da Dr. Alberto Di Muria
Padula-La cobalamina o vitamina B12 è una vitamina idrosolubile essenziale nel processo di sintesi del DNA, di emopoiesi, cioè di formazione dei globuli rossi, e di proliferazione e maturazione delle cellule neuronali. La carenza di vitamina B12 è una condizione relativamente comune, soprattutto nella popolazione anziana, ed è associata a complicazioni ematologiche e neurologiche potenzialmente gravi, soprattutto se non diagnosticate in fase iniziale di comparsa dei sintomi.
Mentre è ormai noto il legame tra ipovitaminosi B12 e sviluppo di anemia megaloblastica, i meccanismi responsabili delle lesioni neurologiche sono meno conosciuti; è comunque possibile ipotizzare un danno a livello della guaina mielinica, al quale farebbe seguito un quadro di segni e sintomi neurologici quali parestesie, instabilità posturale e, in casi più gravi, perdita della memoria e della visione centrale.
I fattori di rischio legati alla carenza di vitamina B12 sono da ricondurre essenzialmente a un insufficiente apporto alimentare, per esempio negli anziani o nei vegetariani, o ad alterazioni dell’assorbimento a livello intestinale, per esempio nel morbo di Crohn o nelle resezioni intestinali. Tuttavia, studi recenti hanno stabilito un nesso significativo tra ipovitaminosi B12 e utilizzo prolungato di alcune classi di farmaci tra cui la metformina e gli inibitori della secrezione gastrica.
La vitamina B12 assunta con la dieta in presenza di secrezione acida viene liberata dai cibi e legata al fattore gastrico intrinseco, prodotto dalle cellule parietali, per poi essere assorbita a livello del tratto intestinale, nell’ileo. I farmaci inibitori della secrezione gastrica, sia gli inibitori della pompa protonica che gli antagonisti del recettore H2 dell’istamina, riducendo la produzione di acido cloridrico potrebbero portare a un malassorbimento della vitamina B12. Sulla base di questa ipotesi, sono stati condotti diversi studi volti a stabilire una relazione tra l’uso prolungato di tali farmaci e l’ipovitaminosi B12; i risultati hanno fatto emergere finora dati contrastanti.
Recentemente Lam e collaboratori hanno pubblicato su JAMA i risultati di uno studio dal quale è emersa una correlazione significativa tra l’uso a lungo termine di farmaci inibitori della secrezione gastrica e un aumento del rischio di carenza di vitamina B12.7 Lo studio è stato condotto analizzando i dati ottenuti dalle cartelle cliniche di 210.155 soggetti. L’associazione tra utilizzo di farmaci che inibiscono la secrezione gastrica e rischio di deficit di vitamina B12 era più forte nelle donne e nei soggetti più giovani; inoltre, l’ipovitaminosi B12 diminuiva dopo la sospensione dei farmaci in esame.