Aldo Bianchini
SALERNO – Si dice che spesso la fantasia supera la realtà, ma altrettanto spesso ci accorgiamo che la realtà supera, e di gran lunga, la fantasia; e la docente- poetessa – scrittrice Rosaria Zizzo lascia passare, quasi scivolando, questo fondamentale concetto nell’immaginario collettivo con una leggerezza e semplicità fuori dal comune; ecco perchè la protagonista della serata letterario-culturale-sociale nel Castello dell’Abate in Castellabate) denominata “Vita e Legalità” (curata da Marisa Russo) sarà proprio lei: “Rosaria Zizzo“.
Questo difficile esercizio tra realtà e fantasia lo ha tradotto attraverso una elaborata sceneggiatura in una piece teatrale di tutto rispetto che fa della piece una vera e propria opera teatrale, e non soltanto perché al centro della ricostruzione storico-letteraria ci sono alcune delle grandi vittime della mafia e delle mafie.
Rosaria Zizzo, nota poetessa-scrittrice – scenografa e regista teatrale nonché affabilissima docente negli istituti scolastici superiori, ci ha messo tutta la sua capacità di scrittrice e di docente nella rincorsa immaginaria della verità sulle stragi mafiose del ‘92, come se si trovasse al centro di un enorme set cinematografico disteso tra la zona dello svincolo di Capaci (autostrada Punta Raisi – Palermo) e Via D’Amelio nel pieno centro della città di Palermo.
E quale migliore intuizione che quella di farsele raccontare, quelle orrende stragi, da due osservatori speciali: Giancarlo Siani (giornalista de Il Mattino, assassinato a Napoli il 23 settembre 1985 dalla camorra del boss Angelo Nuvoletta per volontà di Totò Riina –capo di cosa nostra a cui il clan di Marano era affiliato)) e Peppino Impastato (giornalista, conduttore radiofonico, attivista politica con Democrazia Proletaria, e molto noto per le sue denunce contro la mafia, assassinato a Cinisi il 9 maggio 1978) che da lassù ebbero la possibilità di assistere alle due stragi mafiose senza possibilità di poter intervenire, mentre erano impegnati a raccontare gli aspetti sconosciuti delle loro rispettive e personali uccisioni.
E i due non solo svelano nomi e cognomi dei loro assassini ma discettano anche sull’identità dei vari carnefici di Capaci e Via D’Amelio e lasciano la parola ai giovani che genericamente vengono individuati come “gli uomini della scorta” che spesso vengono avvolti dall’oblio della memoria che fa rimbalzare nell’immaginario di tutti soltanto i nomi dei grandi caduti, a cominciare da Falcone Borsellino per finire proprio a Siani e Impastato.
Da tempo, da molto tempo, Rosaria Zizzo è divenuta portavoce della legalità, impegnata nella continua ricerca di quella legalità che trasuda dalle tragedie e che lei riesce a riversare sulle giovani generazioni anche attraverso lo strumento educativo della scuola. Un passaggio molto ben illustrato dal dirigente scolastico Ugo Giorgio CREA nella prefazione del testo letterario che la stessa Zizzo ha portato più volte sulle scene; un pò come qualche anno fa ha fatto con la trasposizione teatrale della orrenda morte tra le fiamme di due lavoratrici in nero in un materassificio di Montesano sulla Marcellana, Giovanna Curcio di 16 anni e Annamaria Mercadante di 49 anni. Senza dimenticare che nella corposa produzione letteraria della Zizzo ci sono anche due opere speciali: “Anima in Parola” (una serie di monologhi sull’universo femminile e soprattutto sulla violenza contro le donne, lavoro andato in scena anche nella Sala Capitolare della Biblioteca del Senato) ed anche “Fogli e Foglie” (incentrato sempre sul mondo delle donne attraverso il ricordo storico dei clamorosi casi di violenza).
Le opere letterarie di Rosaria Zizzo evidenziano da sempre un tratto comune che “si caratterizza per la forte intensità emotiva, tanto da trasformare il messaggio stesso in un duro atto di condanna verso ogni forma di illegalità e di violenza”.
L’impegno civico e civile di Rosaria Zizzo denota come la scuola (e non solo) quando vuole può essere il veicolo della memoria e della legalità che coinvolge attraverso il teatro e che induce a riflettere concretamente, ad intercettare le energie positive del territorio.
Il testo è stato più volte rappresentato nelle scuole e nel contesto di manifestazioni sulla legalità “”… cattura le menti dei giovani -dice la Zizzo- e le convoglia verso lo studio e l’ammirazione di chi ha fatto dell’uso delle parole, della giustizia e della legalità un obiettivo di vita fino all’estremo sacrificio””.
È fondamentale che libri come questo vengano veicolati verso i giovani ed è importante che sia stato scritto da una docente, che lavora tra i giovani. Borsellino diceva che non dobbiamo mai smettere di parlare della mafia, è giusto e doveroso che i ragazzi capiscano che questo è uno dei mali peggiori della nostra società.
Domani sera, mercoledì 19 luglio 2022 dalle ore 21, nel trentesimo anniversario della strage di Via D’Amelio l’opera teatrale della Zizzo “Edizioni Ordinarie” (edito da Terra del Sole) sarà presentata nel Castello dell’Abate (comune di Castellabate) addirittura dagli ex alunni dell’anno scolastico 2009/2010 dell’Istituto Corbino di Contursi Terme diretto dalla dott.ssa Maria Rosaria Cascio. E lo farà con i “suoi ragazzi” di sempre, ormai adulti: Gerardo Iula, Elena Tazlaoanu, Emanuela e Noemi Reppuccia, Gerardo Bastardi, Roberto Maglio e Francesca Ruocco.