Aldo Bianchini
SASSANO – Prima di lasciare questa valle di lacrime e andare via, in silenzio e per sempre, ha voluto fermare il tempo firmando un libro: “Io, pellegrino di San Rocco” insieme al coautore prof. Nicola Femminella (noto docente e scrittore).
Parlo del sig. Antonio Di Bella che è deceduto quando mancava poco più di un mese dai festeggiamenti per il suo 96esimo compleanno. Nato e cresciuto a Sassano da giovane, era poi emigrato in Venezuela per necessità lavorative, era ritornato da parecchi anni nella sua Sassano, e soprattutto nella sua amatissima località San Rocco dove era nato e dove, in forza del suo specifico desiderio, è morto.
Toccante la sua storia di emigrante e pellegrino, quasi come una sceneggiatura di un docufilm sapientemente curata, dal punto di vista letterario, dal prof. Femminella che nella stesura del libro non ha alterato neppure una virgola rispetto al racconto fattogli da Antonio nelle lunghe serate invernali di fronte al tradizionale camino illuminato da un fuoco scoppiettante, caldo, accogliente e soprattutto intrigante fino al punto da mettere il compianto Antonio nelle migliori condizioni psicologiche non disgiunte da un desiderio di aprirsi completamente per lasciare ai suoi familiari ed ai suoi amici il fedele racconto della sua vita vissuta tra speranze, sacrifici, delusioni, gioie e uno spiccato amore per la famiglia.
Una bella storia, viva e palpitante, che Antonio ci lascia a dimostrazione del suo immenso amore anche per le radici che lo hanno sempre accompagnato in giro per il mondo.
Da brividi la parte del racconto in cui Antonio spiega le sensazioni e le emozioni che provò la notte prima della sua originale e iniziale partenza quando entrato nella Chiesa di San Rocco (opportunamente lasciatagli volutamente aperta dalla zia) per invocare la protezione del santo molto venerato dai sassanesi; e descrive meravigliosamente l’uscita da quella chiesa sentendosi addosso non solo la possente protezione di San Rocco ma anche la benedizione della Madonna.
A dir poco straziante la preghiera rivolta in chiesa al suo protettore: “San Rocco, aiutami tu e accompagnami ovunque io vada. Fà che non mi dimentichi di te, dei miei genitori e della donna che amo. Se lo facessi, fammi morire”.
Non sono sicuro di averlo conosciuto, probabilmente sì, ma è una conoscenza che risale a moltissimi anni fa.
So per certo che in questi ultimi tempi aveva espresso il pressante desiderio di presentare il suo libro in pubblico, possibilmente in piazza, ancor meglio in occasione della Festa dell’Emigrante che a metà agosto si celebra ogni anno nella piazza principale del paese. Lo voleva fare perché il libro si attagliava perfettamente al senso logico della manifestazione, ma anche perchè sentiva la necessità di passare la sua testimonianza diretta alle nuove generazioni. Purtroppo non è stato possibile accontentarlo, ed è andato via senza vedere esaudito il suo desiderio.
La cronaca si ferma qui, ai familiari vinti dal dolore le mie personali condoglianze e di tutta la redazione di www.ilquotidianodisalerno.it.
Il ricordo scritto da Pietro Cusati (giornalista sassanese):
Lo ricorderemo sempre nel cuore e nella mente Antonio Di Bella, nato a Sassano (SA) il 3 dicembre 1926 ,ringraziandolo per averci lasciato gli appunti sull’emigrazione in Venezuela nel libro: ’’IO, PELLEGRINO DI SAN ROCCO’’, scritto grazie e insieme all’amico Prof. Nicola Femminella di Sassano, pensando all’interrogativo della sera che precedeva la partenza: ’’Dove vado?’’ ‘’San rocco, aiutami tu e accompagnami ovunque io vada’’. Una interessante testimonianza che ha lasciato ai suoi cari del suo immenso amore per loro e a noi Sassanesi.’’ Ogni sera prima di addormentarmi, prego San Rocco perché rivolga il suo occhio Santo e misericordioso ai miei figli e nipoti,ai connazionali rimasti in Venezuela’’. Ciao Antonio del bel sorriso che hai lasciato al Vallo di Diano e non solo.
