da Angelo Giubileo
(avvocato-scrittore)
Con l’elezione dei rappresentanti al Congresso USA del prossimo 8 novembre si pone fine a un giro di consultazioni che sono state sono e saranno decisive per un nuovo assetto politico mondiale. La speranza è che i governi delle nazioni più potenti consolidino in qualche modo le proprie scelte e mettano fine al paventato rischio di una nuova guerra mondiale. È naturale e logico pensare che le scelte debbano maturare in base ai nuovi equilibri mondiali, sanciti anche territorialmente da guerre che durano – in contrapposizione all’ultima fase di globalizzazione economica – da circa un ventennio.
Nell’ottica di cotale pacificazione militare, è necessario che tutti i potentati finanziari, multinazionali, facciano un passo indietro, garantendo da subito spazi di decisione ed equilibrio geopolitici, nel frattempo sottratti alla volontà di cittadini e comunità nazionali e internazionali.
A tal fine occorre anche dichiarare l'”illegittimità'”, per così dire, di un fenomeno quale quello della cosiddetta “cancel culture”, in realtà strumento totalitario dimostratosi funzionale al progetto del globalismo finanziario internazionale; così come, in passato, altri consimili fenomeni culturali sono stati funzionali a ogni idea dogmatica universalista o progetto imperialista.
E allora è auspicabile che, dopo circa vent’anni, il mondo intero ritorni a trattare le questioni nazionali e internazionali a livello geopolitico e nel rispetto di ogni identità individuale e collettiva, consapevoli tutti che “uno non vale uno”.