da Nicola Femminella
Non bada di certo ai chilometri percorsi l’on. Michele Cammarano, presidente della Commissione per le Aree interne, istituita dalla regione Campania. In giro per il Cilento, visita le aziende eccellenti e innovative che possano fare da traino a nuovi investimenti e iniziative, volti a creare quote di occupazione giovanile per limitare il fenomeno del travaso di tanti nostri laureati e diplomati verso le regioni del nord o nei Paesi della Comunità Europea. Anche nel Cilento i numeri dei “cavalieri con la valigia di cartone” crescono di anno in anno, tanto da poter affermare che poche sono le famiglie non investite dal triste fenomeno. E Cammarano, il suo viaggio nelle aree interne, lo fa di buon grado, spinto dalla passione per una politica di servizio verso le comunità che lo hanno eletto e dall’interesse che nutre per lo spopolamento dei nostri borghi. Lo abbiamo constatato da vicino, notando il sorriso che irradia il suo volto, mentre dialogava con i titolari della aziende, chiedendo loro come incentivare gli insediamenti produttivi nelle nostre terre.
Sassano è stata la località scelta il 9 u.s. Le aziende che lo hanno ospitato: due realtà produttive dal pedigree illustre: la Diano Casearia e l’Amaro Penna. La prima, fondata nel 1933, già all’esordio della sua attività lanciava lo sguardo verso mercati extra comunali; la seconda iniziava nel 1902, pronta a raccogliere riconoscimenti prestigiosi e medaglie d’oro nei concorsi a Roma, Londra e Parigi.
La Diano Casearia si distende su una vastissima area con strutture logistiche che si ergono e si impongono nel panorama della vallata, curate in tutti i particolari, anche per rendere agevole il lavoro all’interno per oltre 200 occupati che vi lavorano. L’ha portata al massimo splendore Antonio Scaramuzzo, assistito dalla moglie Sonia e dai tre figli insieme ai responsabili dei vari settori con competenze elevate nello svolgere le mansioni ad essi assegnate. Il percorso dell’azienda e i programmi sono regolati personalmente da colui che ha creato questo gigante in grado di competere con i maggiori marchi italiani ed europei. È attento nel vigilare sulla qualità dei prodotti con un impegno mai disatteso, che inizia con il conferimento al caseificio del latte, costantemente attenzionato e sottoposto a rigidi controlli, per tutelarne la qualità e garantire al consumatore la genuinità dei prodotti collocati su mercati di gran rilevo. Produzione e commercializzazione della merce seguono lo stesso percorso virtuoso. Una vasta gamma di prodotti derivanti dalla trasformazione del latte vaccino e di bufala in specialità a pasta filata: mozzarelle, scamorze, provole e altre delizie gastronomiche, che si possono trovare anche nelle catene di distribuzione che vanno per la maggiore in Italia e nei supermercati della Francia, Germania, Giappone, Stati Uniti, Australia ed altri Paesi. Gli albori imprenditoriali si ebbero, come detto, nel 1933 ad opera dei nonni di Antonio. Da poco c’è una nuova sfida in atto, poiché Diano Casearia ha acquisito uno stabilimento in Olanda nel quale la tradizione olandese nel settore caseario si sposa con quella italiana in un connubio che fin dall’inizio è risultato vincente. È riuscito finanche a traferire il quel Paese duemila capi di bufale, destando la nostra meraviglia, avendolo noi paragonato a quei mandriani americani che nei western trasferivano le loro mandrie lungo le distese del far West. Auguriamo alla famiglia Scaramuzzo di proseguire lungo la via dell’affermazione sui mercati internazionali. Che la loro “creatura” faccia da guida e riferimento per i caseifici del Vallo di Diano e per quelli dislocati nella pianura di Paestum-Battipaglia.
L’Amaro Penna nacque da una idea folgorante di Alfonso Penna, già titolare di altre imprese, che da Montecorvino Rovella si era trasferito nel Vallo di Diano. Nonno degli attuali proprietari Alfonso, Mina e Tiziana, riuscì a comporre la ricetta insieme al farmacista del paese e ad altri amici appassionati di erbe, che nelle notti invernali si attardavano a scambiarsi idee e sogni da inseguire. Subito il liquore si affermò e, ci ha sorpreso, in pochi anni partecipò a concorsi nelle capitali europee, facendo incetta di medaglie d’oro che sono gelosamente custodite nell’azienda. È un liquore dal colore caramello bruno, facilita la digestione ed è un ottimo aperitivo prima dei pasti, apprezzato da esperti e amanti dei liquori. Nasce da una infusione di erbe officinali, con aggiunta di zucchero e aromi naturali e segue il processo tipico per macerazione. Alcune erbe sono quelle del Parco del Cilento, Vallo di Diano Alburni e non sono date di conoscere perché la formula rimane celata in un segreto finora non violato dai tentativi posti in essere per scoprirlo. Analoghe procedure valgono per l’Amaro di Rucola. “La qualità del nostro Amaro – affermano gli attuali titolari dell’azienda – è data dalle erbe e dalla sapienza del nonno che seppe amalgamarle in una sintesi mirabile.” È impiegato in mille modi nei bar e locali vari. Lo decantano coloro che ne apprezzano l’aroma nei gelati che prepara la nota gelateria “L’isola del gelati” situata nel quadrivio di Campagna che lo usa per offrire ai clienti un prodotto unico dal gusto incomparabile. Particolare attenzione merita la visita del museo allestito al piano superiore dell’azienda: vi sono esposti gli utensili utilizzati fin dall’inizio della produzione e i premi meritati nel corso del tempo. Inoltre, vi si conserva la vasta documentazione che attesta il percorso storico assai luminoso attraversato dall’azienda nel secolo scorso e quello tracciato in questi venti anni del ventunesimo secolo, senza mai discostarsi dal modello ideato nel lontano passato.
Il presidente Cammarano, congedandosi in preda all’entusiasmo, ha tenuto a sottolineare lo stupore provato visitando le due aziende: “Prima di entrare nei locali delle due aziende non pensavo di trovarvi una evidenza storica così illustre e di tal valore. Il sud è imprevedibile e riserva scoperte sbalorditive, a volte nascoste e non previste. L’eccellenza dei prodotti, la loro storia, la dimensione imprenditoriale, la passione dei titolari che continuano il lavoro dei nonni è un esempio concreto di personaggi dotati di talento e dei tesori nascosti nel Mezzogiorno d’Italia, che meritano il rispetto di tutti coloro che vogliono il sud proteso verso il riscatto delle comunità da una letteratura e da una realtà che ne denunciano ogni giorno carenze e i ritardi. Un esempio da diffondere e io lo farò con passione e forza, assolvendo ai compiti assegnati alla commissione dal consiglio regionale della Campania.”
I prodotti caseari del Vallo, nascono da un profondo legame con il territorio di origine: il Parco Nazionale del Cilento e del Vallo di Diano.Il Vallo di Diano come il Cilento, da sempre crocevia di popoli e di diverse culture, è un vero paradiso, una terra da scoprire che regala suggestioni visive uniche e sfumature di sapori inimitabili.
La produzione casearia è un processo che parte da lontano e che affonda le sue radici in una dimensione antica e ancestrale. Quello del casaro non è un semplice lavoro bensì una vera passione, un’arte ricca di segreti e di valori semplici, tramandati di generazione in generazione, nella quale sono le mani a fare la differenza: è la sintonia che si crea tra di esse e il prodotto da lavorare che riesce a trasformare il latte in gustosi formaggi e mozzarelle.