Giuseppe Amorelli
(avvocato – scrittore)
Rino Gaetano (Salvatore Antonio Gaetano all’anagrafe) nasce a Crotone il 29 ottobre 1950.
Nasce musicalmente invece nell’anno 1969, quando incomincia a frequentare l’habitat celebrato dai giovani cantautori romani, il Folkstudio, fondato da Harold Bradley artista, attore e musicista afroamericano, nel quartiere di Trastevere a Roma, insieme a Antonello Venditti, Francesco De Gregori, Giorgio Lo Cascio, Sergio Caputo, Ernesto Bassignano. Con i suoi testi musicali, con intelligente ironia, descrive l’italia di quell’epoca, piena di contraddizioni, violenta, cupa e terrorizzata, incattivita dalla “strategia della tensione” dall’emergenza terrorismo: Erano gli “anni di piombo.”
Molti lo hanno definito un genio, per quella sua capacità lucida di descrivere dei fenomeni che tanti ancora non capivano e per essere stato un precursore dei tempi.
A dimostrarlo, il fatto che negli anni la sua popolarità è cresciuta e la sua musica è arrivata fino a noi, capace anche di coinvolgere ed appassionare i più giovani.
Cosi come la poesia e la letteratura sono in grado di raccontare un’epoca, suscitando emozioni ed stimolando riflessioni, cosi le “narrazioni musicali” di Rino Gaetano hanno reso immortali dei messaggi universali che sono arrivati fino a noi, raccontando con le stesse parole un’epoca che non c’è più e quella che doveva ancora venire; perché il grande pregio di Rino Gaetano è proprio quello di aver scritto dei testi che in qualche modo sanno arrivare a tutti e che sono stati in grado di restituire un’analisi critica ed estremamente all’avanguardia di quello che era la società italiana. Se i suoi testi hanno saputo travalicare varie epoche e diverse generazioni, arrivando fino ai giovani della scorsa non può che significare che la sua dialettica è potente e universale. Una poesia ruvida, popolare e allo stesso tempo complessa: perché se da una parte le sue potevano sembrare “canzonette”, dall’altra sapevano restituire un senso ben più ampio. Scriveva senza rispondere a codici precisi né sociali né politici, immune da vincoli come metrica , anzi faceva uso di avverbi in maniera bizzarra, come nei testi: Tu, forse, non essenzialmente tu; oppure: Ad esempio a me piace il sud. Adottava uno stile atipico, buffonesco, irriverente, dissacrava il pop . Ernesto Bassignano sosteneva che la sua musica non apparteneva a nessuna scuola o corrente. Era, Rino Gaetano. un innovatore felice e solitario. Anche Il critico musicale Enzo Siciliano lo definì ” scansonato esprit d’anarchist.”. Aldo Grasso dice di Lui:” Breve fu la sua vita ma intensa per creatività delle sue composizioni tra paradosso e sarcasmo satirico, e dotato da una vena musicale trascinante.”
Il “Cantautore” Rino Gaetano, con i suoi testi ha saputo interpretare il senso di inquietudine , di protesta, lo slancio ideale ed il ribellismo, che erano i fiumi carsici del fulgore anni 70. La sua “Musica” è diventata il canale, lo strumento di espressione di una intera generazione, avvicinandosi al sociale e mettendo al bando la musica melodica come prodotto di largo consumo. Avrebbe voluto che la “Sua Musica” avesse mosso le passioni, avesse fatto riflettere , capire e perchè no sognare un modo migliore. Come sostiene Ernst Bloch , scrittore e filosofo tedesco teorico del “principio speranza :” La natura utopica della musica capace di risvegliare nei giovani la loro dimensione piu profonda non mera astrazione vuota.”
Con i suoi libri-dossiers: La tragica scomparsa di un eroe, Chi ha ucciso Rino Gaetano?”, Rino Gaetano, segreti e misteri della sua morte, l’autore Bruno Mautone, rivisita le “narrazioni musicali” dell’artista crotonese, scritte in un periodo storico, gli anni 70, gli anni di piombo, caratterizzati da un clima sociale infuocato dall’emergenza terrorismo, ma anche anni di lotte sociali e conquista di diritti civili.. I testi apparentemente spensierati che Rino Gaetano componeva in realtà contenevano “messaggi” molto interessanti che Bruno Mautone, ha saputo decrittare, consegnandoci una visione diversa di quel periodo storico, svelando segreti, situazioni e verità che per molto tempo ci erano state debitamente edulcorate. «Era diventato troppo pericoloso per apparati e poteri supremi, inerenti pure collocazioni internazionali dell’Italia». E poi: «L’opera di Rino Gaetano allarmava in modo formidabile e supremo i detentori del potere».Lo stesso Rino Gaetano d’altronde cantava:” io scriverò sul mondo e sulle sue brutture sulle mie immagini pubbliche e sulle camere oscure”, quindi altro che canzoni non sense , come sostenuto dai tanti denigratori del cantautore crotonese. I testi di Bruno Mautone sono un utile strumento per rileggere un periodo di storia italiana che per troppo tempo ci è stato nascosto, e rappresentano, senza dubbio, un’opera di verità non solo nei confronti di Rino Gaetano, ma anche di un epoca oscura e contraddittoria quali furono gli anni successivi al 68′.
Nelle sue “narrazioni musicali” come li definisce Bruno Mautone, Rino Gaetano si prefigge di “combattere”, di “Lottare”, termini oggi in disuso, per la conquista di quei “diritti civili” negati e calpestati e per i quali era disposto a combattere con profondo impegno civile al fine di regalare a tutti:” una bandiera diversa, senza sangue e sempre tersa ma ci ripenso però, mi guardo intorno per un po’ e mi accorgo che son solo. In fondo è bello però, è il mio paese ed io ci sto.” Cosi nel suo brano : E io ci sto.
Il suo messaggio, il suo impegno, nell’anniversario della sua morte, vive ancora ed è attualissimo. Come sarebbe bello se tutti gli dicessimo che non è piu solo ma insieme a lui, oggi, anche “noi ci siamo”.