FALVELLA: dal passato al futuro … ancora scorie ?

 

Aldo Bianchini

Eduardo Scotti, il giornalista che ha condotto in maniera eccellente la cerimonia in ricordo di Carlo Falvella

SALERNO – Ore 21.30 del 7 luglio 2022, il segretario-notaio Pippo Falvella apre ufficialmente i lavori della parte finale della riunione iniziata la mattina del 6 luglio per seguire attentamente le celebrazioni (sulla terra nel salone dei marmi del palazzo di città e in Via Velia nell’arco della giornata di giovedì scorso) dedicate alla memoria di Carlo Falvella ucciso la sera del 7 luglio 1972 in Via Velia nel corso di uno scontro, forse imprevisto, tra un gruppo di giovani di sinistra e di destra. Un fatto omicidiario che si trascina tra polemiche, schermaglie, precisazioni e contestazioni da ben 50 anni senza che all’orizzonte si profili, finalmente, la giusta pacificazione.

Tutto ciò nonostante Carlo in questi cinquant’anni abbia allestito un tavolo del paradiso intorno al quale siedono anche Mastrogiovanni e Marini, di sinistra, che rimasero direttamente implicati giudiziariamente per quel delitto.

C’è molta attesa intorno al tavolo per l’intervento di Carlo che, come precisato dal segretario, sarà l’unico intervento della giornata, senza repliche o possibilità di interventi.

Alle 21.45, poco dopo che sulla terra è stata deposta una corona di fiori accanto alla stele dedicata a Carlo in Via Velia, Carlo si alza e prende la parola con l’autorevolezza che lo contraddistingueva anche da giovane diciottenne ancora in vita:

Marco Falvella (fratello di Carlo) che ha organizzato l'ottima celebrazione dei 50 anni dalla morte di Carlo

“”Saluto i nuovi ospiti intorno al tavolo, in futuro ci saranno occasioni anche per loro di parlare … (breve pausa) … Mi corre l’obbligo innanzitutto di salutare e ringraziare il giornalista Eduardo Scotti per il modo impeccabile con cui ha condotto la difficile manifestazione in presenza di rappresentanti della destra ma anche della sinistra. Con Eduardo mi incontrai, al mare, la mattina del 7 luglio 72; poche ore dopo io purtroppo arrivai qui, sui prati celesti. Per quanto mi riguarda, Eduardo era l’unica persona (avendo avuto il padre di sinistra e lo zio di destra -fucilato dai partigiani-) in grado di garantire, come ha fatto, il perfetto equilibrio tra due mondi e due modi diversi di pensare e di fare politica. Sono sinceramente rammaricato del fatto che ancora oggi ci siano stati mugugni nel salone dei marmi e in giro per i corridoi del Comune e le vie di Salerno, sull’ottima scelta fatta da Marco che ha avuto il coraggio di affidare all’uomo giusto, cioè Eduardo, la parte principale della cerimonia che, nonostante qualche assenza, è stata ospitata dall’Amministrazione Comunale ben rappresentata dall’assessore Alessandro Ferrara. E’ stato l’inizio del disgelo. Importanti ed emozionanti i contributi storici portati dai parenti delle vittime del terrorismo e della violenza politica; attenti, però, a non scadere nella deprimente ritualità di un accadimento che non ha niente di rituale. Mi è piaciuto il messaggio di avviare le procedure per intitolarmi una strada, ne sono lusingato, ma non è il fatto più importante.

In fondo al salone dei marmi si intravedono Primo Carbone e Pietro Abate, presenti la sera dell'uccisione di Carlo Falvella
Il consigliere comunale Roberto Celano con il senatore Maurizio Gasparri

Io mi batto per la pace attraverso la riconciliazione di due mondi, quello del Bar Moka e quello del Bar Nettuno degli anni ‘70, che con le loro azioni hanno spaventato intere generazioni di giovani. E in quest’ottica di pace non si può non tener conto che a sparare per le strade di Salerno sono stati soltanto i giovani di sinistra e non quelli di destra. Come esempio è giusto ricordare l’attentato a suon di proiettili in Via F. La Francesca, sparati contro una Fiat/Bianchina nella quale quattro giovani di destra erano intenti a parlare (leggasi il libro di Primo Carbone). La mancata reazione fu, forse, il primo segnale di pacificazione. La memoria storica, la sua condivisione, il sacrificio di tante vite devono trasmette ai giovani di oggi i valori della non violenza sui quali fondare le speranze del futuro. Mi fermo qui, non voglio tediarvi oltre, anche perché vedo che si sta avvicinando la mia adorata mamma con una rosa in mano, la stessa rosa che io le regalavo ogni domenica dopo la messa. Grazie a tutti””.

Si è fatto tardi, il segretario-notaio Pippo, chiude i lavori alle ore 22.30 del 7 luglio 2022 e dà appuntamento a tutti fra qualche giorno per la rituale celebrazione dei nuovi arrivati intorno al tavolo del paradiso, per la riconciliazione.

 

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