da Pietro Cusati (giurista-giornalista)
La pandemia ha evidenziato i limiti dell’organizzazione della medicina preventiva nel nostro paese che da tempo richiede una profonda riforma di sistema. La Riforma sollecitata dalla FNOMCeO e sottoscritta da FIMMG “con l’obiettivo di richiamare l’attenzione del Governo e della politica sulla urgenza di una riforma strutturale di filiera del Servizio Sanitario Nazionale soprattutto oggi in cui la pandemia ha rivoluzionato le dinamiche assistenziali di ogni ambito in cui la Professione si trova a operare, evidenziandone criticità̀e limiti. I medici di famiglia, si sono fatti carico con senso di responsabilità di garantire l’assistenza ai cittadini in un contesto organizzativo e logistico condizionato da anni di disinvestimento sul sistema salute del nostro paese ed in particolare sulle cure territoriali. FIMMG condivide e sostiene l’obiettivo della “questione medica”, esclusa dal PNRR che non investe sui professionisti bensì esclusivamente sulle strutture edilizie. L’esperienza della pandemia, come tutte le grandi crisi, è oggi una grande opportunità perché si realizzi l’evoluzione delle cure territoriali ed in modo particolare della Medicina Generale. Il PNRR, nel definire la riorganizzazione delle strutture territoriali, dovrebbe avviare nel nostro Paese la discussione sull’evoluzione dell’intero sistema di cura territoriale che deve avere la Medicina Generale come punto di riferimento.L’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE) ha sottolineato i reali “punti di debolezza” delle Cure Primarie e con esse anche della Medicina Generale, Risorse, Organizzazione, Incentivi, Valutazione. Questo è il perimetro del “potenziamento” delle Cure Primarie e della Medicina Generale. È su queste quattro aree che va concentrata l’attenzione e aperto il confronto per trasformare, attraverso una più robusta Medicina Generale, i Sistemi Sanitari più inclusivi, sostenibili e performanti. I medici di famiglia non sono appagati da un modello lavorativo che non permette loro di dedicare al paziente il tempo che vorrebbero. E di erogare, laddove servono e senza tempi di attesa, prestazioni di prima istanza, esami diagnostici, terapie iniettive o riabilitative, grazie al lavoro in team multiprofessionali. I medici di medicina generale sono oberati dalla burocrazia, dai carichi di lavoro che li costringono in studio ben oltre l’orario di apertura al pubblico, pur di poter far fronte a tutte le richieste, una prescrizione, un consulto a distanza, una domanda di aiuto o di rassicurazione. Ora sono anche schiacciati dalla crisi economica, dall’aumento dei costi che erodono i compensi. Tanto che sempre meno giovani medici intraprendono questa carriera e tanti la abbandonano a metà, per rivolgersi alle cooperative, per specializzarsi, per tentare la carta dell’estero, per cambiare del tutto lavoro. Mentre i più anziani lasciano, se possono, anche prima del termine ultimo per la pensione. E il bando per formare i futuri medici di medicina generale, per quest’anno, non è ancora stato emesso, impedendo, di fatto, l’inizio del Corso nei tempi previsti. Il tutto nel pieno della cosiddetta “gobba pensionistica”, il picco dei pensionamenti previsto da tempo e che raggiungerà il suo apice proprio in questi anni. “Riponevamo le nostre speranze nell’attesa riforma della Medicina Generale – spiega il Presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri, la FNOMCeO, Filippo Anelli – ma è rimasta prima ferma al palo, e ora orfana del precedente Governo. Le parole di Marcello Gemmato, responsabile Sanità di Fratelli d’Italia, che ha sollevato il velo proprio sulla necessità di una riforma dell’assistenza territoriale, ci rassicurano sul fatto che verrà portata avanti”.“Con il DM 77,secondo il Presidente Anelli, sono stati formulati gli standard organizzativi delle Case di Comunità, prevedendo infermieri di comunità a servizio dei distretti. Resta invece totalmente da avviare una seria riforma della medicina generale, che punti su un’organizzazione in forma di team multiprofessionale, indispensabile per poter garantire al cittadino, oltre a quelle del medico, tutte quelle competenze che la Legge ha individuato per le altre professioni sanitarie. La mancanza di risorse destinate a sostenere un vero piano di assunzioni ha fatto sì che la riforma sia rimasta per mesi ferma”.“Occorre dunque un impegno e un investimento da parte del nuovo Governo ,per il Presidente Anelli , che impieghi risorse per assumere tutti i professionisti necessari e per aprire la fase contrattuale per la medicina generale. In un’ipotesi di riforma, non possiamo non condividere l’auspicio lanciato da Fratelli D’Italia, tramite il suo responsabile sanità, di una valorizzazione della prossimità e del rapporto di fiducia tra professionisti e cittadini, che rappresentano i valori fondanti della medicina generale”.