VALVA: le nozze gay e la maledizione di Villa D’Ayala

Aldo Bianchini

La "Villa-castello d'Ayala" di Valva

VALVA – Ciro e Andrea (al secolo Ciro Colli e Andrea Cuozzo) stiano tranquilli e vivano in piena serenità il loro pubblico amore sfociato in una unione matrimoniale da favola celebrato addirittura nella piazza centrale di Valva, un paese bellissimo ai piedi delle scoscese pendici rocciose del Monte Eremita (1372 m) e del Monte Marzano (1524 m) da dove domina quasi tutta la Valle del Sele.

Stiano sereni Ciro e Andrea perché lo sgarro subito per il diniego di utilizzo di Villa D’Ayala (la splendida e storica residenza di proprietà dell’Ordine di Malta e gestita dal Comune di Valva) è soltanto l’ennesimo atto della cosiddetta “maledizione del castello” per colpa del fantasma che si agita tra le sue mura da alcuni secoli e venuto alla luce soltanto dopo il terremoto del 23 novembre 1980 quando anche le robuste fondamenta della villa vennero letteralmente scosse e svegliarono dal profondo letargo quel “lenzuolo bianco” che ogni tanto qualcuno dice di vedere sulle mura di cinta della s0lendida struttura.

Ma cos’è Villa D’Ayala nell’immaginario collettivo ?; provò a dare una spiegazione logica la notissima giornalista de Il Mattino “Erminia Pellecchia” che il 24 luglio 2014 così descrisse il leggendario maniero: <<La committenza del sogno, quello di un aristocratico colto e sensibile, innamorato dell’arte e della musica. Che, grazie  a lui, abitano ancora oggi in una delle dimore più magiche del Sud Italia. Il marchesino Giuseppe, a Roma e Losanna, preferiva il solitario parco di quel palazzo sito in uno sperduto borgo dell’Alta Valle del Sele. Lì si aggirava tra i viali del giardino adorni di statue di dee e simidee. E nel fantastico teatrino di verzure, il gentiluomo, appassionato di musica romantica e compositore lui stesso, faceva ascoltare le sue partiture segrete ai muti spettatori di pietra. L’ultima committenza del sogno, una “casa per i musicisti” a Valva, rimase nel cassetto. Ma nel testamento, col quale donava -era il 1948- la villa all’Ordine di Malta, c’era la clausola di un concorso per giovani musicisti>>.

Ma c’è di più; c’è anche uno spettacolo: “Tre storie, un unico filo conduttore: l’orrore di una vita da mostri, che costringe folli, esuli, freak a scappare da un mondo che li ha rifiutati e creare un mondo orrorifico, cupo, terribile e terrorizzante nel quale gli spettatori s’addentrano incautamente. Questo lo spirito dello spettacolo “Il castello della Paura 2014”. Dopo due anni di messa in scena a Lauro (AV), all’interno del castello Lancellotti, lo spettacolo targato Il Demiurgo si spostò, il 31 ottobre e il 1° novembre, a Valva (SA) nella meravigliosa Villa D’Ayala”.

Gli sposi Ciro e Andrea con il sindaco Giuseppe Vuocolo

E poi ci sono loro, i misteriosi quattro morti di Valva a cominciare dal <<barone Christian von Hausckha Treuenfels>>  che con la sua morte diede vita alla leggenda del <<fantasma del castello>> che accompagnerà, in un modo o nell’altro, anche le morti di Ottavio Fasano (docente universitario a Palermo), Giuseppe Vuocolo (custode del castello, “zi Peppe”) e Antonio Ferrigno (docente universitario in Olanda): tutte morti legate tra loro da un filo sottilissimo che cercheremo di spiegare caso per caso nel prosieguo di questo racconto; che vuole essere soltanto una riedizione di quanto già scritto qualche decennio addietro, tra contestazioni confuse e generalizzate da parte di alcuni (pochissimi) cittadini valvesi.

Il mio amico Giuseppe Vuocolo (sindaco di Valva) e il suo vice Luca Forlenza non si affannino troppo nella ricerca della “misteriosa manina” che ha negato il permesso di sposarsi in villa ai simpatici Ciro e Andrea; potrebbe trattarsi soltanto della cosiddetta “maledizione del castello” che a loro due, fortunatamente, è costata soltanto l’annullamento di una cerimonia nuziale che ha avuto comunque un grosso successo di piazza e una risonanza mediatica inaspettata.

La storia, ovviamente, continua.

 

 

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