da Alfonso Malangone
(Ali per la Città)
== SALERNO – Il Bilancio Consolidato è un documento contabile che riassume, in un unico prospetto, i risultati delle imprese appartenenti, in tutto o in parte, ad uno stesso soggetto economico. Ha la finalità di offrire un quadro complessivo dei rapporti nei confronti dei terzi sommando i valori delle voci dei Bilanci e sottraendo, da ciascun totale, le partite generate dagli scambi interni, se presenti. Quindi, ad esempio, la voce consolidata dei Crediti sarà pari al totale dei soli importi dovuti da clientela esterna. E’ un documento valido per soci, investitori, economisti, Fisco e Banche, perché in grado di offrire un quadro sintetico della ‘solidità patrimoniale’, ‘struttura finanziaria’ e ‘posizione commerciale’ di aziende legate da un unitario progetto strategico.
Dal 2017, il Bilancio Consolidato è obbligatorio anche per gli Enti Locali che sono tenuti ad elaborarlo aggregando i risultati del proprio Consuntivo a quelli di tutte le entità che costituiscono il cosiddetto ‘Gruppo Amministrazione Pubblica’ (GAP) e, cioè: le Società Partecipate, gli Enti, i Consorzi, le Fondazioni e altro ancora. In realtà, non c’è l’obbligo di consolidarle tutte, potendo escludere quelle ritenute ininfluenti per dimensioni e finalità. E, questo, è già un primo limite, perché consente di non inserire posizioni in difficoltà che potrebbero influire sul risultato complessivo. Un secondo limite, ben più grave, è costituito dalla presenza di attività non omogenee, con differenti esigenze finanziarie e gestite con ben diverse finalità. In sintesi, il Consolidato Pubblico è un documento di incerta affidabilità, potenzialmente anche fuorviante, non idoneo a soddisfare l’esigenza di una concreta informazione sugli equilibri del gruppo. Così, guardando, in ‘casa nostra’, non può negarsi che il Consolidato deliberato Giovedì scorso dal Consiglio Comunale presenti indubbi elementi di criticità con riferimento alla stessa ossatura di base, costituita dal Consuntivo 2021.
Ricordiamo tutti, infatti, che quest’ultimo documento fu approvato in presenza delle assicurazioni fornite dalla dott.ssa Adinolfi, Assessora al Bilancio, sulla sostenibilità della spesa e sull’assenza della condizione di pre-dissesto, o di dissesto. Appena il giorno dopo, però, la stessa Assessora comunicò che si stava studiando il decreto Aiuti e, poco dopo, diffuse la notizia dell’adesione, definendola una ‘opportunità’. Oggi, i cittadini comprendono pienamente il senso di questa opportunità. E’ aumentato tutto. E, comunque, non per tutti, perché sono state da subito colpite le classi deboli mentre è stato spostato negli anni l’aumento dell’addizionale Irpef. Se n’è già parlato, e questa non è la sede per ritornare sui 457milioni di Residui o sui 539milioni di debiti finanziari.
E’ importante, invece, rilevare che quel Consuntivo venne chiuso con una risultato positivo di € 86milioni grazie ad una ‘rettifica contabile’ per € 78nilioni del saldo dei debiti finanziari del Bilancio 2020. Documento sbagliato, quindi, ma approvato anche dai Revisori. Certo, un errore può succedere. Però, 78milioni non sono noccioline.
Adesso, il risultato del Bilancio Consolidato viene dichiarato positivo per € 86milioni. Cioè, dopo aver ‘assemblato’ valori per centinaia di milioni, il valore è migliorato solo per € 2milioni e sempre grazie allo stesso errore contabile del 2020. Sembra difficile sostenere che sia un esito eccezionale, salvo errore. In verità, se il Consolidato avesse un senso concreto, allora dovremmo sapere cosa si intende fare immediatamente per ripianare almeno i debiti tributari e previdenziali per € 18,6milioni presenti nei singoli Bilanci.
Se, poi, si guarda alla ‘costruzione’ del documento, non possono negarsi ulteriori elementi di criticità.
Il Gruppo Amministrazione Pubblica-GAP dell’Ente è costituito da ben 23 posizioni tra Enti e Società. In realtà, poiché la Sistemi Salerno Holding è presente da sola, ma raggruppa altre 4 Società, il totale effettivo è di 27. Una enormità, considerato che il Comune di Milano ne avrebbe 19 e Bologna 20 (fonte: siti web).
Nel gruppo è compresa la SEV Spa, detenuta al 48,82% dalla Holding, anche se non è stata consolidata in quanto compresa per intero nel documento della Iren, proprietaria del 50%, in virtù di accordi di cui nessuno sa e che le hanno assegnato l’integrale gestione amministrativa, patrimoniale, economica, finanziaria e fiscale. Tutto.
Comunque, da 23 (27), il numero delle consolidate è sceso a 10 (14), per l’esclusione di quattro enti/società in liquidazione (Trasporti Marittimi Salernitani, Salerno Interporto, Salerno Sviluppo, Ente Ambito Sele), di una in fallimento (Parco Scientifico e Tecnologico), di una in Amministrazione Straordinaria (CSTP). Il Capitale investito, e perso, ammonta a € 2,1milioni, a parte eventuali altri debiti da ripianare. C’è, poi, la posizione del Consorzio Bacino SA/2 per i rifiuti solidi urbani, nel quale l’Ente ha una quota del 35,54%, che dopo aver azzerato il Patrimonio denuncia debiti per € 52,9milioni (fonte: Bilancio). Cosa facciamo: chiediamo al Mago Otelma chi pagherà? Forse, sarebbe utile fare un Bilancio Consolidato di tutte queste per capire quanti soldi costerà la chiusura delle esposizioni. Senza considerare che la loro ‘misera fine’ potrebbe aver contribuito alla condizione di pre-dissesto, o dissesto, dell’Ente.
Altre esclusioni sono state giustificate con la irrilevanza delle quote di partecipazione. Eppure, la normativa ne consente l’inserimento se con importanti attività. Tra esse, la Fondazione Università di Salerno (5,18%) e la Fondazione Menna (19,40%). Quest’ultima, forse, perché ormai priva di ogni funzione propria.
Tra le Società incluse, invece, stupisce la presenza dei Consorzi Ausino (33,20%) e Asis (17,98%), dai quali il Comune intende uscire, e preoccupa quella del Consorzio Farmaceutico Intercomunale (28,57%) sul quale sembra si addensino problemi gravissimi, salvo errore.
Oggi, con l’adesione al decreto Aiuti, è imposta la revisione delle Partecipate nel rispetto del principio della finalità istituzionale delle attività. Sarebbe saggio disboscare in profondità un intreccio che non sembra apportare particolari vantaggi, visti gli utili 2021, e, anzi, può essere fonte di grandi pericoli, come nel caso delle operazioni imprenditoriali di SEV, già discusse in altra sede. A differenza delle belle figlie di Madama Dorè, sembra difficile che tra esse lo Scudiero del Re possa sceglierne una da far sposare al Sovrano
(P.S.: i dati esposti, tratti da siti ufficiali, sono forniti in buona fede, senza responsabilità e salvo ogni errore)
Alfonso Malangone – Ali per la Città – 01/10/2022