di Mario Salvatore Senatore (docente – poeta – scrittore)
Mi chiamo Mario Salvatore Senatore. Sono stato l’unico vivente, tra tutti i presenti alla bellissima cerimonia d’intitolazione e inaugurazione del nuovo, modernissimo e straordinariamente felice (come ubicazione topografica) dell’edificio scolastico intitolato ai Fu Sigg. Maestri Emilio Bosco e Ciro Casaburi. L’unico ad averli conosciuti di persona ed averli avuto, il primo, come amico di famiglia e il secondo come Insegnante indimenticabile negli anni ’40 (appena dopo i fatti bellici della seconda guerra mondiale). Due figure gigantesche di Cittadini e Professionisti!
Per questo motivo – suffragato dal fatto che sono stato anch’io uomo di Scuola – ho vissuto con grande gioia questo storico evento, per cui qui ne riporto qualche cenno di cronaca.
Sono giunto al sito ove sorge la nuova Scuola di Montesano Scalo, a mezzogiorno di oggi, 26 Maggio ed ho trovato squadre di operai e tecnici che lavoravano alacremente alle prese con gli ultimi interventi di rifinitura a completamento della struttura per l’inaugurazione che ci sarà domani mattina, alle ore 8,30, al suono della campanella.
Là ho visto giungere il Sindaco, impegnato a verificare ogni cosa e a dare disposizioni varie per far risplendere in tutta la bellezza sia il plesso che la funzione cui è destinato e il messaggio che deve diffondere. Mi ha salutato cordialmente e mi ha affidato all’ottima Assessora alla Cultura – Dott.ssa Marzia Manilia -. Questa, con spiccato senso pratico – mi ha aiutato a posizionare stralci di riferimento ai due personaggi i cui nomi hanno dato titolo alla Scuola: “BOSCO-CASABURI”.
Rientrato a Salerno, prima di andare a dormire, ho predisposto – regolando il suono di due sveglie alle ore 04,30 – per avere un buon margine di tempo ed essere certo di giungere in orario. Già dieci minuti prima che suonassero, mi sono svegliato spontaneamente. Alle ore 8,00 ero sul posto e giungevano i Sigg. Maestri con le rispettive classi, la Dirigente Scolastica, Genitori, Amministratori, Autorità, Sindaco del luogo e Omologhi dei paesi limitrofi, Presidenti delle Comunità Montane, del Parco del Cilento e Vallo di Diano, del Vice-Presidente della Provincia di Salerno, del Parroco – Don Ciro Varuzza – e dell’ex, Don Domenico Tropiano.
Il Sindaco, Prof. Giuseppe Rinaldi e la Preside, Dott.ssa Antonietta Cantillo, erano fin dall’inizio a ricevere gli Ospiti e a vigilare discretamente che ogni cosa si svolgesse nella maniera più corretta possibile… e così è stato.
L’ingresso della moderna struttura, abbondantemente in vetro – al fine di creare una continuità ambientale e luminosa tra la campagna circostante, la corona di monti che la custodiscono in un abbraccio ideale e l’interno della struttura, era sbarrato da un lungo nastro tricolore in attesa del taglio.
Tra tale nastro e il vasto piazzale antistante, stavano il Sindaco Rinaldi e la Preside Cantillo attorniati da Ospiti, mentre, di fronte, ad arco di cerchio, si erano sistemati i bambini in ordine d’altezza crescente. Dietro questi e tutt’intorno, erano Docenti, Genitori, Cittadini.
E’ stato un momento che ha commosso tutti e che mi ha causato un groppo alla gola, quello del silenzio assoluto che si era creato e la compostezza e serietà dei Bambini – eleganti nei loro grembiulini azzurri, i capelli opportunamente tagliati e pettinati, e -per le Bambine – acconciati a treccine o a coda di cavallo” e, subito dopo, su invito del Sindaco, cantare l’Inno nazionale “Fratelli d’Italia” in accordo con tutti i presenti.
Non è cosa facile dire di quali pensieri scatenavano quei visini intenti a mandare al mondo quell’Inno, con gli occhi volti alla nuova struttura, dov’erano proiettati i loro sogni di crescita gioiosa e luminosa, con la manina destra poggiata sul cuoricino palpitante di orgoglio e fierezza. Per qualche istante la mia vista si è resa confusa… Mi sono rivisto bambino di settantacinque anni addietro, quando, in un giorno dell’ottobre del 1947, in un lungo stanzone di una casa di campagna dai colori sgargianti, posta lungo la Statale 19 delle Calabrie (direzione Casalbuono) nella frazione Scalo di Montesano sulla Marcellana, venivano fatti sedere 63 Bambini di ambo i sessi, di età compresa tra i 5 e i 14 anni: era la prima classe della Scuola Elementare nel suo primo contatto col mondo “misterioso” della Scuola. In fondo allo stanzone, dietro un massiccio tavolo, stava, – di fronte, in piedi -, su una consunta pedana, un giovane molto alto e magro: era il Sig. Maestro Ciro Casaburi…
Grazie Bambini per la sublime strofa di poesia, che avete scritto in questo mattino sereno del Vostro giorno di vita. Grazie Sigg. Docenti di tanta sensibilità e bravura; grazie caro, instancabile, concreto Sig. Sindaco Rinaldi; grazie immensa, sensibile, valente, coraggiosa, lungimirante Preside – Dott.ssa – Cantillo; grazie Genitori, che avete consapevolezza del valore del ruolo della Scuola e della risposta adeguata che date; grazie Operatori scolastici di considerare tutto l’apparato educativo come una grande famiglia da salvaguardare. Grazie, Familiari dei Sigg. Maestri EMILIO BOSCO e CIRO CASABURI. Del primo ho avuto il piacere di conoscere il Figlio, che mi ha parlato con ammirevole maturità, rivelando di possedere la stessa personalità e ricchezza di valori che caratterizzavano il grande Genitore e del secondo, mi sento debitore verso il Figlio Gildo per il gratificante riferimento fatto alla mia persona per il vivo ricordo, che mi accompagna da sempre, del Suo Papà, confermando che il DNA non è acqua…
Grazie a tutti coloro che, obbedendo alle motivazioni edificanti che ribollivano nel loro nobile animo, hanno voluto essere presenti alla bella manifestazione ed hanno voluto “costruire” un pezzetto dello storico evento – la cui portata crescerà nel tempo – dando risposte proficue per le generazioni che verranno.
Bene! Persone meritevoli di lodi hanno provveduto a fornire la famosa “bicicletta…” Ora spetta a tutti ed a ciascuno di usarla al meglio e in maniera corretta e “pedalare” per farla avanzare senza indugi.
Mario Salvatore Senatore