Aldo Bianchini
SALERNO – Criniera, Linea d’Ombra, Sarastra non sono soltanto la denominazione affibbiata, con una certa fantasia, ad alcune delle grandi inchieste giudiziarie della nostra Provincia e/o del Distretto Giudiziario salernitano; sono la precisa caratterizzazione letterale per far meglio capire come “la giustizia non è sempre giustizia, perché fatta sempre in ritardo e, alla fine, fatta solo per sbaglio” (ho semplicemente capovolto la massima di George Bernard Shaw) e di come la stessa presunta giustizia può essere amministrata in maniera sostanzialmente diversa da caso a caso pur appartenendo alla stessa tipologia di reato.
Capisco, ma fino ad un certo punto, le ripetitive e noiose dichiarazioni dei politici (e non solo) che quando vengono indagati esclamano “Ho fiducia nella magistratura”; così come non capisco, ma fino ad un certo punto, le ripetitive e noiose dichiarazioni dei politici (e non solo) che all’indomani di ogni sentenza di assoluzione esclamano “Posso gridare la mia innocenza” facendo finta di dimenticare e di buttare alle spalle anni e anni di sofferenze fisiche e psicologiche, nonché affettive e relazionali con un mondo esterno che al primo avviso di garanzia già emana sentenze di condanne ed è pronto quasi a deridere le assoluzioni che puntualmente arrivano.
L’immaginario collettivo è un pianeta tutto particolar e per buona parte ancora inesplorato e, quindi, incomprensibile ma disposto a prescindere a credere nella colpevolezza di chiunque ed a pensare che le assoluzioni non sono altro che la conferma della “colpevolezza a prescindere”, soprattutto se i personaggi graziati sono politici locali, regionali e nazionali. Personaggi che prima abbiamo votato e subito dopo siamo disposti a massacrarli con la stessa perspicace convinzione con cui li abbiamo chiamati a rappresentare il popolo.
In questo diabolico tritacarne mediatico-giudiziario è precipitato, fin dal 15 luglio 2011 (quando agli ordine del tenente Beraldo i Carabinieri di Pagani eseguirono l’arresto in carcere di numerosi personaggi politico-camorristici, tra i quali l’allora consigliere regionale Alberico Gambino) l’ex sindaco di Pagani ed ex consigliere regionale ma anche rieletto sindaco e subito disarcionato Alberico Gambino, personaggio assolutamente benvoluto dalla gente ed assolutamente osteggiato, in maniera sporca e con un certo sarcasmo intriso di puro sciacallaggio, da squallidi avversari politici e da arroganti investigatori locali che pur di incolpare Alberico avrebbero indotto alcuni testimoni a dichiarare il falso (ma questo è ancora da dimostrare dalla recente inchiesta aperta su ordine dei giudici del Tribunale di Nocera) in perfetta armonia con una banda di abituali criminali che avevano tutto da guadagnare dalla caduta del “sindaco del popolo”; e, infine, il tutto preso per oro colato da una Procura tendenzialmente indirizzata più verso la colpevolezza che l’innocenza.
Fortunatamente Alberico Gambino ha trovato sulla sua strada l’avvocato Giovanni Annunziata che lo ha difeso in tutti gradi di giudizio ed in tutti i processi, e bene ha fatto lo stesso Gambino a non voltare mai pagina ed a rimanere in “affido continuato ed a tempo indeterminato” alle cure del suo prediletto difensore che, in alcune occasioni, senza timore di confrontarsi, si è fatto spalleggiare nel processo principale dal prof. Alessandro Diddi. Un capitolo a parte merita l’avv. Annunziata che in questi ultimi tempi (mentre conduce con grande abilità la difesa di Nino Savastano – caso “Sistema Salerno”) si è distinto anche a livello nazionale con la difesa dell’ex capitano del NOE Giampaolo Scafarto che, nell’ambito del “caso Romeo”, ha rappresentato una strategia difensiva esattamente opposta a quella sfoderata nel “caso Gambino” dimostrando come l’azione degli investigatori/inquirenti può essere letta in due modi diversi e sempre in maniera vincente. Ne parleremo fra qualche giorno.
Intanto è giusto ritornare al “caso Gambino” incastrato nelle inchieste giudiziarie Criniera – Linea d’ombra – Sarastra (ecc., ecc.) per capire, partendo dalla richiesta di una “Commissione Parlamentare di inchiesta” annunciata dall’on. Edmondo Cirielli e dall’inchiesta a carico dell’ex procuratore Franco Roberti richiesta dal sen. Antonio Iannone ed anche da quella che potrà essere la verità dopo le possibili false dichiarazioni a carico di Gambino di almeno quattro testimoni, in funzione di un’ipotetica responsabilità da attribuire ai Sostituti Procuratori, agli investigatori (le forze dell’ordine) ed alle inquietanti rivelazioni a puntate dei personaggi malavitosi ai quali dovrebbe essere tolta, in perpetuo, anche il diritto alla parola, tanto sono inquinanti e fuorvianti le loro dichiarazioni.
Come ebbe a dichiarare, nel lontano 1997, in una conferenza stampa l’allora procuratore aggiunto Luciano Santoro.
Appuntamento al prossimo articolo.