Aldo Bianchini
SALA CONSILINA – “Tutti insieme appassionatamente per un’Italia democratica e progressista”, con questo slogan elettorale si è tenuta ieri pomeriggio, martedì 13 settembre 2022, a Sala Consilina la “grande reunion” (grande, ma parziale perché mancava il RE) del P.D. (Partito Democratico) al fine di consentire ai “Circoli PD” del Vallo di Diano di incontrare Susanna Camusso (già aspra segretaria nazionale della CGIL), Anna Petrone (già consigliere regionale), Gianfranco Valiante (sindaco di Baronissi e già consigliere regionale) e Luca Cascone (consigliere regionale in carica e personaggio molto vicino al Vallo di Diano); tutti e quattro, a vario titolo, candidati al Senato (i primi tre) ed alla Camera (il quarto).
Fin qui niente di scandaloso; siamo in campagna elettorale e tutti i candidati hanno il diritto/dovere di girare in lungo e in largo il territorio alla ricerca affannosa di voti che, se utili per loro, sono indispensabili all’ammasso provinciale del Re.
Tutto lecito, ho scritto; sono fermamente convinto di sì per quanto riguarda i “quattro moschettieri” sistemati sul palco, che badate bene il loro mestiere lo sanno fare benissimo.
Il problema nasce quando lo sguardo si sposta verso la platea dell’ampio e moderno “Auditorium Polo Culturale Cappuccini” di Sala Consilina che, gremito, mette in bella mostra le facce dei vari sindaci a trazione eterodiretta dal cosiddetto “deluchismo” che gli oppositori all’interno dello stesso centro-sinistra (tra i quali un ex ministro e un ex deputato) denunciano in questi giorni all’opinione pubblica come “ … una modalità degenerativa della gestione della cosa pubblica che è la conseguenza di una politica che smette di essere confronto grazie anche all’atteggiamento di vigliaccheria in questo: ignoro la critica, non rispondo, la faccio morire schiacciata sotto il peso del potere … ”.
In tutta sincerità il cosiddetto “deluchismo” non è quello descritto dai due ex parlamentari che, per il momento, sono fuori dalle stanze dei bottoni; piuttosto è semplicemente un “sistema di potere politico” esattamente sovrapponibile a tutti quelli che lo hanno preceduto e che lo seguiranno.
E i sindaci del cosiddetto centro-sinistra del Vallo di Diano cosa ci fanno seduti nelle prime file della platea ?; la domanda non è irrituale e neppure irrispettosa; difficile è la risposta, anche perché quanto visto ieri pomeriggio è una storia che si ripete nel tempo e che nell’immaginario collettivo valdianese appare, a voler essere magnanimi, come una lunga e inutile processione che va avanti da almeno cinquant’anni.
In un comizio di fine anni ‘60 (Piazza Umberto a Sassano) il compianto ex consigliere provinciale prof. Chiaro Marino De Luca (Teggiano), ad un cittadino sassanese che gli chiedeva conto e ragione su cosa avesse fatto in favore del territorio, rispose candidamente: “Tutto quello che ho fatto per Sassano l’ho consegnato a don Lilino, è a lui che dovete chiedere”.
Da quel lontano pomeriggio è cambiato qualcosa ? Credo di no, a meno che gli attuali sindaci sinistrorsi non riescano a sconvolgere la storia passata e presente con richieste non personali, ma utili per tutti, ai quattro moschettieri del Re; questa la speranza.
Anche perché, poi, alla fine se nel Vallo rivince il centro-destra non so a quale titolo i sindaci potranno presentarsi dinanzi alla stanza dei bottoni per perorare le cause pubbliche tra le quali: il tribunale, la ferrovia, l’ospedale, il carcere, la caserma di polizia, la diga di Casalbuono e, per chiudere, l’alta velocità che da qualche mese sembra essere precipitata nell’oblio più assoluto.