Aldo Bianchini
CAVA de’ TIRRENI – Si sa, nei verminai nascono insetti viscidi e schifosi anche alla sola vista; per questo la denominazione di “verminaio” data al Comune di Cava de’ Tirreni dallo storico giornalista metelliano Pasquale Petrillo mi appare come la più calzante in assoluto, anche in relazione alla situazione di incertezza politica che regna nella ex “piccola Svizzera” fin dai tempi del sindacato di Alfredo Messina che venne eletto agli inizi del 2001.
Messina e Petrillo (che era il suo capo staff) vinsero le elezioni per il centro destra (dopo varie incertezze sulla candidatura dello stesso Messina) dopo aver costruito una coalizione che sembrava imbattibile e che diedi i suoi frutti elettorali anche in favore di Giovanni Baldi che sembrava in quel momento l’uomo in possesso del pacchetto elettorale più forte tra i tanti schieramenti politici presenti a Cava. Venivano entrambi da una lunga opposizione costruita attraverso una forma di informazione con un giornale cavese che per l’epoca era assolutamente innovativa e che incise notevolmente nell’immaginario collettivo degli elettori.
Ovviamente questa solidità progettuale non stava bene ai tanti che si videro estromessi dalle normali distribuzioni che avevano preceduto quell’epoca.
E nacque il verminaio nel quale sono inciampati tutti i sindaci che si sono susseguiti negli anni; qualcuno è caduto prima della scadenza naturale del mandato, altri ce l’hanno fatta ma a prezzo di duri sacrifici anche di natura personale. Ma ci ha rimesso la Città nel suo complesso che non è mai uscita dal tunnel della disamministrazione, causa regina del perenne dissesto finanziario.
Sarebbero tanti gli episodi da raccontare, mi fermo a quello più eclatante ed anche più vicino che ha sommerso l’ex vice sindaco Enrico Polichetti sotto una marea di fango, tracimato proprio da quel verminaio, tra assoluzione in primo grado e condanna in appello nell’attesa della Cassazione.
Tra i tanti casi ho citato soltanto quello di Polichetti perché sembra essere il più sovrapponibile a quanto sta accadendo in questi mesi di incertezze, di accuse reciproche, di intossicanti veleni e di fango, tanto fango.
Le intercettazioni telefoniche, ambientali e dai social non sono mancate; e sono state ben rappresentate dal quotidiano Il Mattino (ediz. di giovedì 9 giugno 22):
- «Occorre iniziare subito a creare un governo ombra provvisorio»;
- «Questa la nuova strategia costruttiva nel mentre li finiamo entro questo mese. Che ne pensate del piano?»;
- «Temo che occorrerà un esponenziale sforzo per eliminarli, non facile. Programmiamo un incontro»;
- «La strategia va adeguata nel senso indicato, la giornata di ieri ha visto alcuni risultati dai quali partire, per effetto dell’operazione tariffe impianti sportivi. La procedura amministrativa per l’approvazione del bilancio è stata azzoppata»;
- «Tuttavia, è indispensabile continuare a martellarli su altre questioni per confondere e destabilizzare la maggioranza. Concordo con la necessità di uno sforzo che li ponga di nuovo sotto attacco e sotto pressione»;
- «Sono dei disperati morituri da non sottovalutare perché l’unico nemico buono è quello morto»;
- «Concordo con voi ma vi invito ad approfondire la mia strategia. Leggete sopra. Poi dobbiamo riunificare l’esercito resettandolo dopo il combattimento e alla luce dei risultati».
Un clima davvero incandescente in cui i “vigliacchi del web” sguazzano pensando, a torto, di non poter mai essere identificati e puniti.
Un clima che, nato nel lontano 2001, sopravvive ancora oggi e che diventa, purtroppo, sempre più inquietantemente infamante rischiando di mettere sempre di più in ginocchio una città che, invece, meriterebbe concordia e buona amministrazione.
Peccato…peccato che una cittadina come Cava,che si era meritata la stima ed anche l’ invidia, financo dei salernitani,possa esser finita in pasto a certi ” filibustieri”. Cavesi, svegliatevi….