Aldo Bianchini
SALERNO – E’ da un’eternità, e in tutti gli ambiti sociali (pubblico impiego, sanità, organi di controllo, scuola, sport, assistenza, trasporti, manutenzione stradale, politica, banche, ecc. ecc.), che sento dire da tutti quelli che assumono il governo organizzativo di qualcosa che “la provincia di Salerno è la più vasta e la più complessa d’Italia”.
Bene, anzi benissimo, per non dire malissimo; questo lo sappiamo tutti e, almeno nel mio caso, lo so fin dagli anni ’50, da quando cioè incominciavo lentamente ad interessarmi, solo come osservatore, anche della gestione della cosa pubblica. E da allora sono stato sempre attento al cosiddetto “modello lavorativo” che mano a mano, nelle sue molteplici forme, veniva proposto come enunciazione di massima, ma quasi mai applicato, dai nuovi presidenti – direttori generali – assessori – consiglieri (comunali, provinciali, regionali) – dirigenti – funzionari ed anche semplici dipendenti, così come da imprenditori di successo e da “mezze cucchiare”.
Purtroppo tutti questi personaggi, subito dopo aver assunto l’incarico (molto spesso ben retribuito), si sono subito rinchiusi nelle loro tane, spesso riconducibili ad eleganti e ben condizionati (con l’aria) uffici di rappresentanza.
Purtroppo non si sottrae a questa logica (almeno nelle dichiarazioni) il nuovo direttore generale dell’ASL/Salerno, dott. Gennaro Sosto, che dalla fine del prossimo mese di agosto assumerà la conduzione di quella che tutti riconosciamo essere una delle azienda sanitarie locali di difficilissima conduzione; un fatto che scatena in tutti noi, da sempre, un’angosciosa attesa dell’uomo giusto al posto giusto per cercare di superare i marcati livelli di guardia per la buona tenuta della salute pubblica.
“Quella di Salerno è l’azienda più grande della Campania. Per me sarà un onore e ringrazio per la fiducia il governatore De Luca che mi ha scelto per questo importante compito. Parliamo di una azienda complessa dal punto di vista territoriale. È la più articolata e con la maggiore popolazione, con una disgregazione accentuata per la lunghezza del territorio, che mostra una capillarità e una densità abitativa abbastanza bassa in alcune zone interne, nelle quali dovremo essere bravi ad offrire i servizi sanitari all’utenza”, questa la dichiarazione d’intenti rilasciata dal neo d.g. al giornalista de Il Mattino (ed. 23.06.22); una dichiarazione che ricalca il vecchio ed anche il presente, due momenti che sul terreno della salute pubblica hanno lasciato soltanto buchi neri e pochi spiragli di buona speranza.
Accadrà la stessa con cosa con il dott. Gennaro Sosto ? E’ presto per dare una risposta; intanto, e questo è positivo, il dg Sosto parla di modelli organizzativi: “Dovremo, per forza di cose, inventarci qualcosa, con modelli organizzativi diversi, per cercare di gestire realtà un po’ più complesse, dal punto di vista della difficoltà orografica e territoriale, come ad esempio è quella salernitana. L’idea è proprio quella di lavorare su percorsi nuovi, che consentano, non dico di superare, perché l’elemento umano è fondamentale, ma di lenire le difficoltà che vengono fuori dalla carenza di personale …”.
Un solo suggerimento: “Gentile dr. Sosto, quando arriverà a Salerno non si faccia subito imprigionare dalle chiacchiere e dalle adulazioni di ambiziosi dirigenti e machiavellici funzionari (quelli ce hanno sfasciato la sanità salernitana), si avvalga di poche persone valide e, soprattutto, esca dai suoi uffici e giri, anche a sorpresa, tutto il territorio”.