di Nicola Femminella
Venerdì 8 luglio, nell’ambito della “Settimana Letteraria”, organizzata magnificamente dal Comune di Roccagloriosa e dalla “Associazione Effetto Donna”, si è svolto un importante convegno sugli “scenari storico-archeologici e prospettive di valorizzazione e rilancio dell’insediamento lucano di Roccagloriosa”. È noto lo straordinario patrimonio archeologico rinvenuto nella località ad opera degli scavi eseguiti dall’illustre archeologo Maurizio Gualtieri negli anni ’70, che attira gli studiosi da ogni parte d’Italia, desiderosi di ammirare reperti di sicuro impatto emotivo e di approfondire l’arte lucana sorta tra quella greca e quella romana e prospera dal V al II sec a. C. Nei due antiquarium della cittadina è dato di apprezzare testimonianze del regno lucano di sorprendente interesse e di ragguardevole valore artistico; uguali suggestioni procura la zona archeologica nella quale si è svolto il convegno. Il sito conserva nelle sue viscere resti ben più numerosi di quelli riportati alla luce, per cui è auspicabile che riprendano gli scavi che potrebbero significare per gli abitanti del luogo un impulso allo viluppo socio economico di notevole rilevanza. È una follia lasciare nell’oblio reperti capaci di suscitare stupore non solo negli amanti delle antichità, ma anche in coloro che intraprendono un viaggio alla ricerca del bello e del passato, senza contare i sicuri vantaggi che apporterebbero all’occupazione dei giovani e all’intero comprensorio, se esposti in un museo con decine di documenti e manufatti, in grado di richiamare folti gruppi di visitatori. È sicuramento un diritto delle comunità poter utilizzare le risorse che si possiedono, per fornire incentivi positivi alla propria economia, specie quando il loro pregio è di inestimabile valore.
Nel convegno ho avuto il compito di introdurre i lavori che hanno visto le pregevoli relazioni della Soprintendente Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Salerno e Avellino Raffaella Bonaudo e di Alfonso Andria, Presidente del Centro Universitario Europeo per i Beni Culturali – Ravello e gli interventi del Presidente del Parco del Cilento Vallo di Diano Alburni Tommaso Pellegrino, delle autorità locali e, in video conferenza, di Giampaolo D’Andrea, consigliere del ministro alla Cultura Dario Franceschini, ben coordinati dall’architetto paesaggista Carla Maurano, che hanno meritato l’applauso degli astanti. L’incontro, pur privo della presenza degli illustri studiosi annunciati, impediti per motivi di salute, è risultato di notevole spessore culturale.
Nella mia introduzione ho riportato l’idea del progetto, al quale sta dando corpo la sottocommissione Turismo, istituita dal presidente delle Aree Interne Cammarano presso la Regione Campania, che non ha potuto partecipare all’evento per impegni programmati da tempo, nonostante l’argomento costituisca un punto fermo della sua azione, che da alcuni mesi si evidenzia negli elaborati e nelle riunioni delle sottocommissioni. Trattasi di un progetto che ha visto una prima fase prendere corpo nella bozza di un “Distretto Archeologico” (o una “Strada dell’Archeologia”), che, delimitato da un perimetro costituito dai siti di Buccino, Agropoli, Roscigno, Padula, Caselle in Pittari, Roccagloriosa, Sapri, Palinuro, Pattano-Vallo della Lucania, Laurino, Velia, comprende anche quelli di Capodifiume, Roccadaspide, Aquara, Bellosguardo, Atena Lucana, Polla, Pertosa, Auletta, Sala Consilina, Sassano, Monte San Giacomo, Policastro Bussentino, Castelnuovo, Moio della Civitella, Santa Maria di Castellabate. Sinora sono stati realizzati: sopralluoghi sui siti archeologici citati; censimento degli stessi con raccolta dei dati conoscitivi, relativi ai patrimoni ricavati dagli scavi; le date dei lavori sin qui eseguiti e le condizioni in cui versano con riferimento alle attività in corso e a quelle sospese; una prima bozza del progetto, già menzionato, da completare nel prosieguo della ricerca e delle attività. Queste continueranno per definire il piano