarla saldamente alle esigenze reali delle comunità, anche per ottenere la qualità degli interventi e il rigore delle procedure. Si spera così che le pratiche di pianificazione territoriale e la gestione e il governo dei progetti imbocchino le strade virtuose e i risultati siano pari alle aspettative. L’Associazione dei Comuni del Cilento centrale, guidata dal prof. Renato Di Gregorio, l’Unione dei Comuni Paestum-Alto Cilento, voluta dal sindaco di Capaccio-Paestum, Franco Alfieri, costituiscono esempi virtuosi di organizzazione del territorio, che dovrebbero essere presi a modelli dall’intera area cilentana, Per adesso godiamoci i premi e siano essi incentivi stimolanti non solo per i nostri governanti e amministratori, ma sollecitazione persuasiva per tutti noi a uscire dai sonni profondi che spesso ci hanno reso cittadini dormienti e incapaci di essere protagonisti dei nostri destini. La partecipazione dei giovani, la stampa locale presente, l’uso ormai pervasivo del web potranno corroborare e promuovere la diffusione della cittadinanza attiva e far lievitare il messaggio.