Aldo Bianchini
SALERNO – Sono già passati 120 giorni da quando, con voce tremula – mani tremanti – fogli del dispositivo caduti due volte per terra, il presidente del collegio giudicante della 2^ sezione penale del Tribunale di Salerno (dr. Paolo Valiante), il 4 marzo 2022, lesse il dispositivo della sentenza di condanna a 7 anni di carcerazione in danno di Mons. Nunzio Scarano tra lo stupore generale e l’ostentata sicumera (anche nell’espressione facciale) dei due giudici a latere (Enrichetta Cioffi e Giovanni Rossi), ma le motivazioni, che in partenza apparivano già scritte, non arrivano. Difficoltà di tempo o di motivazioni ?
Chi è Mons. Nunzio Scarano ?
Il personaggio: Salernitano doc, famiglia benestante, plurilaureato, esperienze di lavoro e di studio all’estero, lavoro in banca ad alti livelli dirigenziali, opere di carità, e la “conversione totale a Cristo”. Poi la chiamata dal Vaticano e da Papa Giovanni Paolo II, Karol Wojtyla, per rimettere in sesto, dal punto di vista tecnico, le disastrate finanze della Chiesa: competenza, professionalità e integrità morale le doti del sacerdote salernitano che direttamente il Papa vuole al suo fianco il 4 set. 1999 per l’inaugurazione “Seminario Metropolitano” intitolato allo stesso Sommo Pontefice.
Le opere di carità: per due volte riatta e rilancia la casa degli anziani nel centro storico portandola da 20 ad 80 posti letto – dona la croce pettorale al venerato Papa San Gregorio VII – l’anello rifatto al posto di quello rubato dal sarcofago del Papa sepolto a Salerno – la sala di attesa della rianimazione dell’ospedale Ruggi – la donazione degli spogliatoi del campo sportivo, del viale alberato e i saloni del Seminario di Pontecagnano. E questo solo per citare alcune delle opere visibili; in privato Don Nunzio ha dedicato l’intera sua vita all’aiuto del prossimo.
La tempesta giudiziaria: Arriva d’improvviso, travolgente e con un accanimento mediatico senza precedenti. “Don Nunzio deve pagare”, questo sembra essere l’ordine tassativo e occulto per gli arresti in carcere, i ricoveri ospedalieri, la detenzione domiciliare, le telecamere ad infrarossi posizionate sul campanile del Duomo, la sospensione di qualsiasi sostegno economico, un capitolo del libro di Gianluigi Nuzzi e l’arrivo sulla scena dell’avv. Riziero Angeletti, famoso vaticanista (che continua a declinare l’invito per una intervista).
L’accusa: Si è passati dall’esercizio della carità in spirito di totale gratuità ad ipotizzare reati gravissimi di natura economico-finanziaria, spaziando dal riciclaggio all’evasione fiscale ed all’usura, utilizzando un impianto accusatorio non supportato (come ammesso dalla stessa pm Elena Guarino in ase di requisitoria) da prove certe e adeguate.
I costi: Ma quanto è costata, fin qui, in termini di denaro pubblico questa sconcertante operazione giudiziaria ? di certo è che sono passati nove anni ed è ancora in atto, in una fase storica in cui l’Italia a partire dal caso Bottazzi (28 luglio 1999) è sotto i riflettori della Corte Europea dei diritti dell’uomo per i gravi ritardi nei processi; gravi ritardi segnalati anche dalla Corte di Giustizia Europea che con sentenza dell’11 gennaio 2017 ha condannato finanche l’Unione Europea.
Cui prodest tanto fango ? la risposta apre ad un legittimo dubbio: “Attraverso Don Nunzio, quale capro espiatorio, non è che si e voluto colpire la Chiesa Cattolica nel momento in cui sta subendo ogni sorta di persecuzione a livello mondiale ?
Di sicuro questa vicenda mette in seria crisi la coscienza del credente impegnato a vario titolo nell’esercizio di qualsiasi funzione, anche quella giudiziaria.
Giova, infine, ricordare sempre a tutti, cattolici e non, che Gesù Cristo fu condannato e messo a morte a seguito di un ingiusto processo senza prove, fondato solo su invidia e cattiveria umana; martirio che offrì sulla croce per la salvezza dell’umanità. Don Nunzio da vero credente non può che seguirne le orme !!