da Giuseppe Amorelli
(avvocato – scrittore)
VALLO della LUCANIA (23 ottobre 2022) – “Un grazie sentito al pubblico ed partecipanti, al Sindaco di Vallo Antonio Sansone ed al Presidente della Pro Loco Antonio Pesca che ha organizzato questo evento.
Un saluto di benvenuto all’On. Mari, al Sen.Castiello ed al Prof. Luigi Rossi.
Consentitemi un ringraziamento a tutti quelli che in questi mesi ci hanno accompagnato in questa battaglia: l’associazione Codici, i Comitati di Sapri e di Eboli.
Un grazie speciale al protagonista di questa giornata, all’avvocato Franco Maldonato per lo sforzo che ha profuso, per il rigore certosino e la passione civile che ha messo in questa causa.
Spesso mi sono domandato quali potessero essere le motivazioni ad aver spinto un affermato avvocato penalista, con la passione per la storia a misurarsi su questo argomento.
Ad intraprendere sì una battaglia di civiltà e di verità, ma ad imbattersi con tematiche ambientali, tecniche, amministrative che ha saputo sviscerare con maestrìa , pur non facendo esse stesse parte del suo vissuto professionale.
Probabilmente è la sete di giustizia tipica di chi ha veramente la vocazione per il diritto, unitamente all’orgoglio di un figlio di questa terra che ha compreso i rischi di una partita in cui ci giochiamo tutto!!!
Questo libro, che invito tutti a leggere, smonta pezzo per pezzo l’ordito di menzogne e gli alibi fasulli di chi si è nascosto dietro il PNRR e l’Europa, per confezionare uno dei più grossi bidoni della storia!
Però voglio dire che non spetta a me raccontare il libro, bensì all’autore.
Vi dico soltanto che esso stesso, da solo, potrebbe bastare per fermare lo scempio paventato. E’ un dossier che vale dieci, cento interrogazioni parlamentari.
E sono convinto che un giorno sarà oggetto di tesi universitarie.
Qualunque lettore ne capirà la portata. Spero che lo facciano subito i magistrati.
Ma, prima ancora che se ne occupi un Tribunale amministrativo, vorrei che anche il “supremo tribunale” che è la politica, emettesse la sua sua sentenza.
E’ finito infatti il tempo della supplenza.
Occorre che il Parlamento recida la struttura tentacolare di certi Gruppi statali che, usando la forma societaria delle S.P.A, spendono e spandono miliardi di euro senza dover dare conto alla Corte dei Conti.
Per cui, è potuto accadere nella stessa legislatura, un DEF del 2020 che sanciva i frutti raccolti dopo anni di studi, di progetti, di rilievi e di pareri per arrivare alla formulazione dello stesso con cui si stabiliva la “velocizzazione” della Linea Tirrenica, venisse cestinato dalla nuova Amministratrice di RFI.
Mi chiedo: se RFI fosse stata un’azienda retta con capitali privati, avrebbe mai preventivato di spendere una cifra mostruosa di 25/27 miliardi di euro per risparmiare meno di un’ora? Avendo altresì la possibilità di ottenere lo stesso risultato, spendendo un quarto di questa somma?????
Il mio appello è che il nuovo Parlamento riesca a ritrovare il filo della ragione e ad esercitare quel primato che gli viene assegnato dalla Costituzione.
Si chieda subito di azzerare i vertici delle società del gruppo Ferrovie dello Stato, anche attraverso un commissariamento!
Si riformi tutto il comparto, tenendo veramente separate le attività di spesa e di progettazione da quelle di gestione delle infrastrutture, evitando i “rapporti incestuosi” tra committenti ed esecutori, tra management e tecnici, le commistioni tra controllore e controllato e tra società formalmente separate ma che fanno capo alla stessa holding…
Vorrei che qualcuno chiedesse conto di come siano stati spesi la bellezza di quasi 500 miliardi di euro dal 1992 ad oggi!
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Per quanto concerne il progetto in questione, L’idea del Comitato che ho l’onore di presiedere non è per niente rivoluzionaria, ma di una semplicità disarmante.
Basterebbe seguire lo schema realizzato per la Linea Adriatica: la velocizzazione della stessa senza creare una nuova linea Appennica. Non si capisce come mai quello che vale per l’Emilia Romagna non possa valere per la Campania la Calabria, come se noi fossimo degli imbecilli o dei “minus habens”!
O forse, si capisce benissimo…
Tra le nostre regioni ce n’e’ una piu’ piccola, ma che pesa tanto o che ha pesato troppo : nella scelta del percorso dell’autostrada SALERNO REGGIO CALABRIA, nell’accorpamento del Tribunale di Sala Consilina a quello di Lagonegro ed oggi nella Ferrovia Salerno -Reggio Calabria…Pardon! Nella Battipaglia- Romagnano, intersezione della vecchia tratta per Potenza!!!
Si vuole piegare una esigenza per soddisfarne un’altra: una via ferrata che invece di scendere a Sud, svolta ad Est!
Come se per andare da Bologna a Bari si dovesse deviare per Perugia in Umbria, spacciandolo per un percorso lineare, funzionale e strategico!
Bastano delle elementari nozioni di geometria e di aritmetica, oltre che un semplice disegno per capirlo…
Misurando le distanze, le pendenze, i costi ed i ricavi: una semplice operazione da scuola elementare…
Con quello che si risparmierebbe, si potrebbe riattivare la Sicignano-Lagonegro ed il rifacimento della Battipaglia-Potenza- Taranto. Senza guerre sciocche tra territori e contorsioni geografiche, logiche ed economiche!
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Di questa esperienza, fatta a mani nude, spesso pancia a terra, creando una rete di relazioni anche con i Comitati della Puglia, delle Marche e della Calabria, in cui abbiamo conosciuto persone di valore assoluto,
la cosa che mi ha colpito di più è il contrasto stridente tra la freddezza ed il distacco cinico di certi “professionisti a contratto” e le vittime di questo temuto massacro.
Ho visto famiglie in lacrime, imprenditori agricoli bruciati dal sole, con i calli alle mani gridare di dolore e chiedere:
“perché tra tanto spazio nella Piana nel Sele, dove c’e’ già una Ferrovia, devono passare in mezzo alle nostre case??”
Non una, ma piu’ di cento tra case, capannoni, aziende agricole in pochi chilometri tra Eboli, Campagna .
Siamo ora ad un punto cruciale di questa partita, dove si giocheranno alcune mosse che saranno decisive per il buon esito del risultato facendo appello ai sindaci ed a tutte le forze politiche:
1) difendere la Linea Tirrenica dal rischio del declassamento
2) unirsi ai comuni capofila che si opporranno a questo disastro nei ricorsi amministrativi con l’intervento “ad adiuvandum”
3) aprire un tavolo istituzionale con il nuovo Ministro, coinvolgendo le amministrazioni ed i Comitati.
Concludo dicendo che ciascuno si faccia carico delle proprie responsabilità:
politiche, professionali e quelle morali e sociali.
Da parte nostra, come società civile ci siamo spesi e continueremo a farlo fino alla fine!
Grazie ancora a Franco Maldonato per quello che ha fatto, per quello che sta facendo e per quello che farà!