da Alfonso Mlangone
(resp. prov. Ali per la Città)
SALERNO – Chiedere scusa, è un dovere. Nei precedenti commenti è stato indicato il 17 Giugno come termine per l’adesione al decreto Aiuti. In realtà, i 60gg. dal 17 Maggio, data della sua pubblicazione in G.U., portano al 17 Luglio. C’è un mese in più. Intanto, alla Camera, prosegue la discussione degli oltre 2.000 emendamenti tra i quali dovrebbe esserci anche la richiesta di fondi a sostegno delle Città in deficit preannunciata dall’Assessora al Bilancio, dott.ssa Adinolfi (fonte: intervista 01/06 ilMattino). E’ evidente che, se la decisione di aderire dipenderà dalla presenza di ‘elementi di convenienza’ (cit.), l’erogazione di risorse sarà certamente un elemento di ‘grande convenienza’ e potrà consentire di ‘addolcire’ molti malumori per i provvedimenti che saranno assunti per il riequilibrio. Perché, una cosa è certa: l’Ente deve risanare i conti per aver speso più del consentito impegnando i crediti da riscuotere, cioè i Residui Attivi, oltre i limiti di cautela posti dai fondi di accantonamento per rischi e oneri. Un esempio, per chiarire. Su 100 euro di crediti, in presenza di una previsione di rischio per 60, si possono utilizzare i 40, non di più. Se su quei 60 ‘intoccabili’, si assumono impegni di spesa pagati con debiti, è evidente che il successivo mancato incasso, pure parziale, non consentirà di rimborsarli. Questo, è successo in Città, al punto che, mentre le entrate ritenute realizzabili al netto di tutto sono pari a € 102.566.411,32, i debiti complessivi sono pari a € 539.866.310,06 (fonte: Bilancio). Impossibile pagarli. Una riflessione: ‘guarda caso’, se consideriamo solo i debiti di natura finanziaria assunti per fronteggiare spese correnti, il totale è di € 267.837.293,46 con una differenza rispetto ai crediti pari, più o meno, al Disavanzo 2021 di € 169.967.402,76. Questo può servire a spiegare perché il Disavanzo contabile è la spia dello squilibrio finanziario, perché l’Ente è ritenuto almeno in pre-dissesto, diversamente da quanto sostenuto dalla dott.ssa Adinolfi (cit.), e perché è assurdo pensare di gestire con regolarità quando ci sono debiti ‘straordinari’ rispetto a quello che si prevede di incassare. Ammesso che si facciano gli incassi, visto che nei Residui ci sono poste che risalgono a 33 anni fa. Probabilmente, una ‘pulizia’ accurata darebbe risultati imbarazzanti e pure drammatici ai fini del riequilibrio. Già ne sono stati cancellati per € 116,1milioni in tre anni, con grande soddisfazione dei debitori. Sono somme che, gira-gira, sono pagate dall’intera Comunità. Che dovrà pagare anche il resto, se i Residui che sono in contabilità sono solo ‘numeri’.
Il decreto Aiuti è chiaro. Le Città con disavanzo superiore a € 500 pro-capite (Salerno=€ 1.326,78), possono firmare un contratto con il Governo per definire un piano di rientro incentrato sulla riduzione delle spese per il 2%, sulla vendita dei beni, sulla riorganizzazione delle partecipate, sull’aumento di fitti/canoni, etc., in modo da assicurare un beneficio sul Bilancio pari ad almeno il 20% della quota annuale del disavanzo da ripianare (fonte: ItaliaOggi). Ma, il decreto prevede anche l’aumento dell’addizionale Irpef di almeno il 2permille. Cosa significa questo?
Con tutte le riserve del caso, partendo dal 2023, le quote di rientro del disavanzo, già indicate in € 14.279.773,16, dovranno salire a € 17.135.727.79 (+ € 2.855.954,63), mentre, nel 2024, dovranno crescere da € 20.886.787,68 fino a € 25.064.145,21 (+ € 4.177.357,53). L’addizionale Irpef, incassata nel 2021 per € 13.312.468,22, dovrà arrivare almeno a € 16.640.585,27 nel 2023 (+ € 3.328.117,05). Sono ‘soldi’ da destinare al risanamento, pagando i debiti, sotto il controllo della Commissione per la stabilità finanziaria degli enti locali (Cosfel) e la supervisione della sezione regionale di controllo della Corte dei Conti (fonte: Anutel). In realtà, si può parlare di commissariamento. Del resto, il risanamento della finanza pubblica è un obiettivo chiesto dall’Europa.
Il decreto offre un’alternativa. Le Città diverse da quelle con deficit ‘sforato’, che abbiano un debito pro-capite superiore a € 1.000 pro-capite, possono sostituire l’Irpef, o aggiungere, un’addizionale sui diritti di imbarco portuale pari almeno a 2 euro per passeggero. Poiché Salerno è presente anche in questa classifica, e pure ai primi posti, potrebbe forse applicare questa modalità per trasferire a terzi una parte significativa dell’onere di rientro. Ad oggi, i parametri da utilizzare non sono noti e, quindi, inutile fare conti.
Comunque sia, il Governo non obbliga ad aderire, anche se formula ‘un’offerta che non si può rifiutare’ con la prevista sospensione dei termini delle procedure di dissesto per i primi due anni del piano. Vantaggio non indifferente, poiché l’art. 248 del TUEL dispone che a carico dei responsabili del dissesto sia disposto l’impedimento a ricoprire cariche pubbliche per un periodo di 10 anni, con divieto ai Sindaci di ri-candidarsi per eguale periodo. Prevede, poi, l’irrogazione da parte della Corte dei Conti di una sanzione pecuniaria da un minino di cinque e fino ad un massimo di venti volte la retribuzione mensile lorda al momento della violazione. Simili sono le conseguenze a carico dei Revisori. Così, fatti i debiti confronti, per gli Amministratori non sembra proprio ci sia di che discutere. Per i cittadini, invece, poco cambia, anche in caso di rifiuto ad aderire, poiché il rischio di finire in dissesto impone comunque l’adozione di un severo piano di riequilibrio al quale, come dichiarato dalla dott.ssa Adinolfi (cit.), il Comune sta lavorando con riguardo alle stesse causali del decreto. Magari, si sta portando avanti.
Poiché entro il 30 Giugno, cioè prima del 17 Luglio, dovrà essere deliberato il Bilancio Preventivo 2022, in quella sede sarà possibile capire il vero orientamento dell’Amministrazione.
La medicina sarà comunque amara. Già nel Bilancio ‘ordinario’, le quote destinate a riassorbire il Disavanzo sommate alle spese non sopprimibili degli interessi passivi e dei mutui da rimborsare portano ad un totale di 45/50milioni da sottrarre annualmente alle entrate. Considerato che quelle ‘proprie’, del I e III Titolo, sono state pari, nel 2021, a € 137.751.589,64, manca circa la terza parte (fonte: Bilancio). Se ci sono dei problemi per manutenzioni, verde, servizi ed altro ancora, chissà cosa succederà domani, con un Bilancio ‘straordinario’.
Con queste premesse, siamo obbligati a ‘farcene una ragione’. Se per qualità della vita, Salerno era all’89’ posto nel 2021, per pensare di salire sul podio, dobbiamo aspettare la prossima vita.
Alfonso Malangone – Ali per la Città – 11/06/2022