completo del Distretto con capofila Velia, la Certosa di Padula con l’annesso Museo Archeologico della Lucania Occidentale, Roscigno e Volcei-Buccino, per la valorizzazione e l’utilizzo dei siti, volti allo sviluppo e all’occupazione e contribuire a creare un argine, si spera, seppure parziale, allo spopolamento in corso nei nostri paesi. Il tutto racchiuso in un calendario dei lavori, fino alla richiesta dei finanziamenti possibili. Questo prevede una riunione con i sindaci dei 26 comuni sedi dei siti archeologici; un progetto precisato a grandi linee e presentazione dello stesso all’assessore Felice Casucci il quale, condividendolo, condurrebbe una fase finale con la collaborazione della Soprintendenza e dell’Università di Salerno Facoltà di Archeologia, per formalizzare il piano definitivo e condurlo nelle aree di un possibile finanziamento. L’intero percorso dovrà essere sostenuto dai sindaci dei 26 comuni, consapevoli che, se permangono in uno stato di isolamento, ciascun sito con i giacimenti archeologici che la storia ha consegnato loro, non segnerà nessun passo sulla strada di una valorizzazione di un bene inestimabile in grado di contribuire in misura ragguardevole alla crescita della popolazione che l’ha avuto in dote. Solo se si costituirà, tra le località interessate, un distretto archeologico coeso, un’unica camera di regia, già ipotizzato da Gabriel Zuchtriegel, quando era direttore del Parco Archeologico di Paestum-Velia, che sappia esprimere idee e progetti convincenti, dotato di forza propositiva e azioni politiche efficaci presso le istituzioni erogatrici di finanziamenti adeguati, si potranno allontanare i sonni profondi e le paralisi permanenti che hanno impedito ai nostri siti di stare sul mercato, per formulare un’offerta turistica capace di creare ingenti flussi di visitatori. Già ho detto in un precedente articolo che la Certosa di Padula, nonostante la sua riconosciuta magnificenza e i primati che detiene tra le Certose più note in Europa, non riesce a decollare nel numero delle presenze, poiché i visitatori sono per lo più studenti in gita scolastica o turisti che le dedicano una fugace visita di un giorno, senza restare nel Vallo di Diano per un tempo sufficiente a produrre un indotto significativo. La Certosa, invece, con gli altri siti musealizzati a dovere e con il gruppo speleologico più importante d’Europa con le grotte di Pertosa, Castelcivita e Morigerati, i sentieri ameni e il paesaggio immersi in un ambiente incontaminato e in un condensato di inusitata bellezza, con i borghi limitrofi suggestivi e segnati da vicende storiche illustri, dove non manca l’arte diffusa, potrebbero costituire un polo turistico di importanza europea e indurre schiere di turisti a venire nei territori cilentani e a risiedervi, “consumando” pacchetti turistici composti di più giorni e alimentando le strutture di accoglienza. Mettendo in campo una poderosa azione di propaganda e marketing a tutto campo e allestendo vetrine seducenti. In questa visione allargata rientrano la ripresa degli scavi a Roccagloriosa per recuperare l’oro sepolto e una campagna di scavi importanti a Caselle in Pittari in località Laurelli, poco distante, dove giace addormentata una piccola Pompei, come assicura l’archeologa Antonia Serritella intenta, in questi giorni, con i suoi studenti a recuperare nuove tracce preziose dell’antica città lucana. Le due località potrebbero ricavare dal buio finora coperto due stelle luminose del turismo campano. Il progetto ha suscitato l’interesse dei relatori che hanno assicurato il proprio contributo, perché il sogno di coloro che lo alimenteranno con passione e tenacia possa tramutarsi in realtà, utile alle nuove generazioni.
Ho avuto il privilegio di assisteste al convegno del 8 luglio a Roccagloriosa, un seminario tecnico sull’archeologia di grande interesse e spessore culturale, grazie anche, ai relatori e agli organizzatori del seminario. Merito anche alla grande ospitalità e accoglienza del Sindaco e dei suoi amministratori ….