da Antonio Cortese (docente)
Con tutte le raccomandazioni di non cadere nella propaganda, l’ultima puntata di Bianca Berlinguer l’ho assistita appunto senza audio per non farmi coinvolgere. Risultato: identico format di una puntata del 1997, con gli stessi ospiti ugualmente vestiti, stesso tipo di studio; mancavano solamente Sabina Guzzanti a seguire con tre o quattro barzellette placate da Serena Dandini e da Elio e le storie tese. Ho capito così che un filosofo come Cacciari sia stato dalle telecamere completamente annullato, preferendo inconsciamente o meno, e molto comodamente egli stesso, il lavoro di ospite televisivo nel tempo piuttosto che di politico o professore,“sgarbizzandosi” volgarmente. L’unico a difendersi dalla spersonalizzazione catodica é stato Paolo Mieli, il solo che reagiva alla tranquillissima supponenza in default della conduttrice con nozioni ed alta probabilità di ricorsi storici a proposito del conflitto sovietico. Poi come da più di qualche anno, la rete lottizzata dal padre Enrico é stata teatrino di una voce a senso unico svoltato a destra, senza un accenno ai protagonisti pentastellati, sfiorando la sinistra quasi come una quarantunesima carta del mazzo che ad una quarantina di ore dal voto é passato come un semplice jolly in più da poter inserire nell’urna. Tentativi di analisi storica appena accennati da Mieli, censurati in stile Boncompagni alla regia di un non é (più) la Rai: la stessa conduttrice al momento di un cambio telecamera é stata tradita mentre faceva cenno all’operatore mordendosi la mano e tornando improvvisamente splendida splendente accorgendosi del rosso in obiettivo; proprio come gli errori in erba di Ambra Angiolini. Gaffe con cui stesso Ghezzi con Blob per anni ha caratterizzato lo smascheramento della tv dilettantistica. Bianca Berlinguer é tutt’altro che una dilettante, ma non può imporre la propria linea ai telespettatori ancora irrigiditi come statue di sale agli anni novanta. I tempi di Sandro Curzi sono finiti e in una puntata clonata del genere avrebbe comunque regalato qualche autentico sorriso.