NON E’ UNA PAESE PER BAMBINI

 

di Nunzio La Rocca

Piazza della Concordia, il Lungomare, la Spiaggia di Santa Teresa, Piazza della Libertà. Una cartolina alla quale tutti noi salernitani siamo legati. Ma guardando dentro questa immagine, riscaldati ed a volte accecati dal sole, non ci rendiamo conto di un vuoto, di una mancanza, di un silenzio. La voce dei bambini. Una città caratterizzata da tutti i divieti possibili ed immaginabili (puntualmente violati), che ha tra i suoi punti di forza, la camminata a ridosso del mare, non ha pensato che in questa foto a colori mancano elementi essenziali quali le risate, il chiacchiericcio e le urla dei bambini. Puntualmente a Carnevale, pandemia a parte, questo tratto di mare tra Piazza della Concordia e Santa Teresa viene invaso da piccoli in maschera. Ma è solo un istante. Guardandoci intorno poi ci rendiamo conto che l’assenza non è solo in questi chilometri, guardandoci intorno ci rendiamo conto che mancano i bambini perché mancano gli spazi dove i nostri piccoli possano correre, saltare, sudare e ridere. Facciamo i conti con una città che presta poca attenzione ai suoi figli, una madre che non si prende cura dei suoi piccoli, un’amministrazione che nel corso degli anni ha rincorso scenari immaginari di progettazione europea perdendo di vista un quotidiano che rappresenta il nostro futuro. Ho un sogno utopico da tempo. Una città senza il frastuono delle macchine, senza il puzzo degli scarichi, senza il pericolo continuo di essere travolti sulle strisce pedonali; una città proprietà dei cittadini riempita da orde di bambini e adulti che se ne prendono cura. Su alcuni quotidiani on line locali, da quale tempo, appaiono sprazzi di genialata politica ad opera di esponenti che occupano incarichi di prestigio nella nostra Amministrazione. “Aumento sul territorio comunale degli spazi per i bambini” ed “aumento delle colonnine di distribuzione per veicoli elettrici”, tanto per citarne qualcuna. Tralasciando la ricerca di pubblicità mediatica da parte degli esternatori, in nessun modo la comparsata giornalistica viene supportata da una seria riflessione sul come, sul dove e sul quando e mi verrebbe da aggiungere sul perché.

Un tratto del lungomare "Trieste" di Salerno

Perché ora. Dopo che da decenni si è proceduto e si procede ad una cementificazione selvaggia della nostra città che senso hanno queste uscite mediatiche che non hanno nessuna possibilità di ricaduta positiva sulla qualità della nostra vita. Non mi interessa contabilizzare i metri quadrati che occupano Piazza della Libertà (libertà da cosa non si è ancora capito) ma rimango affranto guardando i pochi centimetri quadrati destinati all’area giochi. Resto allibito innanzi alla sensazione di vuoto immenso che questa piazza alimenta nell’animo di chi la guarda: priva di verde, senza bambini che giocano (perché è vietato anche respirare), senza cani che corrono, senza persone che la vivono. Nel mediterraneo, a pochi chilometri dalla Sicilia, si erge una piccola isola carica di storia. Il lungomare di Malta, dove trascorro qualche settimana ogni anno, mi ha colpito per la vicinanza a quello salernitano e per la sostanziale differenza con quest’ultimo. La presenza costante di giochi per bambini e ragazzi, spazi attrezzati, panchine, verde pubblico e possibilità di godere di queste aree. Altra caratteristica di questa piccola isola è la presenza di un’amministrazione che ha un filo conduttore unico che definirei come uno sviluppo costante ed omogeneo finalizzato al miglioramento della qualità di vita ed allo sfruttamento delle potenzialità di tutte le risorse locali per il fabbisogno della popolazione e dei visitatori.

La mitica spiaggia di Santa Teresa di Salerno (sullo sfondo il Crescent)

E’ quello che da tempo ci manca: un quadro politico amministrativo che consenta uno sviluppo omogeneo del territorio valorizzandone tutti gli aspetti. Quando guardo la nostra Salerno mi sovviene l’immagine di una città “disarticolata”; mi si affaccia alla mente la foto di un burattino le cui estremità sono state lasciate libere dai fili del burattinaio andando in tutte le direzioni, prive di controllo. Il burattinaio ha lasciato la presa ed ora la città non è più in grado di rimettere insieme i pezzi perché le comparse sono peggio del burattinaio. Detto questo vorrei ascoltare dalla voce dei componenti della nostra amministrazione un programma integrato di mobilità sul territorio cittadino. Una rivisitazione della circolazione stradale con un rafforzamento dei mezzi pubblici (tutti rigorosamente elettrici) che colleghino ogni angolo della città penalizzando gli automobilisti che vogliono attraversare Salerno. Vorrei il Centro Storico libero e pedonale con la possibilità per i residenti di parcheggiare altrove ed essere riportati a casa da mezzi pubblici efficienti. Vorrei che aumentassero le infrastrutture sportive perché abbiamo giovani atleti che non riescono ad esprimere i loro potenziali perché non sanno dove allenarsi. Vorrei che aumentassero gli spazi verdi e che venissero attrezzati per essere goduti dai cittadini e dai visitatori che ogni giorno, numerosi, si aggirano per la nostra città. Tutto questo verrebbe definito utopia. Io preferirei chiamarla buona amministrazione della cosa pubblica come un buon padre di famiglia che si prende cura dei propri figli.

 

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *