Aldo Bianchini
SALERNO – Prima di addentrarmi nel caso di specie ritengo giusta una precisazione che è anche una riflessione. Mel mondo dell’informazione salernitana per avere una notizia in anteprima (cioè uno scoop) è ormai necessario leggere “leCronache.it”; se poi volete saperne di più, a mente serena, dovete accontentarvi di questo giornale online e leggere il relativo approfondimento sulla stessa notizia.
Bene, è proprio su “leCronache.it” che l’11 ottobre 2022 è stato pubblicato l’articolo che vedete evidenziato nella foto qui riportata: “Guardia di Finanza e Corte dei Conti, il Ruggi nel mirino”; nel contesti del quale viene riportata una vicenda che se vera sarebbe l’ennesima dimostrazione dello squallore che avvolge le pubbliche istituzioni italiane e che quando questo squallore tocca la sanità pubblica il livello si alza fino ai massimi vertici.
IL FATTO: Secondo la ricostruzione fatta da “leCronache.it” una ragazza, dotata soltanto del diploma di laurea breve, avrebbe vinto un concorso per il quale necessitava la laurea magistrale; questo in danno di alcune altre concorrenti in possesso dei titolo richiesto. Non solo, sempre secondo il racconto fatto dal giornale di cui prima, la ragazza sarebbe stata esaminata d una commissione presieduta dalla dirigente dell’ufficio sanitario in cui lavora la mamma della ragazza come funzionaria. Nello tesso articolo viene, inoltre, riportato il fatto di un incarico da 17mila euro che un infermiere si sarebbe fatto approvare con i fondi della ricerca, per un lavoro da fare a casa e consistente nell’immissione di dati degli ammalati di Covid sulla Piattaforma Sinfonia. L’articolo è stato pubblicato con accanto la foto ingigantita del direttore generale dell’AOU dr. Enzo D’Amato.
CONSIDERAZIONI: Per prima cosa non ho condiviso la pubblicazione della foto del direttore generale D’Amato che in entrambe le vicende non c’entra proprio niente; forse era meglio pubblicare le foto del dr. Cigolani (firmatario del progetto da 17mila euro) e/o quella della presidente della commissione del concorso che è anche la capo ufficio della mamma della ragazza. Ovviamente per rimanere in maniera più aderente al racconto fatto. Questo, però, non scarica di responsabilità nessuno dei personaggi in ballo dopo la visita della GdF (in queste visite non ho mai creduto ciecamente, così come non ho mai creduto nell’azione della giustizia alla quale, pur tuttavia, tutti i personaggi indagati si affidano non sapendo, forse, a quale santo votarsi quando vengono beccati).
E pur ripetendo, con forza, che il d.g. D’Amato non c’entra assolutamente niente con le due vicende raccontate da le.Cronache.it, sul suo capo ricade una responsabilità oggettiva enorme: la moralizzazione della cosa pubblica.
Una responsabilità che nessuno vuole ma che Enzo D’ Amato deve farsene carico dall’alto della sua posizione apicale e della sua riconosciuta indipendenza e trasparenza al servizio dell’efficientamento del bene pubblico e comune.
Un amico ieri mi diceva che “Bisogna raschiare il fondo del barile”; non nell’acchiappa e fuggi, piuttosto nel rastrellamento di tutto il marciume che ancora esiste sul fondo del barile per riportare a galla (semmai con l’aiuto dello stesso barile) la trasparenza, la legalità e la professionalità.
E’ soltanto questo che deve entrare, con forza, nell’obbiettivo manageriale di Enzo D’Amato.