da Pietro Cusati
Il nuovo anno scolastico con i vecchi problemi e i nuovi disagi ,mancano all’appello nella scuola italiana secondo i sindacati circa 200 mila docenti e dirigenti scolastici, con una percentuale molto alta per gli istituti superiori e le cattedre di sostegno. Questioni ataviche ,il quarto anno scolastico dell’era Covid si apre con gli stessi problemi di sempre e con le proposte dei sindacati della scuola ripetutamente inascoltate che hanno stimato in 200mila circa le cattedre vacanti. Stipendi ai minimi storici, con un tasso di inflazione galoppante che renderà le buste paga ancora più leggere, incombenze burocratiche che sottraggono tempo prezioso all’attività didattica, unico vero compito che gli insegnanti dovrebbero essere chiamati ad assolvere; classi sovraffollate e strutture fatiscenti .Il rinnovo del contratto nazionale le cui trattative si sono arenate a causa della totale mancanza di risorse sufficienti a garantire aumenti retributivi dignitosi.Le cattedre in alcuni casi verranno coperte sotto al 50% rispetto alle disponibilità offerte dal ministero dell’Economia e bisognerà ricorrere a contratti a tempo determinato. Le graduatorie contengono molti errori, per questo docenti che magari avrebbero diritto a essere contattati risultano in posizioni inferiori, altri invece per errori di iscrizione o requisiti non corretti sono stati depennati. Un turn over elevato con migliaia e migliaia di pensionamenti. È aumentato anche il numero di scuole in reggenza perché non si trova un numero sufficiente di Dirigenti scolastici. La situazione più complessa riguarda il sostegno, mancano insegnanti in modo costante. È difficile anche trovare docenti di italiano e matematica per le scuole medie e superiori, materie per le quali non sono ancora terminate le operazioni del concorso ordinario. Il contratto è scaduto il 30 giugno 2022 per le supplenze brevi, un avvio dell’anno scolastico che vede scoperte, per quanto riguarda le cattedre di ruolo, più del 60% dei posti. Il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, è molto ottimista : “Tutti i docenti saranno in cattedra, così come è accaduto l’anno scorso . Quest’anno abbiamo realizzato tanti concorsi, abbiamo assunto oltre 50mila docenti. C’è anche una parte di personale supplente, ma gli studenti troveranno tutti i docenti in classe al rientro dalle vacanze”. Rassicurazioni, quelle del Ministro, che però sembrano stridere con la realtà dei fatti, soprattutto per quel che riguarda il passaggio sui concorsi. I dati ufficiali pubblicati dai vari Uffici Scolastici Regionali, meno della metà dei posti messi a concorso è stato effettivamente assegnato. Cosicché si dovrà ricorrere a un utilizzo massiccio delle supplenze. Ma questa non è una novità. Ad aggravare una situazione non facile da gestire ci sarebbe il “taglio” del cosiddetto organico Covid, ovvero quel personale di supporto nella gestione delle regole anti-contagio, fondamentale nell’ultimo biennio. Gli insegnanti saranno tutti al loro posto” il primo giorno di scuola. Parola del ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, durante il suo intervento al Forum Ambrosetti a Cernobbio. In materia di concorsi, il 56% delle cattedre che dovevano essere occupate con gli ultimi concorsi rimarranno scoperte. Il ritardo delle procedure concorsuali da un lato e l’alto numero di neo ammessi dall’altro comporteranno un numero di supplenti molto superiore al previsto, lo dicono i dati degli uffici scolastici regionali. “La scuola non può andare avanti con 8.000 docenti esperti, dopo un percorso selettivo che dura 9 anni, mentre funziona quotidianamente con centinaia di migliaia di docenti sottopagati sottolineano i sindacati della scuola . Anche sulle supplenze le previsioni dei sindacati non sono rosee. In alcune Regioni non si può procedere alle supplenze prima di aver effettuato le nomine in ruolo dei docenti di sostegno specializzati e dei precari che hanno effettuato tre anni di servizio e superato il concorso straordinario.
Molti docenti, purtroppo fanno parte del personale ATA o fanno altro per esigenze economiche….